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film del 1984 diretto da Giuseppe Ferrara Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Cento giorni a Palermo è un film del 1984 diretto da Giuseppe Ferrara, interpretato da Lino Ventura e Giuliana De Sio.
La pellicola narra le vicende accadute nei 100 giorni passati nel capoluogo siciliano dal generale Carlo Alberto dalla Chiesa.
Nello stesso film l'attore Adalberto Maria Merli appare sia come attore che come doppiatore del protagonista Lino Ventura. Quest'ultimo al suo penultimo film, compare inizialmente anche nel ruolo di un mafioso. Si tratta dell'ultimo film di Stefano Satta Flores, che morì l'anno dopo per leucemia.
Boris Giuliano, capo della Squadra Mobile di Palermo, viene ucciso la mattina del 21 luglio 1979 dentro un bar da un killer solitario. Cesare Terranova, giudice istruttore del tribunale di Palermo, viene ucciso il 25 settembre 1979, sotto casa sua, insieme al Maresciallo di Pubblica Sicurezza Lenin Mancuso. Piersanti Mattarella, Presidente della Regione Siciliana il 6 gennaio 1980, sotto casa sua, mentre era in auto con la moglie e i 2 figli. Gaetano Costa, giudice presso il Tribunale di Palermo, il 6 agosto 1980.
Viene mostrata una "Cupola" composta da faccendieri, imprenditori e mafiosi che pianifica e decide i grandi delitti. Dopo l'assassinio di Pio La Torre, segretario regionale del PCI e del suo collaboratore Rosario Di Salvo, lo Stato manda in Sicilia come nuovo Prefetto di Palermo il Generale dei Carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa, protagonista della guerra al terrorismo durante gli anni di piombo e già attivo in Sicilia nel dopoguerra, con il compito di combattere la mafia.
Il Generale si insedia in Prefettura, ma subito si accorge che la situazione palermitana è più che mai delicata: nessuno, a partire dallo Stato stesso, sembra voglia aiutarlo, il telefono del suo studio non suona mai, i pieni poteri da lui chiesti si rivelano solo una promessa, e il suo arrivo nel capoluogo siciliano incrementa la lunga scia di delitti della guerra di mafia.
Nonostante le continue trappole e le numerose minacce di morte, il Generale va avanti, aiutato da pochissimi alleati, tra i quali il Capitano dei Carabinieri Fontana, conosciuto dodici anni prima, dai familiari, e dalla giovane moglie Emanuela Setti Carraro, che sposa in seconde nozze il 12 luglio 1982. Privato dei suoi più stretti collaboratori e diventato scomodo per molti, dopo aver rilasciato un'intervista polemica a Giorgio Bocca, il Generale, insieme alla moglie e all'agente di scorta Domenico Russo, cade in un agguato mafioso il 3 settembre 1982.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 231151002094630280009 · BNE (ES) XX4888141 (data) · BNF (FR) cb142915387 (data) |
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