Castello di Segalara

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Il castello di Segalara era una fortezza difensiva che sorgeva ai margini dei boschi di Carrega presso Talignano, nel comune di Sala Baganza, in provincia di Parma. Il castello era posto in posizione dominante su un colle a 260 m.s.l.m a guardia della valle dello Scodogna e della media Val Taro.[1]

Fatti in breve Ubicazione, Stato ...
Castello di Segalara
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Facciata est
Ubicazione
Statoora smembrato in più abitazioni
Stato attuale Italia
RegioneEmilia-Romagna
CittàSegalara, frazione di Sala Baganza
Indirizzostrada Segalara e strada Comunale di Talignano 60 ‒ Segalara ‒ Sala Baganza (PR)
Coordinate44°43′09.67″N 10°10′51.25″E
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Informazioni generali
Tipocastello
Inizio costruzioneXII secolo circa
Primo proprietariosconosciuto, forse famiglia Sanvitale
Condizione attualescomparso, riedificata una villa sulle sue fondamenta
Visitabileno
Informazioni militari
Funzione strategicadifensiva abitativa
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Storia

Riepilogo
Prospettiva
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Ingresso alla corte

Le prime notizie del castello si confondono con quelle del borgo di Segalara, insediamento abitativo di antichissime origini.

Le prime notizie di un castello o roccaforte risalgono nel 1141, quando il territorio era conteso fra diverse famiglie, tra le quali i Sanvitale, e il borgo figurava munito di una struttura difensiva chiamata Torre di San Lorenzo.[2]

Il castello passò poi ai Rossi in una data imprecisata del XIII secolo, infatti quando Gilberto da Correggio prese Parma nel 1303, i Rossi si rifugiarono nel castello concentrando in esso uomini e mezzi per tentare la controffensiva.[3]

Tuttavia il tentativo dei Rossi non andò a buon fine e il castello venne espugnato e gravemente danneggiato dalle truppe di Gilberto nel 1305.[3]

Dopo la cacciata da Parma di Gilberto avvenuta nel 1316, I Rossi rientrarono in possesso del castello riedificandolo e rinforzandolo[2][3], il castello, seppur di modeste dimensioni[2], raggiunse il suo massimo splendore nel XV secolo, tanto che Pier Maria II de' Rossi chiese al Bembo nella Camera d'Oro del Castello di Torrechiara.[1]

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Lato nord della corte

Lasciata nel testamento del 1464 di Pier Maria II de' Rossi al figlio Bernardo e nell'emendamento del 1480 al figlio naturale Bertrando che soggiornò abbastanza spesso nel castello.[4] Fatta eccezione per un paio di anni in cui fu prigioniero di Ludovico il Moro, Bertrando mantenne il possesso del castello sino alla morta avvenuta nel 1502, anno in cui il castello passò con tutti i suoi feudi sotto la sovranità di Troilo I de' Rossi, marchese di San Secondo.

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Lato sud della corte

I marchesi di San Secondo tennero il possesso della rocca, sino al 1635 anno in cui fu confiscata dai Farnese a causa della militanza di Troilo IV de' Rossi sotto le insegne dei re di Spagna, invisi ai duchi di Parma.[5]

Restituita a Scipione I de' Rossi nel 1653, fu definitivamente ceduta da Scipione stesso alla camera ducale nel 1666, insieme a tutte le altre rocche dell'appennino, a causa della disastrosa situazione economica nella quale versavano le finanze dei Rossi.[3][6]

Nel 1682 i Farnese vendono il castello al marchese Gian Antonio Canossa di Pontremoli, i Canossa trasformarono il castello ormai cadente in una villa inglobando parte delle strutture esistenti, la villa fu poi ceduta nell'Ottocento alla famiglia Franceschi e in seguito venne divisa fra più proprietari.[2]

Note

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