Bagno (L'Aquila)
frazione del comune italiano di L'Aquila Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Bagno è una frazione della città dell'Aquila, situata a sud-ovest del Gran Sasso nella valle dell'Aterno, distante circa 7Km dal capoluogo, comune autonomo fino al 29 luglio del 1927.
Bagno frazione | |
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Porta da Bagno, tratto di mura medievali aquilane, in via don Sturzo | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Abruzzo |
Provincia | L'Aquila |
Comune | L'Aquila |
Territorio | |
Coordinate | 42°18′29.23″N 13°25′27.52″E |
Altitudine | 600-800 m s.l.m. |
Abitanti | |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 67042 |
Prefisso | 0862 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cod. catastale | A563 |
Nome abitanti | bagnesi |
Patrono | san Raniero |
Giorno festivo | 10 giugno |
Cartografia | |
Bagno è situato alle pendici dei Monti di Bagno (2077 m), compreso nel gruppo montuoso di Monte Ocre-Monte Cagno (2204 m), a sud-est della Conca aquilana.
Il gruppo montuoso dei Monti di Bagno arriva a 2077 m con il Monte Coppone; è caratterizzato da tre canalini difficili da scalare. Dalle cartine il confine delle montagne bagnesi parte da Monte Ocre, seguendo il vecchio confine comunale con Casamaina di Lucoli e il Comune soppresso di Roio posto in località Iaccio delle rose in corrispondenza di una rientranza del Comune di Lucoli) il monte Le Quàrtora (1783 m) e il Colle Cerasitto (1760 m), nelle cui vicinanze vi è una delle due Pinete di Bagno (La Macchia) e i ruderi dell'antico Castello di Bagno, cime secondarie come Pesco Croce (1474 m) con la sua Pineta, tre cime bagnesi adiacenti ai Monti di Bagno (2077 m) dette I tre Bauzi (2140 m; 2146 m; 2151 m), il versante bagnese del Monte Ocre (2204 m) e del Monte Cefalone (2145 m) ed infine linea di confine con Ocre, Rocca di Cambio, Lucoli.
Sul monte Le Quàrtora (1783 m) in prossimità della vetta vi è piantato un grande tabellone-ripetitore pieno di firme (ju tabellò) e vi si trova una cisterna per la raccolta delle acque ristrutturata e donata alla Comunità Montana di Bagno, in quanto essa faceva e fa parte dei terreni demaniali del Comune di Bagno. Nel 1985/1990 quando furono istituite le circoscrizioni nel Comune dell'Aquila si riscontra il passaggio della cimetta di Le Quàrtora da Bagno a Roio. Tutte queste montagne appartenenti storicamente a Bagno entreranno a far parte del Nuovo Parco Nazionale del Velino-Sirente, ora Parco naturale regionale Sirente-Velino.
Sulle pendici di tali monti verso l'area aquilana sono poste la Pineta dello Stivale d'Italia al di sotto del Monte Pesco Croce e quella del Colle Cerasitto.
Bagno è costituito dalle seguenti località: Bagno Grande, Ripa di Bagno, Civita di Bagno, Bagno Piccolo, Vallesindola di Bagno, Sant'Angelo di Bagno, San Benedetto di Bagno, Contrada Cominio di Bagno (detta Lilletta).
Bagno fu contea della città dell'Aquila, poi feudo, comune autonomo, infine annesso al Comune dell'Aquila con il Regio decreto legge del 29 luglio 1927 numero 1564 per la creazione della Grande Aquila e l'annessione degli otto Comuni confinanti: Arischia, Bagno, Camarda, Lucoli, Paganica, Preturo, Roio, Sassa, nonché la frazione di San Vittorino di Pizzoli. Nel 1947 Lucoli dopo essere stato per 20 anni una frazione dell'Aquila fu il solo a riuscire a ritornare comune autonomo a differenza degli altri sette comuni soppressi.
L'ultimo sindaco di Bagno fu nel 1927 il podestà Pietramico Giovan Battista.
Ricostruire gli eventi della storia di Bagno e delle sue Ville non è facile, in quanto la documentazione è molto scarsa per realizzare un quadro storico sufficientemente completo.
Le origini vanno comunque ricercate molto lontano se si pensa che, probabilmente, risalgono all'anno 460 di Roma quando compare come villaggio romano a fianco di Forcona.
Sicuramente la villa più importante dal punto di vista storico è Civita di Bagno, l'antico centro cittadino che si colloca proprio sui ruderi della città vestina-romana di Forcona, vescovato dal 680 al 1257, ma anche importante Guastaldato, con numerosi castelli. Il vecchio centro di Forcona inoltre comunicava con la vicina Amiternum della frazione di San Vittorino.
Le altre Ville di Bagno ( Balneum cum Villis ) sono adagiate tra i poggi e i boschi a formare un anello (oggi ben visibile dall'alto questo anello che parte da Ripa di Bagno, poi a seguire Bagno Grande, Bagno Piccolo, contrada Cominio Di Bagno (Lilletta), Civita di Bagno, San Benedetto di Bagno, Sant'Angelo di Bagno, Vallesindola di Bagno e poi di nuovo Ripa.
La valle dell'Aterno fino a circa 100.000 anni fa costituiva un bacino di un grande lago di 60 km di lunghezza, le sue acque erano sugli 800 m s.l.m.. Nel VI secolo a.C. circa abitavano il luogo i Vestini, chiamati così perché si dice venerassero la dea Vesta.
I Vestini ed i Sabini ebbero continui scontri con la Roma repubblicana ed infine furono sconfitti nel 293 a.C., da lì Amiternum e Furcunium si legano sempre di più al destino di Roma; Forcona (Civita di Bagno) rinasce forte con la sua Acropoli, templi, terme e ville di cui oggi ne vediamo i resti delle mura in pietra.
Nel 250 d.C. circa Forcona accolse il corpo di San Massimo martire, da quel momento in poi fu detta anche Città di San Massimo; fu prestigioso vescovato, ma anche importante Gastaldato, con numerosi castelli, fino alla costruzione dell'Aquila.
Le invasioni dei Longobardi del 571-574 distrussero Forcona a cui seguì la dispersione abitativa che portò ad un reincastellamento a criterio policentrico alle falde dei monti, nascono così le Ville (nuclei abitativi). Proprio sopra l'abitato di Bagno Grande si eleva la rocca alta 1121 m s.l.m., con presenza di ruderi relativi al Castello di Bagno situato in posizione dominante rispetto agli attuali abitati. Il cocuzzolo mantiene ancor oggi il nome di Castigliónë; (la voce Castiglione deve avere origini tardomedievali), forse associata all'avvento dei Normanni. Il Vescovato di Forcona costituito nel 680 si conclude nel 1257.
Già prima del 1204, Bagno figurava come uno dei feudi del Guastaldato Forconese e uno dei castelli diocesani della curia Sancti Maximi. Nei regesti di Papa Innocenzo III vengono delimitati i confini del territorio forconese: esso include molti castelli tra cui San Massimo con la Villa di Civita, Bagno con Ville, chiese ed attinenze (unico castello con questa dicitura).
Negli anni seguenti il Re Guglielmo il Buono fa compilare un elenco dei baroni (Catalogus baronum), da cui si ricava che Todino di Collimento è feudatario anche del territorio bagnese. Nell'anno 1158 Gualtiero de Tuli e Mulippo Giovanni di Castiglione di Bagno erano feudatari dei territori di Bagno.
Le Ville di Bagno furono uno dei 99 castelli che parteciparono all'edificazione della città di L'Aquila; all'interno delle mura il Castello di Bagno è stato inserito nel Quarto San Giorgio.
I paesi che facevano parte del Comune di Bagno fino al 1927 erano: Bagno Grande, Bagno Piccolo, Ripa di Bagno, Civita di Bagno (sede comunale), San Benedetto di Bagno, Sant'Angelo di Bagno, Vallesindola di Bagno, Monticchio, Pianola.
Lo stemma comunale era ed è oggi della Delegazione Municipale di Bagno (sede Civita di Bagno) questo: una fascia d'argento obliqua in campo d'oro rosso fra due corone d'oro giallo oppure due anfore.
Nel 1927 il comune divenne frazione dell'Aquila.
Il territorio dell'ex Comune costituisce oggi l'undicesima circoscrizione del Comune dell'Aquila (Bagno-Monticchio), tolta però una piccola porzione dove sorge Pianola (inserita nella dodicesima circoscrizione con Gignano, Sant'Elia, Torretta). Pianola però nell'ambito dell'Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico sta giustamente con Bagno e Monticchio.
Alle ore 3:32 del 6 aprile 2009 L'Aquila venne colpita da una scossa di terremoto distruttiva di magnitudo 6.3. La stima iniziale dell'INGV fu dell'8º-9º grado della scala Mercalli. Il sisma ha causato 308 morti (tra cui 4 bagnesi), 1.500 feriti e 65.000 sfollati, il crollo totale o parziale di numerosi edifici, ed il danneggiamento di gran parte del centro storico.
Bagno ha subito molti danni: il piccolo centro storico è quasi del tutto irrecuperabile, le chiesette sono lesionate, ed alcune distrutte, come la chiesa della Madonna delle Grazie a Bagno Grande (detta la Culla della Madonna del Buon Consiglio).
Nei centri storici sono avvenuti numerosi crolli: è stata danneggiata la parrocchiale Santa Maria di Bagno del 1961, nella quale è caduta la statua dell'Immacolata, ed è crollata la facciata della chiesetta di Santa Giusta a Vallesindola. Risultano lesionate: la parrocchiale santuario di San Raniero vescovo di Forcona (patrono di Bagno a Civita), la chiesa dell'Assunta a Bagno Piccolo, San Benedetto, San Michele Arcangelo, Madonna di Fontevivoli, la chiesa campestre Madonna Regina degli Angeli sulla via Mausonia, la torre medievale dell'antica cattedrale di San Massimo (patrono dell'Aquila), e la palombaia in parte crollata. Intatta dalla caduta di grandi massi è la chiesetta della Madonna delle Canali, a 960 metri s.l.d.m. I terremotati sono stati ospitati in 6 campi (Bagno Chiesa, Bagno Cimitero, Civita di Bagno, Lilletta, San Benedetto, Vallesindola).
Area archeologica di Forcona (Cattedrale vecchia di San Massimo) | |
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Civiltà | Vestini - Aquilani |
Utilizzo | città e luogo sacro |
Stile | romano, opus spicatum, opus mixtum |
Epoca | III se secolo a.C - VIII secolo d.C |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Comune | L'Aquila (Civita di Bagno) |
Scavi | |
Organizzazione | Università degli Studi di L'Aquila |
Amministrazione | |
Ente | Soprintendenza dei Beni culturali d'Abruzzo |
Responsabile | comune di L'Aquila |
Visitabile | sì (prenotazione sul sito) |
Mappa di localizzazione | |
Il complesso si trova lungo la strada statale "Marsicana", che attraversa i borghi di Cominio, San Raniero e Civita.
Nel 680 la diocesi aquilana aveva sede a Forcona e Civita di Bagno. La chiesa madre era la cattedrale di San Massimo, che entrò in una fase di decadenza nel 1257 con la soppressione della diocesi, che fu trasferita nella nuova cattedrale nel centro dell'Aquila.
Del borgo medievale di Civita di Bagno rimangono la chiesa di San Raniero, sita a Civita di Bagno lungo la strada Marsicana, resta quindi, come l'ex concattedrale di San Michele di Amiterno, fuori le mura, con annessi i resti dell'ormai distrutta cattedrale medioevale di San Massimo (ex sede vescovile) con torre campanaria affrescata in cui sono custodite le reliquie di San Raniero Vescovo; i resti romani dell'antica Forcona, siti a Civita di Bagno.
Della cattedrale rimangono l'interno con colonne, l'abside e la torre campanaria.
Interessanti sono: Villa Oliva a Civita di Bagno (sede del Comune di Bagno fino alla soppressione del 29 luglio 1927), con interni affrescati, e tracce di cisterne romane sottertanee; Villa Palombaia, con interni affrescati; gli sdruccioli e le viuzze, gli archi e le scalette, le fontane e i fontanili, i decorati portoni in pietra (alcuni con lo stemma bernardiniano IHS); particolari sono alcune delle chiesette, incastonate quasi a confondersi con le case come gioielli storici, a testimonianza della grande fede cristiana del luogo;
Sono presenti il lago di San Raniero a Civita di Bagno e il lago di San Giovanni di forma circolare (rispettivamente 200m e 160m di diametro) posto al confine con il Comune di Ocre e la Pineta di Pesco Croce e quella del Colle Cerasitto (le due Pinete di Bagno).
I patroni di tutte le frazioni sono la Mater Divinae Gratiae (Madonna delle Grazie) alla quale era dedicata una bellissima chiesa barocca distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale; San Tussio eremita di Bagno, le cui reliquie si conservano nella chiesa di San Marco all'Aquila; San Raniero vescovo di Forcona patrono di Bagno e lago di Civita di Bagno; Sant'Antonio Abate, santo tutelare della confraternita omonima; Sant'Emidio vescovo e martire, protettore dai terremoti.
La sua festa riunisce con una lunga processione tutte le frazioni in quel di Civita per onorare il Santo invocato contro gli animali pericolosi ed i mali che possono colpire il capo.
Ogni frazione ha la chiesa dedicata a un Santo con la relativa festa patronale. Spicca per la particolarità dei festeggiamenti (la domenica dopo ferragosto) la festa della Madonna delle Canale, con la tradizionale processione che sale nel canalone per raggiungere la chiesetta a 980 metri sopra il livello di mare.
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