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astronomo e matematico italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Carlo Antonio Manzini (talvolta scritto Mangini o Mansini) (Bologna, 5 ottobre 1600 – 1677) è stato un astronomo e matematico italiano. Nobile bolognese[1], era il fratello di Luigi Manzini (1604–1657), famoso teologo e scrittore[2] e del romanziere Giovanni Battista Manzini.[1]
Figlio di Girolamo Manzini e Camilla Vitali, nacque a Bologna il 5 ottobre 1600. Si addottorò in filosofia a Bologna il 22 dicembre 1625. Ammiratore di Galileo, si dedicò sin da giovane allo studio della matematica, dell'astronomia e dell'ottica e si legò d'amicizia con Mario Bettini, Bonaventura Cavalieri e Ovidio Montalbani.[1] Entrò in contatto anche con due dei principali costruttori di telescopi del periodo: Francesco Fontana ed Eustachio Divini.[3] Trasferitosi a Firenze, fu aggregato all'Accademia degli Apatisti e divenne segretario del cardinale Scipione Pannocchieschi, protettore dell'Accademia. Davanti all'Accademia pronunciò due importanti discorsi sul vuoto.[4] A Firenze compose, per i padri Certosini, una vita di Bruno di Colonia, fondatore dell'Ordine. Ritornato a Bologna si dedicò completamente allo studio dell'astronomia, costruendosi un piccolo osservatorio nella sua residenza di Battedizzo. Fu uno dei fondatori dell'Accademia matematica dei Vespertini di Bologna e fece parte di varie importanti accademie letterarie: quelle bolognesi dei Gelati e della Notte e quella romana degli Umoristi. Morì a Bologna nel 1677.
Gli è stato intitolato il cratere Manzini sulla Luna.
La raccolta dei manoscritti di Manzini è conservata nella Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna (Mss., B.1399).[1]
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