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cineasta e scrittore americano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Buddy Giovinazzo, vero nome Carmine Giovinazzo (New York, 5 maggio 1957), è un regista, sceneggiatore e scrittore statunitense.
È noto soprattutto per l'indie Combat Shock (1986), descritto come un incrocio tra Eraserhead e Taxi Driver[1], e per il romanzo del 1993 Life is Hot in Cracktown, basato sulla sua esperienza nel Lower East Side[2], da cui ha anche tratto il film omonimo del 2009. Sia nel cinema che nella letteratura predilige raccontare con estrema crudezza vite disperate di personaggi marginali[3].
Di origini calabresi ma nato e cresciuto a Staten Island[4], ottiene un master in cinema al College of Staten Island, dove in seguito tornerà come insegnante.
Il suo primo lungometraggio, Combat Shock (1984), un low-budget estremamente crudo pensato come tesi di laurea (col titolo American Nightmares), viene in seguito distribuito dalla Troma. Tenta poi di realizzare il sequel di Maniac (regia di William Lustig, 1980), progetto che però si arena per la morte di Joe Spinell, protagonista del film, dopo che Giovinazzo è riuscito a girare solo un promo (Maniac 2: Mr. Robbie) destinato a raccogliere fondi per la produzione[5]. Il suo successivo film da regista è il dramma Libertà vigilata (No Way Home, 1996). Mentre accompagna il film a Berlino per una proiezione, rimane colpito dalla città ("sembrava proprio il Lower East Side"[2]) tanto da trasferirsi lì nei primi anni duemila, anche a seguito nel non soddisfacente successo commerciale di Libertà vigilata[4] e per realizzare il successivo lungometraggio, The Unscarred (2000). Comincia poi a lavorare come regista per numerose serie televisive tedesche.
Nel 1993 scrive il primo romanzo, Life Is Hot in Cracktown, da cui nel 2009 trae il lungometraggio omonimo. Seguono poi Poetry & Purgatory, Broken Street e Potsdamer Platz, quest'ultimo pubblicato anche in Italia nel 2013 col titolo La lunga notte di Berlino[6].
È fratello del compositore Rick Giovinazzo e cugino dell'attore Carmine Giovinazzo.
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