Chiesa di San Nicola di Myra (Squinzano)
chiesa a Squinzano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La chiesa di San Nicola di Myra è la parrocchiale di Squinzano, in provincia e arcidiocesi di Lecce[2][3]; fa parte della vicaria di Squinzano.
Chiesa di San Nicola di Myra | |
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Stato | Italia |
Regione | Puglia |
Località | Squinzano |
Indirizzo | piazza San Nicola[1] |
Coordinate | 40°26′07.26″N 18°02′34.26″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | san Nicola di Bari |
Arcidiocesi | Lecce |
Completamento | XVII secolo |
Già nel Basso Medioevo sorgeva a Squinzano una cappella dedicata a san Nicola; questo luogo di culto, dotato di cripta, era officiato dai monaci basiliani[4].
Alla fine del Cinquecento l'originaria parrocchiale della Visitazione, poi reintitolata al Santissimo Crocifisso, era ormai insufficiente a soddisfare le esigenze dei fedeli e, così, si decise di costituirne una più capiente al posto della cappella summenzionata[4].
I lavori di realizzazione della nuova chiesa, che ereditò la dedica della cappella, iniziarono nel 1590; l'edificio venne terminato una ventina di anni dopo circa e poi consacrata nel 1612[4].
Il campanile, progettato dall'architetto Saverio Tommasi e iniziato presumibilmente dopo il 1642, venne invece portato a compimento alcuni decenni più tardi, nel 1668[5][6].
Ai primi dell'Ottocento la parrocchiale fu interessata da alcune modifiche, tra le quali ad esempio l'elevazione della cupola e la sostituzione dell'originaria copertura in legno con una nuova volta in muratura[7].
Nel 1962, in ossequio alle norme postconciliari, si procedette all'esecuzione dell'intervento di adeguamento liturgico mediante l'aggiunta dell'ambone e dell'altare rivolto verso l'assemblea[2].
La facciata a salienti della chiesa, rivolta a sudovest, è suddivisa da una cornice marcapiano in due registri, entrambi scanditi da lesene; quello inferiore, più largo, presenta centralmente il portale maggiore, riccamente decorato e sormontato da una nicchia con statua, mentre ai lati i due ingressi secondari e altrettanti oculi, mentre quello superiore è caratterizzato da una finestra e sormontato dal coronamento curvilineo[2].
Annesso alla parrocchiale è il campanile a base quadrata, alto 32 metri[7], la cui cella è suddivisa in due ordini, ognuno dei quali presenta quattro monofore affiancate da semicolonne; la torre è coronata dal cupolino poggiante sul tamburo[2].
L'interno dell'edificio si compone di tre navate, separate da pilastri, abbelliti da paraste e semicolonne terminanti con capitelli compositi e sorreggenti degli archi a tutto sesto, sui quali corre la trabeazione aggettante e modanata sopra cui si impostano le volte a stella; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di tre gradini, ospitante l'altare maggiore e chiuso dall'abside di forma semicircolare[2].
Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali il coro ligneo, costruito nel 1843 da Giuseppe Fella[5], la pala con soggetto l'Ultima Cena, risalente al Seicento[5], e la tela raffigurante San Domenico di Guzmàn che riceve il rosario dalla Vergine, dipinta dal campiese Ingrosso[5].
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