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specie di squalo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Carcharhinus sorrah (Müller & Henle, 1839) è una specie di squalo del genere Carcharhinus e della famiglia Carcharhinidae.
Carcharhinus sorrah | |
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Stato di conservazione | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Chondrichthyes |
Sottoclasse | Elasmobranchii |
Ordine | Carcharhiniformes |
Famiglia | Carcharhinidae |
Genere | Carcharhinus |
Specie | C. sorrah |
Nomenclatura binomiale | |
Carcharhinus sorrah Müller & Henle, 1839 | |
Sinonimi | |
Carcharias sorrah | |
Areale | |
Abitano l'Oceano Indiano e quello Pacifico occidentale. Dal Mar Rosso e l'Africa orientale in particolare presso il Madagascar, Mauritius e le Seychelles sino alle Filippine, alla Cina, all'Australia. Sono stati rinvenuti anche presso Vanikoro e le Isole Salomone. In modo più raro si osservano presso il Golfo di Aden, il Golfo di Oman e lo Sri Lanka.[1]
Vivono in acque tra la superficie ed i 140 metri di profondità, spesso presso barriere coralline[2].
Il record di dimensioni per questa specie è di 160 cm[3], mentre quello di massa corporea è di 28 kg[4]. La massima età mai riscontrata è di 8 anni[4]. Il corpo è snello ed allungato, il muso arrotondato, gli occhi grandi e circolari, i denti serrati e con cuspidi oblique. La seconda pinna dorsale è molto ridotta in dimensioni. La cresta interdorsale è presente[5]. Le punte delle pinne pettorali, dorsale ed il lobo inferiore della caudale sono scure. La prima dorsale ha una punta sottile, ma visibilmente scura, mentre le pinne pelviche e ed il lobo superiore della caudale sono monotinta[6]. Il corpo in senso generale è grigio o marrone sul dorso, bianco sul ventre con una zona dorata tra le fessure branchiali e gli occhi[1]. Una banda scura si estende sui fianchi a partire dalle pinne pelviche verso la coda[1].
Normalmente frequentano acque costiere[7] anche se a volte si trovano anche al largo[2]. Tendono inoltre a spostarsi vicino al fondo durante il giorno ed a risalire in superficie nelle ore notturne[4]. Spesso nel corso della loro vita non si muovono per più di 50 km, ma succede che emigrino per un totale di 1000[4]. Anche se prediligono pesci teleosti, si nutrono occasionalmente di cefalopodi e crostacei[8]
Viene catturato con una certa regolarità attraverso tutto il suo areale specialmente ad opera di pescherecci di scala ridotta[7]. La sua carne viene utilizzata per l'alimentazione umana e le pinne alimentano il famoso commercio asiatico. Dall'olio del fegato si estraggono vitamine e le viscere come esca per altri pesci[1].
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