cavalieri leggendari della saga di re Artù Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
I cavalieri della Tavola Rotonda sono i cavalieri di rango più elevato della corte di re Artù, menzionati dalle leggende arturiane. La Tavola Rotonda, attorno alla quale i cavalieri si incontrano, è un simbolo dell'uguaglianza di tutti i suoi membri, perché il tavolo non avendo nessun capotavola rende i cavalieri tutti uguali. Ai cavalieri era assegnato il compito di mantenere la pace nel regno, e successivamente quello di intraprendere la ricerca del Santo Graal.
Il numero dei cavalieri varia di molto a seconda dei racconti, da 12 ad alcune centinaia, o anche 1600 secondo Layamon[1]. Thomas Malory[2] e Hartmann von Aue fissano il numero a 140, mentre Jean d'Outremeuse a 60. La Tavola Rotonda di Winchester, un manufatto inglese databile agli anni settanta del XIII secolo, elenca i nomi di 24 cavalieri[3]. 300 fu il numero scelto da Edoardo III d'Inghilterra, quando decise di creare il suo Ordine dei Cavalieri della Tavola Rotonda nel 1344[4].
La Tavola Rotonda di Winchester, un manufatto del XIII secolo, elenca i nomi di 24 cavalieri, oltre a quello di re Artù[3][5]:
Alymere
Bedivere
Bleoberis
Bors de Ganis
Brunor le Noir
Dagonet
Degore
Ector de Maris
Galahad
Gareth
Gawain
Kay
Lamorak
Lancelot du Lac
La Cote Male Taile
Lucan
Le Bel Desconneu
Lionel
Mordred
Palamedes
Pelleas
Percival
Safir
Tristram de Lyones
Thomas Malory
L'episodio di Thomas Malory "La guarigione di Sir Urry" nel Manoscritto di Winchester de La Morte di Artù elenca anche (oltre a molti dei precedenti) i seguenti cavalieri[6][7]:
Nella serie di videogiochi di ruolo giapponeseFinal Fantasy, vi è un'invocazione, apparsa per la prima volta in Final Fantasy VII, che prende il nome di "Knights of the Round". Quando invocati, si manifestano tredici eroi che altri non sono che il leggendario re Artù e i suoi mitici cavalieri. Quando appaiono, sono soliti attaccare uno alla volta, sferrando ciascuno una tecnica devastante, per poi cedere il passo al loro sovrano, che conclude con un solo colpo della sua spada luminosa, Excalibur.[8]
Withrington, John, "He Telleth the Number of the Stars; He Calleth Them All by Their Names": The Lesser Knights of Sir Thomas Malory's "Morte Darthur", in Quondam et Futurus, vol.3, n.4, 1993, pp.17–27, JSTOR27870251.
Thomas Malory's Le Morte D'Arthur, the Winchester Manuscript. Edited and abridged by Helen Cooper, this book was published by Oxford University Press in 1998.