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biblioteca pubblica statale a Modena Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La Biblioteca Estense universitaria è una biblioteca pubblica statale collocata nel Palazzo dei Musei a Modena.
Biblioteca Estense universitaria di Modena | |
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Il Palazzo dei Musei che ospita anche la Biblioteca | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Città | Modena |
Indirizzo | Largo S. Agostino 337, 41121 Modena |
Caratteristiche | |
Tipo | biblioteca pubblica statale |
ISIL | IT-MO0089 |
Sito web | |
La biblioteca trae la sua origine storica nella collezione libraria degli Estensi, la famiglia che resse il ducato di Ferrara prima e quello di Modena e Reggio poi.
Quando gli Estensi dovettero riconsegnare Ferrara allo Stato della Chiesa, riuscirono ad ottenere di poter trasferire, insieme agli altri beni familiari, come la quadreria, la biblioteca a Modena, divenuta capitale del ducato nel 1598. Da allora la consistenza della biblioteca ricominciò ad accrescersi.
Alcuni illustri direttori della Biblioteca estense:
Fu soprattutto merito del Tiraboschi l'accurata scelta dei testi che provenivano dalle varie congregazioni religiose: In particolare furono unificate le biblioteche dei Gesuiti, dei Benedettini, dei Teatini e dei Minori Osservanti. Secondo la storica Mackay Quynn[1], durante le spoliazioni napoleoniche, la Biblioteca Estense venne gravemente depauperata dei fondi librari originari.
Dopo il periodo napoleonico, i duchi asburgo-estensi (o, come spesso sono chiamati, d'Austria-Este) continuarono ad accrescere la biblioteca, che dopo l'Unità d'Italia assorbì la Biblioteca universitaria. Nel 1995 i due istituti vennero fusi anche dal punto di vista amministrativo nella "Biblioteca Estense universitaria", organo periferico del Ministero per i beni e le attività culturali.
Svolge la funzione di deposito legale per le opere edite in provincia di Modena. Conserva la Bibbia di Borso d'Este (1455-1461), il Planisfero di Cantino (il più antico planisfero portoghese sopravvissuto), un mappamondo catalano del XV secolo ed un evangeliario bizantino del X secolo.
È stato deciso il trasferimento nei locali dell'ex Ospedale Sant'Agostino, appositamente restaurato dalla Fondazione Cassa Risparmio di Modena.[2]
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