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poetessa spagnola Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Carmen Conde (Cartagena, 15 agosto 1907 – Madrid, 8 gennaio 1996) è stata una poetessa spagnola, una delle donne della Generazione del '27.
È stata la prima donna ad essere eletta nella Real Academia Española (1979).
Carmen Conde nasce il 15 agosto del 1907 a Cartagena. All'età di 6 anni con i genitori Luis Conde Parreño e María Paz Abellán García si trasferisce a Melilla, dove risiederà dal 1914 al 1920. Le memorie di questo periodo sono raccolte in Empezando la vida. Memorias de una infancia en Marruecos (1914-1920).[1] Nel 1923, per aiutare economicamente la famiglia[2], trova lavoro presso la Società Spagnola di Costruzione Navale, e un anno dopo comincia la sua collaborazione con la stampa locale. A 19 anni inizia le magistrali presso la Scuola Normale di Murcia.
Nel 1928 scrive Ley: entregas de capricho e Obra en Marcha: diario poético, entrambe pubblicate da Juan Ramón Jiménez. Nel 1929 esce la sua quarta opera, Brocal. Nel dicembre 1931 si sposa con Antonio Oliver, con il quale fonderà la prima Università Popolare di Cartagena nell'intento di promuovere l'alfabetizzazione della popolazione, la protezione dell'infanzia e l'educazione delle donne. L'Università popolare, dal 1933 sede del Consiglio delle missioni pedagogiche della Provincia di Murcia, sarà dotata di una biblioteca per adulti e di una per bambini, di un cinema e di spazi dedicati a conferenze e mostre d'arte.[3] Nel 1933 Conde e Oliver pubblicano la rivista Presencia, organo dell'università popolare. In questo periodo Carmen conosce la poetessa cilena Gabriela Mistral e lavora come maestra presso la Escuela Nacional de Párvulos di El Retén.
Nel 1934 pubblica Júbilos, con l'introduzione di Gabriela Mistral e le illustrazioni di Norah Borges. Lavora come ispettrice presso l'orfanotrofio di El Pardo, fino al 1935, quando si dimette. Lo stesso anno Conde e Oliver collaborano con alcuni periodici nazionali, come ad esempio El Sol, e riviste ispanoamericane.
Nel 1936 la scrittrice conosce Amanda Junquera, moglie del docente di storia spagnola Cayetano Alcázar Molina, con la quale avrà una relazione sentimentale.[4] Josè Luis V. Ferris scrive in Carmen Conde: Vida, Pasión y Verso de una Escritora Olvidada che la vita e la poesia dell'autrice «si vedono definite da questa battaglia interiore che Carmen dovette affrontare fino alla fine dei suoi giorni, una lotta intima, forse segreta, fra le ombre del passato e il presente assieme a Amanda Junquera».[5]
Con lo scoppio della Guerra Civile, il marito di Carmen si unisce all'esercito repubblicano. Carmen Conde lo segue per diverse città dell'Andalusia, ma successivamente torna a Cartagena per prendersi cura della madre.[6] Durante il 1936 la coppia viaggerà in Francia e nei Paesi Bassi per studiare le istituzioni di cultura popolare di quei paesi; l'anno successivo la scrittrice tiene dei corsi alla Facoltà di Lettere di Valencia.[6]
Con la fine della Guerra civile, Oliver si stabilisce prima a Guadix e poi a Jaén[7], Carmen Conde nel Monastero dell'Escorial, sotto la protezione della famiglia Alcázar.[8] Per comunicare con il marito si avvale dell'amico José Ballester Nicolas, direttore de La Verdad.
Gli anni Quaranta rappresentano un periodo particolarmente produttivo sia per Conde che per il marito, anche se rimangono divisi: impartiscono lezioni di lingua per gli stranieri, partecipano a conferenze, e Carmen continua a scrivere utilizzando spesso diversi pseudonimi, tra cui Magdalena Noguera e Florentina del Mar.[9] Nel 1941 la scrittrice si stabilisce in via Wellingtonia a Madrid, in un immobile di proprietà di Vicente Aleixandre, residente al piano terra. Dal 1944 al 1951 collabora con Radio Nacional de España.
I due coniugi si riuniscono nel 1945 a Madrid[10] con la madre di Conde, fino al 1949, quando si trasferiranno nel domicilio di Calle Ferraz. Carmen si fa carico della consulenza editoriale della casa editrice Alhambra, collabora nella sezione bibliografica del CSIC (Consejo Superior de Investigaciones Científicas) e nella sezione delle Pubblicazioni dell'Università Centrale di Madrid. In questi anni pubblica alcune delle sue opere più famose: Ansia de la Gracia, Mujer sin Edén e Mientras los hombres mueren, opera che secondo le parole dell'autrice "canta le province desolate del dolore"[11], ma che esprime anche "la sua ribellione e il suo spirito di lotta di fronte all'ingiusto destino degli innocenti."[12]
Nel 1956 Conde e Oliver gestiscono l'archivio del poeta nicaraguense Rubén Darío, di proprietà della sua ultima compagna Francisca Sánchez. Il 28 luglio del 1968 muore Antonio Oliver e, tre anni dopo, Conde ne promuove l'edizione dell'opera completa. Nel 1978 viene eletta nella Real Academia, occupando la poltrona "k" (l'altra candidata era Rosa Chacel[13]). Il discorso d'ingresso all'accademia pronunciato nel gennaio del 1979 si intitola Poesía ante el tiempo y la inmortalidad.
A partire dal 1982 iniziano a manifestarsi i primi sintomi di Alzheimer. Nonostante la sua malattia, la poetessa continua a concedere interviste, a partecipare alle trasmissioni Radio, e in generale a frequentare gli ambienti pubblici. Nel 1987 riceve il Premio Nacional de Literatura Infantil y Juvenil per il suo Canciones de nana y desvelo. Il lavoro di Carmen nell'ambito della letteratura infantile è particolarmente rilevante: si fa promotrice della produzione per l'infanzia e propone opere teatrali per bambini in TV, in radio (come RTVE[14]) e nelle riviste da lei redatte.[15]
Negli ultimi anni della sua vita, fra il 1992 e il 1996, vive in una residenza a Majadahonda (Madrid). Nel settembre del 1992 scrive il suo testamento, donando la sua intera opera e quella del marito a Cartagena, la sua amata città natale. Nel 1995 verrà fondato l'archivio e il museo Carmen Conde-Antonio Oliver[16].
Dopo la sua morte, la sua cattedra alla Real Academia Española verrà occupata nel '98 da Ana María Matute.
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