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famiglia italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
I Cavassa di Carmagnola e Saluzzo furono signori di Cervignasco e consignori di Beinasco e Costigliole Saluzzo
La famiglia Cavassa fu presente a Carmagnola già nel XIII secolo: Goslinus Cavaxza fu testimone in un atto del 1217, Otto Cavassa fu nominato nel 1227 fra gli uomini di Carmagnola deputati dal marchese Bonifacio II del Monferrato, reggente per volontà di Manfredo III di Saluzzo a determinare i confini dei terreni acquistati dal Monastero di Casanova dai conti di Lomello. Nel XIV secolo Obertone Cavassa fu nominato fra i capi di casa presenti all'assemblea dell'8 dicembre 1309, tenuta da Manfredo IV di Saluzzo con i cittadini di Carmagnola insieme ai suoi figli Gadello e Giovanni padre di Ardizzone e Andrea.
Giovanni Cavassa, figlio di Andrea ebbe due figli: Bartolomeo e Vieto. Bartolomeo, consigliere di Mondovì nel 1388, fu padre di Enrico, sindaco di Carmagnola con Clemente di Montaldo nel 1437, un anno dopo che la stessa carica era stata ricoperta da Filippo Granetto e Bonifacio Ternavasio. Enrico comprò nel 1438, dalla famiglia Ferreri di Mondovì, una casa feudale conosciuta come Palazzo degli Elefanti per via degli affreschi sulla facciata che ritraggono un corteo di elefanti eseguiti nel 1567 per ricevere il duca Ludovico Gonzaga-Nevers. Oggi questa casa ospita la Società Operaia Francesco Bussone. Enrico fu nuovamente sindaco nel 1442 con Antonio Gatto e morì nel 1476 lasciando una sola figlia, Gloriosa, che sposò in prime nozze Giovanni Roero di Sommariva e, in seconde, il cugino Galeazzo. Vieto, vivente nel 1406 fu padre di: Giovannone podestà di Belluno nel 1405, consigliere al parlamento di Grenoble nel 1422 e di Pietro sindaco di Carmagnola nel 1490 con Giovannino de Pagno e Giacomo Granetto. Pietro fu padre di: Giovanni e Galeazzo.
Francesco Cavassa morto nel 1528, figlio di Galeazzo, venne creato nel 1488 vicario particolare del Marchese Ludovico II di Saluzzo e giudice supremo delle cause d'appello. Fece costruire da Matteo Sanmicheli la tomba di suo padre Galeazzo nella Chiesa di S.Giovanni di Saluzzo e il portale di Casa Cavassa e affidò ad Hans Clemer la Pala della Madonna della Misericordia dove sono ritratti Ludovico II di Saluzzo e Margherita de Foix de Candale. Nel 1502 divenne vicario del contado di Saluzzo per il marchese Ludovico II di Saluzzo, quindi suo consigliere. Nel 1504 divenne vicario generale del marchesato sotto la reggenza di Margherita de Foix de Candale .[10] che ottenne la protezione di Luigi XII di Francia. Come vicario generale diede vita a una Camera dei conti e nel 1511 ottenne dal Papa Giulio II che Saluzzo acquistasse il rango di sede vescovile. La sua fortuna terminò quando Giovanni Ludovico di Saluzzo, che era stato incarcerato per essersi alleato con Carlo V d'Asburgo, fu liberato nel 1528. Francesco fu imprigionato nella rocca di Revello dove morì. Suo figlio Tommaso nel 1543 fu chiamato da Gabriele di Saluzzo e dal suo siniscalco Pietro Granetto a far nascere il tribunale per la cognizione delle cause del Marchesato di Saluzzo. Sempre Gabriele di Saluzzo lo chiamò nello stesso anno a ricoprire la carica di Podestà.[11]. Anche suo figlio Francesco fu per tre volte sindaco di Carmagnola[12]
Giuseppe Cavassa nato nel 1610, figlio di Giovanni Nicola, nel 1650 fu assessore delle finanze per le truppe che svernavano a Carmagnola. Sposò Lucrezia Menochio .[13] e fu padre di Giò Nicola marito di Francesca Demarchi, Anna Maria moglie di Luigi Provagnetto, Antonia Leonora, moglie di Michele Capra di Azzano (1658) e Giò Agostino (1644-1686) marito di Giulia Provagnetto e padre di Luigi (1675-1752) marito di Amma Maria Spanzotti e padre di Anna Elisabetta moglie di Filippo Antonio Goretti e, in seconde nozze di Carlo Alessio Rasetti e di Giò Francesco Maria.
D'azzurro, al cavedano (quagliasco) d'argento, posto in banda.
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