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Il buddismo nel sudest asiatico si riferisce alla presenza e fioritura di tutte le forme di buddismo nel territorio del sudest asiatico fin dai tempi più antichi. Storicamente il buddismo Mahāyāna ha avuto un posto i rilievo in questa regione, ma nei tempi moderni la maggior parte dei paesi seguono la tradizione Theravāda: i paesi del sudest asiatico a maggioranza buddhista Theravāda sono la Thailandia, la Cambogia, la Birmania ed il Laos.
Il Vietnam continua ad avere una maggioranza Mahāyāna a causa dell'influenza cinese[1]. L'intero territorio dell'Indonesia era buddhista Mahāyāna fin dal tempo dell'impero Srivijaya sotto la dinastia Sailendra[2], mentre a tutt'oggi il Mahāyāna nel paese è largamente praticato dalla diaspora causata dall'emigrazione cinese, così come accade anche a Singapore ed in Malaysia.
Il buddismo Mahāyāna è la forma religiosa predominante della maggior parte delle comunità cinesi presenti a Singapore, mentre rimane una forte minoranza in Indonesia, Malaysia, Brunei e nelle Filippine.
Il buddismo raggiunse il sudest asiatico sia direttamente via mare dall'India sia indirettamente a partire dall'Asia centrale e dalla Cina, in un processo che ha attraversato una gran parte del I millennio d.C.
Prima del XII secolo i territori di Thailandia, Birmania, Laos e Cambogia hanno veduto prevalere varie sette buddhiste provenienti direttamente dall'India, e queste includevano anche gli insegnamenti del Mahāyāna[3][4]. Nel VII secolo il monaco buddhista cinese Yìjìng osservava che, durante i suoi numerosi viaggi attraverso queste aree, tutte le principali tradizioni del buddismo indiano fiorivano e prosperavano[3].
Durante il V e fino al XIII secolo i vari imperi formatisi nel sudest asiatico sono stati influenzati direttamente dall'India, di modo che essi hanno seguito essenzialmente la via della tradizione Mahāyāna. L'impero di Srivijaya a sud e l'impero Khmer a nord si trovavano in competizione per l'influenza socio-economica del territorio, mentre la loro espressione artistica si trovò a riprodurre il ricco pantheon Mahāyāna dedicato ai bodhisattva.
Srivijaya, un impero marittimo col suo centro a Palembang, sull'isola di Sumatra in Indonesia, adottò il veicolo Mahāyāna e Vajrayana, sotto una linea di governanti chiamati Sailendra. Il monaco Yijing descrisse la città di Palembang come un grande centro di cultura buddhista e dove il sovrano veniva sostenuto nelle sue decisioni da più di mille monaci presenti all'interno della sua corte; egli ha anche testimoniato l'importanza del buddismo già nell'anno 671 quando si trovò a consigliare ai futuri pellegrini cinesi di andare a trascorrere un anno o due proprio a Palembang[5].
L'impero Srivijaya cominciò a declinare a causa di sempre più numerosi conflitti con i governanti Chola indiani, prima di essere definitivamente destabilizzato dall'espansione islamica durante il corso del XIII secolo.
Dal IX al XIII secolo il buddismo Mahāyāna e l'induismo, attraverso l'espansione dell'impero Khmer, dominava una gran parte di tutta la penisola del sudest asiatico. Sotto i Khmer più di 900 templi furono fatti costruire in Cambogia e nella vicina Thailandia. La grande capitale di Angkor è stata il centro di questo sviluppo, con un complesso di costruzioni templari ed un'organizzazione urbana in grado di supportare circa un milione di abitanti, se non di più.
Anche se ci sono alcuni indizi su una presenza buddhista interpretata come tradizione Theravāda in Birmania, i documenti superstiti mostrano che la maggior parte del buddismo birmano era in principio Mahāyāna e che veniva utilizzato il sanscrito piuttosto che la lingua pāli[4][6][7]. A seguito del declino del buddismo in India missioni di monaci provenienti dallo Sri Lanka operarono una graduale conversioni dei birmani alla tradizione Theravāda, mentre nei due secoli successivi la portarono anche a vaste aree della Thailandia, del Laos e della Cambogia, ove finirono con il soppiantare tutte le precedenti forme di buddismo[8].
Il buddismo praticato dai vietnamiti nel loro territorio è principalmente di tradizione Mahāyāna. Il buddismo giunse in Vietnam già a partire dal II secolo attraverso il nord, proveniente dall'Asia centrale. Il buddismo vietnamita è molto simile al buddismo cinese ed in parte riflette la struttura del buddismo presente in Cina dopo la dinastia Song.
Attualmente vi sono tra i 190 e i 205 milioni di buddhisti nell'intero sudest asiatico, il che la rende la seconda religione presente nella regione dopo l'Islam; circa tra il 35 e il 38% della popolazione mondiale buddhista risiede nel sudest asiatico.
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