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Il Chiarismo lombardo fu un movimento artistico nato a Milano all'inizio degli anni trenta.
Il termine fu coniato per la prima volta dal critico Leonardo Borgese nel 1935, riferendosi ad alcuni giovani pittori lombardi che, a contatto con il critico Edoardo Persico, lavoravano a una pittura dai colori chiari e dal segno leggero e intriso di luce[1], quindi ripreso da Guido Piovene nel 1939. La tecnica (utilizzata soprattutto da Angelo Del Bon e dai chiaristi mantovani) usata anche da Renato Birolli, consisteva nel dipingere su una base di bianco ancora umida[2].
Gli artisti, con le loro opere si ponevano in opposizione al neoclassicismo novecentesco e ufficiale[3]. Fu di fatto il primo movimento antinovecentista[4].
Della scuola milanese facevano parte:
La scuola dei chiaristi mantovani prese avvio nell'agosto 1933 per opera di Angelo Del Bon e Oreste Marini e di essa facevano parte:
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