Chiesa di San Domenico (Varazze)
edificio religioso di Varazze Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La chiesa e il convento di San Domenico sono un complesso religioso di Varazze, in provincia di Savona, situato tra piazza San Domenico e via Nino Bixio. La chiesa è sede della parrocchia omonima del vicariato di Varazze della diocesi di Savona-Noli, nota anche perché conserva le reliquie del beato Jacopo da Varagine.
Chiesa di San Domenico | |
---|---|
Stato | Italia |
Regione | Liguria |
Località | Varazze |
Indirizzo | Piazza San Domenico, Varazze (SV) |
Coordinate | 44°21′39.1″N 8°35′04.35″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | Domenico di Guzmán |
Diocesi | Savona-Noli |
Stile architettonico | Barocco, neogotico |
Inizio costruzione | 1419;1628 |
Completamento | XIX secolo |
La struttura sorge a pochi metri dal mare, nella parte orientale dell'abitato, fuori dalle mura del centro storico, vicino ad un'altra celebre chiesa varazzina, il santuario di Santa Caterina.
Tutto il complesso è gestito dai frati dell'Ordine di San Domenico.
La forma attuale della chiesa risale al 1618, mentre l'edificio religioso preesistente risalirebbe al 1419, periodo del quale rimane oggi solo un'abside situata in una cappella laterale[1]. L'intera struttura subì un degrado soprattutto sul finire del XVIII secolo, a causa delle leggi napoleoniche, ma fu poi lentamente ristrutturata agli inizi del XX secolo. Intorno al XV secolo fu annesso anche l'adiacente convento[2][3] provvisto di chiostro, ancora oggi retto dai frati domenicani[3]; contiene ancor oggi alcuni dipinti di un pittore d'origine ispano-fiamminga del XV secolo che raccontano la vita degli apostoli, precedentemente situati nell'antica cappella dedicata ai marinai, demolita nel XX secolo per permettere il collegamento laterale tra chiesa e convento.
L'attuale facciata fu disegnata in stile neogotico semplice e lineare, per ricordare, appunto, le prime chiese domenicane tipiche del basso Medioevo. Curiosa caratteristica è la presenza infissa di una palla di cannone, sparata nel 1746 da una nave francese. Il portale centrale risale invece al XVI secolo, realizzato con della pietra di Finale Ligure.
L'interno è diviso in tre navate, riccamente decorate ed affrescate in tipico stile barocco.
Nella navata laterale destra si possono ammirare l'altare delle anime del Purgatorio, una cappella dedicata al predicatore domenicano san Giacinto Odrovaz, insieme al beato arcivescovo Jacopo e santa Rita da Cascia, quindi ancora una cappella dedicata a san Giuseppe, poi una dedicata a san Vincenzo Ferreri, quest'ultimo predicatore domenicano spagnolo del XIV secolo. Ancora in fondo, la cappella dedicata all'apparizione di san Domenico in Soriano, avvenuta nella prima metà del XV secolo.
Nella navata laterale sinistra invece, troviamo l'altare dedicato a san Tommaso d'Aquino, quindi un affresco della Madonna delle Grazie (o del Romito) di probabile origine di scuola pittorica senese, e l'altare dedicato a santa Caterina da Siena, di autore ignoto; la santa patrona di Varazze, d'Italia e d'Europa, nonché del Terz'Ordine Domenicano, ebbe infatti a sostare nel paese ligure il 3 ottobre del 1376, per render omaggio alle spoglie del beato Jacopo da Varazze. È presente anche un altare dedicato a Santa Tecla, con un quadro di Bernardo Castello del 1623 e, in fondo, nelle quinta cappella verso l'altare, l'urna contenente le reliquie del beato Jacopo da Varazze (Ossa e ceneri del beato Jacopo da Varagine, ordine dei predicatori, già Arcivescovo di Genova), sovrastato da un polittico rinascimentale che lo raffigura in mezzo a santa Caterina e la Maddalena, opera attribuita al pittore Simone da Pavia (1452). Pare che il beato abbia trascorso alcuni periodi della sua giovinezza nell'antico romitorio, inglobato nella parte posteriore della chiesa, ovvero dove si inerpica l'attuale via Nino Bixio.
Nella cappella della Madonna del Rosario si possono ammirare un quadro di Giovanni Andrea De Ferrari del 1635, e la statua lignea di Anton Maria Maragliano, della Madonna del Rosario. Si conserva il documento originale con cui nel 1715 i domenicani commissionarono la scultura, considerata uno dei capolavori del prolifico scultore genovese: “si fece la nobile bellissima statua di N.ra Sig.ra del Rosario da portare in processione, il di cui scultore fu il celebre rinomatissimo Maraggiano da Genova, le di cui opere sono tanto accreditate anche longi da noi, nei regni di Spagna, di Portogallo e delle Indie”.[4]