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Beur (e la versione femminile beurette) o rebeu è un termine che designa le comunità residenti in Francia originarie del Maghreb. L'espressione si è originata dal verlan, linguaggio gergale delle banlieues, come inversione sillabica della parola arabe.
Il termine si è diffuso all'inizio degli anni '80, in contemporanea con l'emergere dei disagi sociali dei giovani figli di immigrati, affermandosi poi nei mass media e nella letteratura.
Il termine beur si è originato dal verlan come inversione sillabica della parola a-ra-beu, da cui beu-ra-a , contratto poi come beur.[1]
La parola è entrata nel dizionario Petit Robert nel 1996.[2]
I primi flussi migratori dal Maghreb verso la Francia risalgono al periodo coloniale, ma conobbero un incremento nei decenni seguenti la decolonizzazione.[3]
Il termine è apparso nel linguaggio gergale delle periferie negli anni '80.[4] Fu poi reso popolare da Nacer Kettane, cofondatore e conduttore nel 1981 di Radio Beur, e poi, nel 1982, da un articolo di Mustapha Harzoun e di Édouard Waintrop pubblicato nel quotidiano Libération avente titolo Un petit Beur et des youyous.
Il 3 dicembre 1983, il termine è apparso in prima pagina su Libération in occasione della Marcia per la legalità e contro il razzismo, che fu battezzata anche Marcia dei Beurs.[5][6]
Nel 1984, Jean Djemad e la coreografa Christine Coudun fondarono una delle prime compagnie di danza hip hop, che chiamarono Black Blanc Beur. L'espressione black-blanc-beur è riemersa in occasione della vittoria francese nel Campionato mondiale di calcio del 1998 per evidenziare la multietnicità della società francese.
La letteratura beur è una corrente letteraria nata in Francia negli anni ottanta.
Raggruppa all'incirca una quarantina di scrittori che, secondo Alec. G. Hargreaves, hanno in comune il fatto di essere nati o cresciuti sul suolo francese da genitori di origine maghrebina (detti beur).
Le tematiche principali delle loro opere sono lo sradicamento, l'incertezza e la crisi d'identità provocati dallo scontro fra un'educazione di stampo musulmano e un modello di società di tipo occidentale. I protagonisti della letteratura beur sono spesso dei bambini maghrebini, ritratti nel momento dell'ingresso a scuola, prima occasione di confronto e di scontro tra la cultura maghrebina e quella francese.
Diverse personalità francesi sono presentate dai media come rappresentativi dell'identità e della cultura Beur; si citano Farida Belghoul,[7] Azouz Begag,[7] Ramdane Issaad,[8] Rachid Taha,[9] Jamel Debbouze,[10] Salim Kechiouche,[11] Saïd Taghmaoui,[12] Roschdy Zem,[13] Leila Bekhti,[14] Mehdi Charef,[15] Yamina Benguigui,[16] Zinédine Zidane, Karim Benzema, Adil Rami, Hatem Ben Arfa, Samir Nasri,[17] Mourad Boudjellal[18] e associazioni come Ni putes ni soumises e Kelma e il gruppo Zebda.
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