Chiesa di San Leonardo (Cupramontana)
chiesa a Cupramontana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La chiesa di San Leonardo, nota anche con il titolo di collegiata, è la principale parrocchiale di Cupramontana, in provincia di Ancona e diocesi di Jesi[1][2]; fa parte del zona pastorale di Cupramontana.
Chiesa di San Leonardo | |
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Stato | Italia |
Regione | Marche |
Località | Cupramontana |
Coordinate | 43°26′44.8″N 13°06′59.93″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | san Leonardo di Noblac |
Diocesi | Jesi |
Architetto | Cristoforo Moriconi |
Completamento | 1766 |
L'originario luogo di culto dedicato a san Leonardo, filiale della pieve di Sant'Eleuterio, venne costruito nel 1151 all'interno del castello cuprense[1].
Nel 1239 è attestato un primo restauro della chiesa, seguito da un altro, di più ampio respiro, nel 1524; una ventina di anni dopo, nel 1548 fu eretto il campanile[1].
L'edifidio venne descritto come rovinato in occasione della visita pastorale del 1573 e, nel secolo successivo, fu rimaneggiato e abbellito, per poi essere consacrato il 18 novembre 1674 dal cardinale Alderano Cybo[1].
Tuttavia, nel Settecento la chiesa risultava nuovamente in cattive condizioni, cosicché si decise di demolirla e riedificarla dalle fondamenta. Il progetto venne affidato all'architetto Cristoforo Moriconi e nel 1755 iniziarono i lavori di costruzione della nuova parrocchiale; quest'ultima fu aperta al culto nel 1760 e consacrata il 18 novembre 1766 dal vescovo di Jesi Ubaldo Baldassini[1].
Nel corso del XIX secolo la collegiata fu oggetto di interventi di abbellimento e di decorazione, specialmente per quanto riguarda l'interno, e pure la canonica venne restaurata[1].
L'evento sismico del 1997 arrecò vari danni alla chiesa, che dovette essere dichiarata inagibile e nello stesso anno iniziò l'opera di restauro e di ripristino, in occasione della quale si procedette pure all'adeguamento liturgico secondo le norme postconciliari mediante l'aggiunta dell'ambone e dell'altare rivolto verso l'assemblea; il luogo di culto fu riaperto nel 2005[1].
La parrocchiale venne nuovamente lesionata dal terremoto del 2016 e, pertanto, tra il 2017 e il 2019 fu messa in sicurezza e consolidata[1].
La facciata a salienti della chiesa, rivolta a sudest, è suddivisa da una cornice marcapiano in due registri, entrambi scanditi da lesene e abbelliti da specchiature; quello inferiore è caratterizzato dal portale d'ingresso timpanato e da due nicchie con le statue dei Santi Eleuterio e Leonardo, mentre quello superiore presenta una finestra architravata e altre due nicchie con i simulacri di Sant'Andrea Avellino e della Vergine col Bambino ed è coronato dal frontone[1].
Annesso alla parrocchiale è il campanile a base quadrata, la cui cella presenta su ogni lato una monofora a tutto sesto ed è coronata dal cupolino[1].
L'interno dell'edificio, la cui pianta è a croce greca, si compone di un'ampia navata centrale, sulla quale si affacciano i bracci del transetto e le cappelle laterali, introdotti da archi a tutto sesto e tra di loro intercomunicanti in modo da formare due navate minori, e le cui pareti sono scandite da lesene con capitelli compositi sorreggenti la trabeazione aggettante e modanata sopra la quale si imposta la volta di copertura; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di un gradino e chiuso dall'abside di forma semicircolare, nella quale sono collocati gli stalli del coro[1].
Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali la tela dell'Immacolata, dipinta nel XVII secolo da Clemens Kapp[3], tavola con soggetto la Beata Vergine della Colonna, realizzata nel XV secolo da Marcantonio di Andrea[3], la tela che rappresenta l'Assunzione della Madonna con i Santi Eleuterio e Leonardo, la pala raffigurante San Filippo e il suffragio, attribuita a Pietro Paolo Aquilini[3], le due statue lignee del Cristo morto e della Madonna Addolorata e il dipinto ritraente la Circoncisione del bambino Gesù, eseguita nel 1615 dal Sarti[3].
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