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vescovo cattolico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Cipriano degli Alessandri (Bergamo, ... – Bergamo, prima del 3 novembre 1341) è stato un vescovo cattolico italiano.
Gli Alessandri furono una famiglia patrizia di Bergamo, difficile conosce i dati anagrafici di Cipriano, anche se viene citato come uno dei pochi vescovi originari della città. Risulterebbe che, rimasto vedono e con un figlio, scelse la vita diaconale. Questo ci viene riportato dalle Memorie istoriche della città e Chiese di Bergamo di Giuseppe Ronchetti[1]. Così una sua interpellanza al vescovo suo predecessore Giovanni da Scanzo, in riferimento al divieto di mantenere presso la propria residenza dicaconale i figli legittimi nati prima dello stato di vedovanza:
«Si presentò al Vescovo, li 11 di novembre il Canonico Cipriano degli Alessandri, quegli che fu poi Vescovo di Bergamo, esponendo un suo dubbio se in vigore di un decreto sinodale del medesimo vescovo, che proibiva a chierici di ritenere presso di sé i propri figli sotto pena della scomunica, vi fosse egli incorso per aver seco temuto in casa il suo figliuolo Giovannino, che prima d'esser ordinato Chierico aveva di legittimo matrimonio procreato e ne chiese ad ogni cautela l'assoluzione»
Altri testi nomineranno questo Giovannino come nipote del vescovo di Bergamo Cipriano, come nel testo La storia di Cologno[2] che indica
«Fortuna grande per Cologno fu anche il fatto che il vescovo di Bergamo del tempo, Cipriano degli Alessandri, che fu uno dei più benemeriti prelati che abbia avuto la Chiesa in quei tempi, era parente di un ottimo sacerdote di Cologno, Giovannino degli Alessandri, nominato dal vescovo suo procuratore; come amministratore seppe ricuperare i diritti della mensa vescovile - esaminare le decime e compiere con precisione i suoi mandati - in modo tale che Cologno poté godere»
Ancora le Memorie storiche di Clusone e della valle superiore nominerebbero un Giovannino Alessandri fu Alessandro Alessandri nominato procuratore dal vescovo Cipriano di Bergamo. Forse la testimonianza più antica è la più corrispondente.
La nomina a presule non fu immediata per il Cipriani, infatti, già dopo dieci giorni dalla morte di Giovanni da Scanzo, i canonici si riunirono ed elessero Guglielmo de' Longhi, ma questi trovandosi ad Avignone presso la sede papale, non accettò subito l'incarico e poco tempo dopo morì. Fu quindi nominato il Cipriani che era già canonico della cattedrale di San Vincenzo. Il nuovo vescovo di Bergamo fu eletto dai canonici della cattedrale con la conferma del papa.[3]
«Venerab. vir L. Ciprianus Pergamensis electus et confirmatus»
I suoi atti quotidiani furono raccolti dal cancelliere Bartolomeo de Osa[4]. La lettura di questi testi ci presenta un vescovo molto amato e molto attivo, sicuramente a lui si deve la costruzione del Battistero, anticamente posizionato nella chiesa di Santa Maria Maggiore, realizzado da Giovanni da Campione, così come sua fu la commissione della monumentale tomba di Guglielmo Longhi. Acconsentì alla costruzione della chiesa di santa Lucia e annesso monastero[5]. Sarà suo il privilegio del 14 ottobre 1336 che autorizzò la Regola della compagnia dei disciplini, concedendo anche l'indulgenza a chi ne avesse sostenuto le necessità primarie[6].
Al Cipriano si deve l'unificazione in un'unica compagnia le numerose congregazione dei disciplinati flaggellanti presenti nella città orobica nel 1336[7][8].
Incerta è la sua data di morte.
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