Carlo Giartosio
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Carlo Giartosio (Torino, 15 marzo 1892 – Costigliole Saluzzo, 30 ottobre 1955) è stato un ammiraglio italiano, già distintosi come ufficiale nel corso della guerra italo-turca e della Grande Guerra. Durante la seconda guerra mondiale prestò servizio presso l'Alto Comando della Regia Marina (Supermarina) a Roma sino al 5 maggio 1942, quando assunse il comando del gruppo cacciatorpediniere di squadra. Assunse poi l'incarico di Comandante superiore della Regia Marina in Libia, mantenendo l'incarico fino al gennaio 1943, quando a seguito del precipitare della situazione bellica, fu evacuato in Italia dopo aver applicato le massime opere di sabotaggio nei porti libici, in particolare a Bengasi. Rientrato in Patria ritornò in servizio presso Supermarina, e il 27 luglio 1943 fu nominato sottocapo di stato maggiore aggiunto della Regia Marina, e il 12 agosto sottocapo di stato maggiore.
Carlo Giartosio | |
---|---|
Nascita | Torino, 15 marzo 1892 |
Morte | Costigliole Saluzzo, 30 ottobre 1955 |
Dati militari | |
Paese servito | Italia Italia |
Forza armata | Regia Marina Marina Militare Italiana |
Anni di servizio | 1913-1946 |
Grado | Ammiraglio di divisione |
Guerre | Guerra italo-turca Prima guerra mondiale Seconda guerra mondiale |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Regia Accademia Navale di Livorno |
dati tratti da Uomini della Marina, 1861-1946[1] | |
voci di militari presenti su Wikipedia | |
Biografia
Riepilogo
Prospettiva

Nacque a Torino il 15 marzo 1892.[1] Nel 1910 fu ammesso a frequentare la Regia Accademia Navale di Livorno da cui uscì, con il grado di guardiamarina, nel 1913.[2] Prese parte alla guerra italo-turca (1911-1912) imbarcato sull'ariete torpediniere Etna. Fu poi imbarcato sulle navi da battaglia Roma e Giulio Cesare, dove si trovava all'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia il 24 maggio 1915.[2] Dal luglio successivo, su sua richiesta, fu assegnato come ufficiale di bordo alla specialità dirigibili, venendo promosso tenente di vascello e conseguendo, nel 1917, il brevetto di ufficiale in seconda.[2] Nel 1918 conseguì il brevetto di pilota di idrovolanti.[2] Al termine della Grande Guerra risultava decorato con due medaglie d'argento al valor militare e con la croce al merito di guerra.[2] nel 1919, imbarcato sul cacciatorpediniere Irrequieto, partecipò alle operazioni di occupazione dell'Albania.[2] Nel 1921, assegnato alla stazione idrovolanti di Pola, si distinse nelle operazioni di spegnimento di due depositi munizioni che si erano incendiati, e per tale impegno fu decorato con la terza medaglia d'argento al valor militare.[2] Promosso capitano di corvetta fu assegnato alla Scuola di guerra di Torino, e tra il 1925 e 1927, fu comandante dei cacciatorpediniere Giovanni Acerbi e Euro.[2] Promosso capitano di fregata, tra il 1930 e il 1932 ricoprì l'incarico di addetto navale in Jugoslavia e Romania, e poi assunse il comando del cacciatorpediniere Nembo e della relativa squadriglia CT.[2] Divenuto capitano di vascello nel 1935 assunse il comando del cacciatorpediniere Aquilone e della 2ª Flottiglia cacciatorpediniere, e poi dell'incrociatore leggero Giovanni dalle Bande Nere (1935-1937).[2] Fu poi assegnato al comando superiore del C.R.E.M. e al Consiglio superiore di marina come membro e segretario.[2] All'atto dell'entrata nella seconda guerra mondiale del Regno d'Italia, il 10 giugno 1940, si trovava presso la Scuola di guerra del Regio Esercito a Torino, venendo immediatamente assegnato all'Alto Comando della Regia Marina (Supermarina) a Roma.[2] Promosso contrammiraglio rimase in servizio presso Supermarina fino al 5 maggio 1942, quando assunse il comando del gruppo cacciatorpediniere di squadra.[2] Assunse poi l'incarico di Comandante superiore della Regia Marina in Libia, mantenendo l'incarico fino a quando, nel gennaio 1943, a seguito del precipitare della situazione bellica, fu evacuato in Italia.[2] Per la sua azione decisa in quei frangenti, dimostratasi nelle fasi di abbandono dei porti libici, in particolare di Bengasi, fu insignito della terza medaglia d'argento al valor militare, mentre l'alleato tedesco gli conferì la Croce di Ferro di seconda classe e la Croce al merito con stella e spada dell'Ordine dell'Aquila tedesca.[2] Rientrato in patria ritornò in servizio presso Supermarina, e il 27 luglio 1943 fu nominato sottocapo di stato maggiore aggiunto della Regia Marina, e il 12 agosto sottocapo di stato maggiore.[2] All'atto dell'armistizio dell'8 settembre 1943 rimase nel territorio occupato dai tedeschi, e dopo la liberazione di Roma, 4 giugno 1944, assunse il comando superiore delle siluranti, che mantenne sino all'agosto 1946.[2] Lasciò il servizio attivo il 31 dicembre 1946.[2] Con Decreto del Presidente della Repubblica Italiana del 24 novembre 1947 fu insignito della Croce di Cavaliere dell'Ordine militare d'Italia.[1] Si spense a Costigliole Saluzzo (provincia di Cuneo) il 30 ottobre 1955.[2]
Onorificenze
— Decreto Presidenziale del 24 novembre 1947.[3]
«Ardito ed infaticabile osservatore aereo affrontò sempre con serena audacia l'intenso fuoco avversario dal quale ebbe l'apparecchio numerose volte colpito, sia in numerosi bombardamenti diurni e notturni sia in esplorazione di piazza forte nemica. Alto Adriatico, agosto1917-febbraio 1918.»
— Decreto Luogotenenziale 25 aprile 1918.
— Decreto Luogotenenziale 25 aprile 1918.
«Comandante di una squadriglia di idrovolanti al servizio della 3ª Armata, organizzatore coscienzioso e sagace, esempio ai dipendenti di vivo sentimento del dovere e di coraggio, compì numerose missioni di guerra, scendendo a bassa quota sul nemico, incurante del violento fuoco antiaereo, che più volte colpì l'apparecchio da lui pilotato, per bombardarlo, mitragliarlo e prendere fotografie che furono di grande utilità nelle nostre offensive. Alto Adriatico, febbraio-novembre 1918.»
— Decreto Luogotenenziale 16 febbraio 1919.
— Decreto Luogotenenziale 16 febbraio 1919.
«Nell'occasione dello scoppio di due depositi di esplosivi accorreva volontariamente fra i primi sul luogo, seppe reclutare il personale ed organizzarlo sollecitamente per un rapido lavoro di spegnimento prestando con molto zelo e noncuranza del pericolo la sua opera efficacissima per un rapido lavoro di isolamento e spegnimento. Pola, 23 luglio 1921.»
— Decreto Luogotenenziale 19 novembre 1922.
— Decreto Luogotenenziale 19 novembre 1922.
«Comandante superiore della R. Marina in Libia, con intelligente e virile azione di comando, curava il potenziamento delle difese del litorale libico. Successivamente, in seguito ad eventi bellici, predisponeva ed organizzava personalmente lo sgombero dei porti della Cirenaica, sostando in essi, e in particolare a Bengasi, fino all'ultimo, dopo essersi assicurato che gran parte del materiale fosse recuperato ed aver presenziato alla distruzione delle opere portuali. Africa settentrionale, 23 novembre 1942 .»
— Regio Decreto 25 gennaio 1943.
— Regio Decreto 25 gennaio 1943.
Onorificenze estere
Note
Bibliografia
Voci correlate
Wikiwand - on
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.