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La carsenza (in dialetto milanese carsenza del primm de l'ann o foneticamente carsensa) è un dolce di Milano tipico delle festività natalizie. In particolare, per tradizione, si consuma nel giorno di Capodanno.[1][2][3]
«El primm de l'ann se comenza, a mangià la carsenza.»
«A Capodanno si comincia, mangiando la carsenza»
"Carsenza", in dialetto milanese, significa "crescenza", indicando genericamente una focaccia di pasta lievitata che "cresce", "lievita"[4]. Il termine "carsenza" indica anche, sempre in dialetto milanese, il piccolo formaggio molle che è conosciuto anche come "stracchino". Le origini della carsenza sono umili, dato che affondano nella tradizione contadina. Era in genere consumata in autunno e per tutto l'inverno in particolar modo, per tradizione consolidata, a Capodanno. Nell'Altomilanese (in particolare presso Arconate e Inveruno, dove prende anche il nome di "piota") la carsenza rappresenta il dolce tipico delle tradizionali fiere autunnali.
La pasta utilizzata per preparare la carsenza era a lievitazione naturale, quindi senza lieviti aggiunti[5]. In genere era quella che avanzava ai panettieri dopo una settimana di preparazione del pane. Questa pasta veniva di nuovo lavorata aggiungendo farina, acqua, mele e uvetta. Le mele erano le prime che maturavano sugli alberi, mentre l'uva era l'ultima che si ricavava dalla vendemmia autunnale e che veniva poi essiccata a formate l'uvetta. In seguito, con il miglioramento del tenore di vita, alla ricetta originaria sono stati aggiunti lievito di birra, burro, zucchero, pere e fichi secchi.
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