I brutti e buoni, anche conosciuti come brutti ma buoni, sono un dolce diffuso in più parti d'Italia.[1] Trattasi di biscotti secchi e informi ottenuti da un impasto di nocciole e/o mandorle, zucchero, albume d'uovo e vaniglia.
Brutti ma buoni | |
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Origini | |
Altri nomi | in lingua italiana: brutti ma buoni, mandorlati di San Clemente; in lingua piemontese: brut e bon; in dialetto toscano: bruttiboni, brutti boni |
Luogo d'origine | Italia |
Regioni | Lombardia Piemonte |
Diffusione | Lombardia, Piemonte, Toscana, Lazio |
Dettagli | |
Categoria | dolce |
Riconoscimento | P.A.T. |
Settore | paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria |
Ingredienti principali |
Storia
I brutti ma buoni sono dei dolcetti dall'origine contesa: sono originari della località lombarda di Gavirate (VA), in cui si presume che siano nati nel 1878 dall'intuizione di Costantino Veniani[2] e che farebbero parte integrante della storia comunale locale[3][4], altri ritengono invece che questo prodotto dolciario abbia avuto origine nella città piemontese di Borgomanero, in provincia di Novara.[5] Secondo il Dizionario delle cucine regionali italiane, i brutti ma buoni sarebbero di origine piemontese, ma divennero anche una specialità toscana, specialmente a Prato e Pistoia, grazie ai pasticcieri sabaudi, quando la capitale italiana venne trasferita da Torino a Firenze.[1]
I brutti e buoni sono un PAT tradizionale della Lombardia,[6] del Piemonte[7] e della Toscana.[8]
Varianti
I brutti e buoni piemontesi, che sono anche conosciuti come brut e bon, vengono preparati usando un impasto di nocciole e/o mandorle, zucchero, albume d'uovo e vaniglia e, se desiderati, cannella o cacao.[1]
Nella loro versione toscana, i bruttiboni o mandorlati di San Clemente[9] si preparano amalgamando mandorle dolci e amare, chiare d'uovo montate a neve e un po' di scorza di limone; con l'impasto si formano delle palline irregolari (da cui l'aspetto "brutto") che devono essere cotte due volte: la prima in pentola, mentre la seconda in forno sopra una sottile ostia. Alcune ricette prevedono che i biscotti così preparati siano spolverati con zucchero a velo. A Prato sono spesso venduti con i Biscottini di Prato[1][10][11][12][13].
Nel Lazio, dove prendono il nome di brutti ma buoni, i dolcetti sono composti da zucchero, nocciole, mandorle amare e uova.[1]
Note
Altri progetti
Collegamenti esterni
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