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Caterina Vitale (Grecia, 1566 – Siracusa, 1619) è stata una farmacista e chimica maltese, la prima donna farmacista a Malta e presso gli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme.
Caterina Vitale era originaria della Grecia.[1] Si sposò quando ancora era ancora molto giovane con Ettore Vitale, farmacista degli Ospitalieri.[2][3] Dopo la morte del marito, avvenuta nel 1590, ereditò la sua farmacia e il compito di fornire i medicinali alla Sacra Infermeria.[2] Venne descritta come una donna d'affari di successo e diventò molto ricca; è nota anche come benefattrice dell'ordine dei Carmelitani.[2]
Trovandosi in una posizione a quel tempo inusuale per una donna, fu una figura controversa e divenne oggetto di leggende, calunnie e pettegolezzi. Fu accusata di essere una prostituta, di essere litigiosa e di torturare sadicamente gli schiavi.[3]
Morì nel 1619 a Siracusa, in Sicilia, e il suo corpo fu portato alla Valletta e bruciato nella chiesa dei Carmelitani.[4] Entrando nella chiesa, a sinistra di chi entra, si trovano ancora la sua pietra tombale e quella di Caterina Scappi, la fondatrice del primo ospedale per donne a Malta.[5]
Alla sua morte Vitale lasciò in eredità parte della propria fortuna e la proprietà del palazzo Selmun al "Monte della Redenzione degli Schiavi", una istituzione che lavorava per liberare i maltesi caduti in schiavitù.[6] Lasciò legati all'Ordine di Malta, a sua nipote, ai carmelitani e alla Chiesa Greca, mentre non lasciò nulla a sua figlia.
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