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comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Caraffa del Bianco è un comune italiano di 454 abitanti della città metropolitana di Reggio Calabria in Calabria.
Caraffa del Bianco comune | |
---|---|
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Calabria |
Città metropolitana | Reggio Calabria |
Amministrazione | |
Sindaco | Stefano Umberto Marrapodi (lista civica) dal 7-5-2012 (3º mandato dal 13-6-2022) |
Data di istituzione | 19-12-1807 |
Territorio | |
Coordinate | 38°06′N 16°05′E |
Altitudine | 355 m s.l.m. |
Superficie | 11,46 km² |
Abitanti | 454[1] (31-10-2021) |
Densità | 39,62 ab./km² |
Comuni confinanti | Bianco, Casignana, Ferruzzano, Sant'Agata del Bianco |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 89030 |
Prefisso | 0964 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 080021 |
Cod. catastale | B718 |
Targa | RC |
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta)[2] |
Nome abitanti | caraffesi |
Patrono | Madonna degli Angeli |
Giorno festivo | 8 agosto |
Cartografia | |
Posizione del comune di Caraffa del Bianco all'interno della città metropolitana di Reggio Calabria | |
Sito istituzionale | |
Caraffa del Bianco si trova su un colle a circa 355 m sul versante orientale dell'Aspromonte ad est di Reggio Calabria. Il suo territorio si affaccia sulla vallata della fiumara Laverde ed è circondato da boschi di ulivi secolari, querce, castagni e ciliegi, oltre ad avere numerose sorgenti d'acqua e un clima molto salubre[3].
La fondazione di Caraffa del Bianco è strettamente legata al limitrofo comune di Bianco, il cui feudatario, Fabrizio Carafa, principe di Roccella, tra il 1589 e il 1594 fece fondare un nuovo abitato, permettendo a diverse nobili famiglie originarie di Sant'Agata del Bianco, come i Sotira, venute in contrasto con il duca di Precacore, di trasferirsi nel suo feudo e di edificare case nel luogo chiamato "Il pizzo"[4][5]. Il nobile fondatore, quindi, diede al nuovo agglomerato il nome di Caraffa, che deriva dal suo cognome, poiché aveva già nominato con il suo nome il borgo di Fabrizia.
Don Fabio e Ottavio Sotira iniziarono allora a costruire una casa nella zona assegnata, ma a causa della caduta di un fulmine, interpretato come cattivo presagio, lasciarono questa opera incompiuta e decisero di ricostruirla nella località chiamata tutt’oggi "Chiesa Vecchia". Per i nuovi abitanti il principe Carafa comprò la Fontana Boccalupi, lasciando al proprietario venditore l’uso della acqua solo il sabato per annaffiare il giardino e destinandola gli altri giorni per alimentare i mulini del nuovo agglomerato urbano, al fine di svincolare i Caraffesi dalle sudditanza di Sant'Agata[6]. Nel territorio caraffese, come in altre parti della Baronia di Bianco, si allevavano pregiati cavalli di razza, chiamati "Regia Razza" poiché essi venivano venduti anche alle scuderie reali di Napoli. Di questo allevamento rimane traccia nell'odierno gonfalone comunale, raffigurante un cavallo bianco rampante su sfondo rosso.
Nato quindi come casale di Bianco e sottoposto alla giurisdizione feudale della famiglia Carafa, il paese rimase sotto il loro controllo fino all'eversione della feudalità, decretata dal nuovo re di Napoli, Giuseppe Bonaparte, nel 1806: con il varo della nuova riforma amministrativa, Caraffa divenne dunque un Comune autonomo, compreso nel Circondario di Bianco, a sua volta parte del Distretto di Gerace, e mantenne questa suddivisione anche dopo il ritorno sul trono della dinastia borbonica. Nel 1847 Caraffa, insieme ad altri paesi vicini, come Bianco e Bovalino, fu coinvolta nella Rivolta di Gerace, un moto insurrezionale mazziniano organizzato da cinque giovani patrioti, passati alla storia come i "Cinque Martiri di Gerace": tra di essi spiccava il caraffese Rocco Verduci, un giovane possidente terriero di idee liberali, che alla fine fu catturato, condannato a morte e fucilato il 2 ottobre 1847 a Gerace insieme ai suoi compagni di lotta (Gaetano Ruffo, Michele Bello, Pietro Mazzone e Domenico Salvadori)[7].
Dopo l'Unità d'Italia il paese cambiò nome: con Regio Decreto del 1864 infatti ebbe la nuova denominazione di Caraffa del Bianco, per distinguerlo dall'omonimo centro in provincia di Catanzaro. Gravemente colpita dal terremoto di Messina del 1908, con la nuova riforma amministrativa voluta dal fascismo, dal 1926 Caraffa del Bianco fu unita assieme ai comuni limitrofi di Samo, Sant'Agata del Bianco e Casignana nella nuova entità comunale di Samo di Calabria, ritrovando l'autonomia amministrativa solo nel 1946.
Lo stemma e il gonfalone del comune di Caraffa del Bianco sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 5 aprile 1995.[8]
«Di rosso, al cavallo spaventato, di argento, allumato del campo. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di bianco.
Abitanti censiti[12]
Gli stranieri residenti a Caraffa del Bianco al 1º gennaio 2020 sono 21 e rappresentano il 4,4% della popolazione residente[13]. I Paesi più rappresentati sono:
Il comune di Caraffa del Bianco ospita tre plessi scolastici: un asilo pubblico, edificato nel 1919 grazie agli sforzi dell'Associazione del Mezzogiorno e al contributo statunitense; una scuola elementare, intitolata al patriota caraffese Rocco Verduci; e una scuola media, che porta il nome di Corrado Alvaro, legato a Caraffa per via del fratello don Massimo, parroco del centro aspromontano[14].
Caraffa del Bianco ha un'economia prevalentemente agricola e silvo-pastorale: infatti, oltre alla produzione di olive, uva e agrumi, molta importanza hanno l'allevamento di bovini e di caprini e lo sfruttamento delle risorse forestali del territorio circostante.
Caraffa del Bianco è servita dalla SP 69, che la mette in comunicazione sia con gli altri paesi dell'entroterra aspromontano, sia con Bianco, dove passa la Strada Statale 106.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
12 luglio 1988 | 16 luglio 1989 | Giovanni Iofrida | Democrazia Cristiana | Sindaco | [15] |
5 settembre 1989 | 14 giugno 1993 | Giulio Mezzatesta | Democrazia Cristiana | Sindaco | [16] |
14 giugno 1993 | 22 novembre 1993 | Felice Iracà | Commissario prefettizio | [17] | |
22 novembre 1993 | 27 settembre 1996 | Carlo Galletta | Indipendente | Sindaco | [18][19] |
27 settembre 1996 | 25 novembre 1996 | Rosario Fusaro | Commissario prefettizio | [20] | |
25 novembre 1996 | 28 aprile 1997 | Rosario Fusaro | Commissario straordinario | [21] | |
28 aprile 1997 | 6 giugno 2000 | Rosina Minnici Sgambellone | Lista civica | Sindaco | [22][23] |
6 giugno 2000 | 14 maggio 2001 | Gianfranco Ielo | Commissario straordinario | [24] | |
14 maggio 2001 | 28 maggio 2002 | Gianfranco Ielo | Commissario prefettizio | [25] | |
28 maggio 2002 | 29 maggio 2007 | Paolo Giovanni Di Giorgio | Lista civica | Sindaco | [26] |
29 maggio 2007 | 7 maggio 2012 | Paolo Giovanni Di Giorgio | Lista civica | Sindaco | [27] |
7 maggio 2012 | 12 giugno 2017 | Stefano Umberto Marrapodi | Lista civica[28] | Sindaco | [29] |
12 giugno 2017 | 13 giugno 2022 | Stefano Umberto Marrapodi | Lista civica[28] | Sindaco | [30] |
13 giugno 2022 | in carica | Stefano Umberto Marrapodi | Lista civica[31] | Sindaco | [32] |
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