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comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Bricherasio (Bricheras in piemontese, Bricairàs in occitano, Briqueras[4] in francese) è un comune italiano di 4 648 abitanti[1] della città metropolitana di Torino in Piemonte.
Bricherasio comune | |
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Il municipio di Bricherasio | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Piemonte |
Città metropolitana | Torino |
Amministrazione | |
Sindaco | Simone Ballari (lista civica Progetto civico per Bricherasio) dal 26-5-2019 (2º mandato dal 10-6-2024) |
Territorio | |
Coordinate | 44°49′24.27″N 7°18′19.07″E |
Altitudine | 400 m s.l.m. |
Superficie | 22,76 km² |
Abitanti | 4 648[1] (31-8-2023) |
Densità | 204,22 ab./km² |
Frazioni | Cappella Merli, Cappella Moreri, Rivà, San Michele, Sopravilla, Cuccia |
Comuni confinanti | Angrogna, Bibiana, Campiglione-Fenile, Cavour, Garzigliana, Luserna San Giovanni, Osasco, Prarostino, San Secondo di Pinerolo |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 10060 |
Prefisso | 0121 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 001035 |
Cod. catastale | B171 |
Targa | TO |
Cl. sismica | zona 3s (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 847 GG[3] |
Nome abitanti | bricherasiesi |
Patrono | Maria Assunta |
Giorno festivo | 15 agosto |
Cartografia | |
Localizzazione del comune di Bricherasio nella città metropolitana di Torino. | |
Sito istituzionale | |
Si trova all'imbocco della Val Pellice e fa parte dell'Unione Montana del Pinerolese.
Il suo nome viene fatto derivare secondo alcuni dal nome celtico di persona Briccarius o Brittgarius, secondo altri dal termine brich, che in lingua piemontese vuol dire "altura".
Il comune di Bricherasio si estende su un territorio compreso tra i 328 ed i 1161 m s.l.m.. L'escursione altimetrica complessiva risulta essere pari a 833 metri. Il territorio comunale è attraversato dal torrente Pellice e dal torrente Chiamogna, un suo affluente.
La prima testimonianza storica dell'esistenza di un centro denominato "Bricarasio" risale al 1159 e consiste nel nome di un "Guglielmus de Bricarasio" che fece da teste in una donazione in favore dell'abbazia di Staffarda disposta dai signori di Luserna. Tracce di insediamenti precedenti si possono comunque ritrovare sia in epoca preistorica (incisioni rupestri sulle pendici del monte Vandalino) sia in età romana (monete e mattoni). Il nucleo primitivo del paese si trovava in posizione discosta, presso l'attuale abitato di San Michele; la presenza dei pedaggi, la scomodità delle comunicazioni e la diffusione del commercio attraverso le vie della Val Pellice fecero sì che nel 1324 fosse fondata presso la collina del Castello, dove ha sede ora il capoluogo, la nuova Bricherasio. Il centro, che fin dal 1243 aveva giurato fedeltà ai Savoia-Acaja di Pinerolo, si sviluppò anche grazie alla conquista dell'autonomia comunale nel 1291 ed alle franchigie, ai privilegi e alle esenzioni concesse dal principe Filippo d'Acaja. Nel 1360 la sconfitta di Giacomo d'Acaja nella guerra contro Amedeo di Savoia determinò un cambio di signoria per Bricherasio, che fu concessa in feudo ad una famiglia di origini monferrine, i Cacherano. Sotto il loro benevolo controllo Bricherasio conobbe un silenzioso ma cospicuo sviluppo commerciale ed economico, che trovò il suo momento di spicco nella redazione nel 1467 degli Statuti comunali contenenti le consuetudini giuridiche e i privilegi ottenuti dal comune nei secoli. Il XVI secolo chiuse l'epoca di grande prosperità ed aprì il momento della crisi: Spagnoli e Francesi in lotta sulla terra italiana per conquistare l'egemonia in Europa devastarono a più riprese le terre bricherasiesi finché un contingente francese giunse ad assediare e a costringere alla resa una prima volta la fortezza nel 1537. Il fatto d'armi che resta però indelebilmente nella storia di Bricherasio è il grande assedio del 1594. L'ascesa al trono di Savoia del duca Carlo Emanuele I significò per il Piemonte un periodo di guerre con la Francia. In particolare la conquista del Marchesato di Saluzzo ed il tentativo di espansione in Provenza fu pagato a caro prezzo. Un esercito agli ordini del duca di Lesdiguières penetrò nel 1592 in val Chisone, occupò Perosa Argentina e si insediò a Bricherasio, ricostruendo e potenziando con sei bastioni ed altrettanti cannoni la fortezza distrutta 57 anni prima. Dopo alterne vicende militari ed un fallito assedio, il 18 settembre 1594 comparve sotto le mura di Bricherasio un esercito ducale composto da circa 10.000 soldati lombardi, piemontesi, svizzeri e spagnoli e pose l'assedio alla potente rocca difesa da soli 800 soldati stremati dalle malattie e dalla fame. Il duca stesso guidò le operazioni allestendo una potente batteria che negli ultimi momenti giunse a contare 18 pezzi. Nonostante la preponderanza delle forze savoiarde e la disparità di mezzi i Francesi si difesero come leoni e resistettero per un mese ottenendo la resa il 23 ottobre con l'onore delle armi. La dura battaglia, cantata da poeti e celebrata dall'incisione del pittore di corte dei Savoia Caracca (Johan Kraeck), costò forti perdite alla popolazione civile, ridotta a soli 349 sopravvissuti, e provocò ingenti distruzioni in tutto il paese, come riferiscono le cronache del tempo. Le guerre che sconvolsero l'Europa nel Seicento portarono i loro lutti anche a Bricherasio; il castello fu preso e perduto varie volte e il paese fu riconsegnato ai Savoia solo nel 1630 in condizioni deplorevoli: i mulini erano distrutti, la peste mieteva vittime, l'80 % della superficie delle campagne era rovinata, i sette decimi del paese devastati. Proprio in conseguenza di un tale disastro Bricherasio venne ricostruita e modificò la propria topografia. Alle contese politiche si aggiunsero i contrasti religiosi tra cattolici e valdesi, che provocarono morti e distruzioni; un eccidio, che costò la vita ad 80 abitanti, fu perpetrato dalla teppaglia francese del colonnello Sailly nel 1690; finalmente con la conclusione della guerra di successione spagnola nel 1714 si chiuse per Bricherasio l'epoca più buia. Durante il Settecento riprese vigore l'agricoltura, fu ricostruito ed abbellito il paese, le attività economiche ebbero nuovo impulso. La Rivoluzione francese fece sentire i suoi effetti anche nella bassa Val Pellice ed a Bricherasio nel 1797 furono cacciati i Cacherano e proclamata la fedeltà al governo provvisorio repubblicano del Piemonte. La Restaurazione del 1814 vide il ritorno dei Cacherano; la partecipazione gioiosa alle notizie dei moti del 1848 e i festeggiamenti dedicati alla spedizione di Garibaldi testimoniarono la passione dei Bricherasiesi per gli eventi risorgimentali. Il paese si sviluppò grazie anche all'opera di personaggi illustri come il generale Filippo Brignone ed Edoardo Giretti: furono migliorate le scuole, sistemato l'ospedale e organizzato l'asilo infantile. Crebbero le industrie: la seta, i distillati ed il cioccolato assunsero un peso assai significativo nell'economia locale, mentre l'arrivo delle linee ferroviarie favorì le comunicazioni con il resto del Piemonte. Il periodo fascista vide un irrigidimento della vita pubblica e durante la resistenza si assisté sia ad episodi eroici sia a crudeli eccidi. Tra questi ricordiamo quello della borgata Badariotti, in cui il 18 novembre 1944 truppe tedesche e italiane della repubblica di Salò sterminarono durante un'azione di rastrellamento un'intera innocente famiglia.Il boom economico con lo sviluppo dell'industria edile, la trasformazione dell'ospedale in casa di riposo e la costruzione della scuola media del capoluogo contribuirono a rendere Bricherasio un paese moderno e dotato di tutti i servizi, che continua la sua crescita anche oggi.
Lo stemma è stato concesso con regio decreto del 22 maggio 1930.[5]
«D'argento, al leone tenente con le branche anteriori una falce messoria, il tutto al naturale. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone, concesso con RD del 21 dicembre 1936, è un drappo di azzurro.[6]
La zona è importante per la produzione di frutta e per la viticoltura.
I vini prodotti dall'azienda vinicola "Il Tralcio" hanno ottenuto il riconoscimento DOC per i vini da tavola rosso e rosato con la dicitura Pinerolese; altri vini DOC prodotti sono il Doux d'Henry, il Ramiè, la Barbera, la Bonarda, la Freisa e il Dolcetto.
Tra gli altri prodotti ricordiamo mele, kiwi e funghi. La tradizionale economia agricola è affiancata da piccole industrie (cuscinetti a sfera, materiale elettrico e prodotti tessili).
Sul territorio sono presenti oltre 120 attività industriali (con quasi 1 000 addetti), oltre 130 attività di servizio e 25 attività amministrative. Risultano occupati complessivamente 1 447 individui, pari al 36,00% del numero complessivo di abitanti del comune.
Abitanti censiti[7]
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Bricherasio sono 181[8], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[9]:
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1985 | 1990 | Claudio Bonansea | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1990 | 1995 | Emilio Bolla | lista civica centro-sinistra | Sindaco | |
1995 | 1999 | Emilio Bolla | lista civica centro-sinistra | Sindaco | II mandato |
1999 | 2004 | Luigi Bosio | lista civica centro-sinistra | Sindaco | |
2004 | 2009 | Luigi Bosio | lista civica | Sindaco | II mandato |
2009 | 2014 | Ilario Merlo | lista civica | Sindaco | |
2014 | 2019 | Ilario Merlo | lista civica | Sindaco | II mandato |
2019 | 2024 | Simone Ballari | lista civica | Sindaco | |
2024 | in carica | Simone Ballari | lista civica | Sindaco | II mandato |
La stazione di Bricherasio era posta sulla linea Pinerolo-Torre Pellice e fra il 1885 e il 1984 fungeva altresì da località di diramazione della ferrovia Bricherasio-Barge. Fu in esercizio fra il 1882 e il 2012, anno a partire dal quale il superstite traffico sulla linea per Torre Pellice venne soppresso, privando la località di servizi ferroviari.
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