Cipriano Pallavicino
arcivescovo di Genova Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Cipriano Pallavicino o Pallavicini (Genova, 1510 – Genova, 1586[2]) è stato un arcivescovo cattolico italiano.
Cipriano Pallavicino arcivescovo della Chiesa cattolica | |
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Pallavicino nel dettaglio di un affresco di Luca Cambiaso nel palazzo arcivescovile di Genova | |
Incarichi ricoperti | Arcivescovo metropolita di Genova (1567-1586) |
Nato | 1510 a Genova |
Nominato arcivescovo | 14 novembre 1567[1] |
Deceduto | 1586 a Genova |
Nato a Genova nel 1510, Cipriano Pallavicino venne così battezzato in onore dell'omonimo nonno paterno, scomparso lo stesso anno[2]. Inizialmente dedito agli studi umanistici, prese l'abito talare solo in età matura. Tra il 1543 e il 1563 partecipò al concilio di Trento in qualità di protonotario apostolico[2], e fu nunzio della Camera Apostolica a Napoli dal 15 maggio 1566 fino al novembre o dicembre dello stesso anno[1][2][3].
Venne nominato arcivescovo di Genova il 14 novembre 1567, sotto il pontificata di papa Pio V, celebrante Egidio Valenti, vescovo di Nepi e Sutri, e concelebranti Francesco Maria Piccolomini, vescovo di Pienza, e Girolamo Garimberti, vescovo emerito di Gallese[3]; l'anno seguente ricevette il pallio[2]; si premurò di far applicare i decreti del concilio nella sua diocesi[4], e per questo motivo, nel 1574, organizzò un sinodo provinciale (l'ultimo a Genova prima di quello indetto dal cardinal Giuseppe Siri nel 1950), a cui presenziarono i vescovi di tutta la Liguria, del basso Piemonte e delle diocesi corse di Nebbio, Mariana e Accia[4][5].
Appassionato di studi letterari, patrocinò la pubblicazione di varie opere, come La dottrina cristiana per i fanciulli e idioti da istruirsi nella fede di Mariano da Genova[2]. Cercò inoltre di accelerare la ristrutturazione della cattedrale di San Lorenzo, spingendo anche perché l'incarico fosse affidato all'architetto Galeazzo Alessi[2]; disegnò inoltre il progetto per la nuova facciata del Palazzo Cipriano Pallavicini, che da lui prende il nome[2]. Commissionò anche alcuni affreschi per il palazzo arcivescovile al pittore Luca Cambiaso[6].
Morì nel 1586, e venne sepolto nella cattedrale di San Lorenzo, presso l'altare dedicato ai santi Pietro e Paolo[7], in un sepolcro che si era fatto preparare fin dal 1575[4].
La genealogia episcopale è:
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