Choloepus è un genere di mammiferi xenarthri originari dell'America centrale e meridionale, che fanno parte della famiglia monotipica Choloepodidae, costituita dai bradipi didattili ("didattilo" deriva dal greco e significa "dalle due dita": in realtà due è il numero di unghie, poiché le dita sono tre).[2][3] Le due specie di Choloepus (il cui nome significa "piede zoppo"[4]) sono il bradipo didattilo di Linneo (Choloepus didactylus) ed il bradipo didattilo di Hoffmann (Choloepus hoffmanni). Entrambe le specie erano credute gli unici membri sopravvissuti dell'estinta famiglia di Megalonychidae[5], ma più recenti risultati molecolari hanno dimostrato che questi animali sono più vicini tassonomicamente agli estinti bradipi della famiglia Mylodontidae.[2][3]
Bradipi didattili[1] | |
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Bradipo didattilo, Choloepus didactylus | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Ordine | Pilosa |
Sottordine | Folivora |
Famiglia | Choloepodidae Delsuc et al., 2019[2] |
Genere | Choloepus Illiger, 1811[1] |
Specie | |
Areale | |
Areale del genere "Choloepus"
C. didactylus C. hoffmanni |
Sistematica
Sopravvivono solo due specie di bradipo didattilo, le uniche due appartenenti al genere Choloepus ed alla famiglia Megalonychidae:
Specie di bradipi didattili | ||
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Nome comune e binomiale | Immagine | Distribuzione |
Bradipo didattilo di Linneo (Choloepus dydactylus) |
Sud America settentrionale, in Venezuela, Colombia, Guiana, Ecuador, Perù e Brasile a nord del Rio delle Amazzoni | |
Bradipo didattilo di Hoffman (Choloepus hoffmanni) |
America Centrale e Sud America nordoccidentale, Honduras, Nicaragua, Costa Rica, Panama, Venezuela, Colombia, Ecuador, Perù, Brasile, Bolivia |
Le due specie sono piuttosto simili sia in termini di costituzione corporea che di abitudini: entrambe si nutrono di frutta, bacche, foglie. La digestione può durare addirittura un mese, a causa del metabolismo estremamente lento di questo animale. Come tutti i bradipi, anche i bradipi didattili non sono in grado di regolare la temperatura corporea, e questo li costringe a vivere in posti a clima costantemente caldo e umido. Il periodo di gestazione è di circa 10 mesi: la femmina partorisce a testa in giù, il piccolo nasce già munito di artigli.
Evoluzione
Uno studio sul retrovirus e sul DNA mitocondriale suggerisce che C. didactylus e C. hoffmani si siano separati geneticamente da 6 a 7 milioni di anni fa.[6] Inoltre, sulla base delle sequenze della subunità I del citocromo c ossidasi, è stata riportata una data di divergenza simile (circa 7 milioni di anni fa) tra le due popolazioni di C. hofmanni separate dalle Ande.[7]
Relazione con il bradipo tridattilo
Entrambi i tipi di bradipo esistenti tendono ad occupare le stesse foreste; nella maggior parte delle aree, predomineranno congiuntamente una specie di bradipo tridattilo (Bradypus), generalmente più piccola e più lenta, ed una singola specie del bradipo didattilo. Sebbene simile nell'aspetto generale, la relazione tra i due generi non è stretta. Recenti analisi filogenetiche[8] supportano l'analisi dei dati morfologici degli anni '70 e '80, indicando che i due generi non sono strettamente correlati e si sono adattati ad uno stile di vita arboricolo indipendentemente l'uno dall'altro. Da questo studio, tuttavia, non era chiaro da quale ramo si fossero evoluti i bradipi tridattili. Sulla base di confronti morfologici, si riteneva che i bradipi didattili fossero filogeneticamente posizionati all'interno di una delle divisioni dei bradipi caraibici.[9] Sebbene i dati usati negli studi siano stati raccolti su oltre 33 diverse specie di bradipi analizzando la loro struttura ossea, molte delle relazioni tra i cladi sull'albero filogenetico non erano ancora chiare.[10]
Gran parte delle prove morfologiche a sostegno dell'ipotesi della difilica si basava sulla struttura dell'orecchio interno.[11] La maggior parte degli studi morfologici concluse che l'evoluzione convergente è il meccanismo che ha portato agli odierni bradipi. Ciò significa che i generi esistenti hanno sviluppato tratti analoghi, come metodi di locomozione, dimensioni, habitat e molti altri tratti indipendentemente l'uno dall'altro rispetto al loro ultimo antenato comune. Ciò rende gli odierni bradipi arboricoli "uno degli esempi più eclatanti di evoluzione convergente conosciuti tra i mammiferi".[10]
I dati molecolari ottenuti di recente dalle sequenze di collagene[3] e DNA mitocondriale[2] sono in linea con l'ipotesi difilica (evoluzione convergente), ma hanno ribaltato alcune delle altre conclusioni ottenute dalla morfologia. Queste indagini collocano i bradipi didattili insieme ai mylodontidi e ai bradipi tridattili all'interno di Megatherioidea, vicino a Megalonyx, megatheriidi e nothrotheridi, rendendo polifiletica la famiglia precedentemente riconosciuta dei Megalonychidae, spostando sia i bradipi didattili sia i bradipi dei Caraibi al di fuori di questa famiglia e lontano da Megalonyx. I bradipi caraibici sono posti in un separato ramo basale dell'albero evolutivo dei bradipi.[2][3]
Il seguente albero filogenetico della famiglia dei bradipi si basa sui dati della sequenza del DNA mitocondriale e del collagene (vedi Fig.4 di Presslee et al., 2019).[3]
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Note
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