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135° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Benedetto VII (Roma, ... – Roma, 10 luglio 983) è stato il 135º papa della Chiesa cattolica dal 974 alla sua morte.
Papa Benedetto VII | |
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135º papa della Chiesa cattolica | |
Elezione | settembre 974 |
Insediamento | ottobre 974 |
Fine pontificato | 10 luglio 983 |
Predecessore | papa Benedetto VI |
Successore | papa Giovanni XIV |
Nascita | Roma, ? |
Morte | Roma, 10 luglio 983 |
Sepoltura | Basilica di Santa Croce in Gerusalemme |
Nulla si conosce della sua vita, se non che fosse nato a Roma, appartenesse all'aristocrazia cittadina, fosse figlio di un tal Davide o Adeodato e, prima dell'elezione al Soglio, fosse vescovo di Sutri[1][2][3].
Nel giugno 974 Papa Benedetto VI fu catturato e imprigionato dalla fazione comandata dalla famiglia Crescenzi. Fu eletto Francone di Ferruccio, che assunse il nome di Bonifacio VII e fece strangolare Benedetto in carcere. Il rappresentante imperiale, però, non riconobbe l'elezione (regnava Ottone II di Sassonia). Bonifacio VII fuggì in Italia meridionale prima, e a Costantinopoli poi.
Si procedette quindi a una nuova elezione, che portò ad una soluzione condivisa da tutti: fu eletto, nel mese di ottobre[2][4][5], Benedetto, vescovo di Sutri, stimato sia dalla fazione imperiale sia dalle famiglie romane, compresi gli stessi Crescenzi[2]. Costoro, da parte loro, permisero a Benedetto di governare tranquillamente per i successivi nove anni la Sede Apostolica. Bonifacio VII, seppur scomunicato, non si arrese e nel 980, mentre Benedetto VII era assente per raggiungere l'imperatore e celebrare il Natale con lui a Ravenna, tornò da Costantinopoli e tentò senza successo di riprendersi il papato, ma Benedetto ottenne l'intervento di Ottone II che cacciò, di nuovo, l'usurpatore.
Il pontificato di Benedetto, uomo pio, caritatevole[6], e dedito al culto divino[7], si concentrò principalmente sul governo della Chiesa e della disciplina spirituale. La prima cosa che fece fu un sinodo per dichiarare invalida, e quindi nulla, l'elezione di Francone e per scomunicarlo (974)[1][4], rinnovando quindi lo sdegno e l'orrore che Francone suscitò con l'omicidio di Benedetto VI[6][8]. Principale attività del pontificato di Benedetto VII fu la promozione del monachesimo e della riforma ecclesiastica in generale, in ciò supportato dal suo protettore, l'imperatore Ottone II: ne sono testimonianza gli interventi nel Lazio a favore del monastero di Subiaco[1][4], al monastero di San Benedetto e la consacrazione della Chiesa di Santa Scolastica[1]. Nella città di Roma, invece, il papa si preoccupò di restaurare il convento di San Bonifacio e Sant'Alessio sull'Aventino[2][4], luogo ove si era ritirato il capofamiglia dei Crescenzi, Crescenzio figlio di Teodora[9]. Nel marzo 981 un sinodo, da lui convocato in San Pietro, proibì la simonia[6].
Legato all'imperatore Ottone, il pio Benedetto favorì principalmente la Chiesa tedesca, punto di partenza per la conversione degli slavi e dei popoli confinanti ad est dell'Impero[10]. Fondò, a tal proposito, l'arcidiocesi di Praga, sede primaziale della Boemia e della Moravia[1]; concesse numerosi privilegi ai vescovi tedeschi, in special modo all'arcivescovo di Magonza Villigiso, che si vide concessa la primazia sull'episcopato franco e tedesco[1][2].
Come già detto, Benedetto apparteneva all'aristocrazia romana, e secondo alcune cronache era parente di Alberico II dei conti di Tuscolo[11]. Tuttavia la notizia, secondo i genealogisti, è alquanto incerta nel ritenere Benedetto nipote di Alberico, in quanto figlio di David[12]:
«Benedetto VII, Papa dal 974 al 983, figlio di un romano di nome David. Alcune fonti antiche lo volevano congiunto dei Tuscolani. La notizia sembra però priva di fondamento. Era di certo appoggiato dalla fazione dei conti di Tuscolo, che lo innalzò alla cattedra pontificia.»
Tuttavia, se si considera tale Davide fratello di Alberico II di Spoleto, ne consegue che Benedetto fosse cugino di papa Giovanni XII e, forse, pronipote dei papi Adriano III e Sergio III (ritenuti, da taluni storici, fratelli di Teofilatto I, suo bisnonno materno). Teofilatto I, Sergio III e Agapito-Adriano III erano, forse, figli di un Benedetto discendente di tal Alberico comes tusculanus, fratello di papa Adriano I. Il cugino Giovanni XII era, a sua volta, cugino di secondo grado di Giovanni XIII; invece papa Giovanni XI (cugino di primo grado di Giovanni XIII e di secondo grado di Giovanni XII), che fosse figlio di Alberico I o di Sergio III, era suo zio. Benedetto VII era perciò, per diverse vie, imparentato a molti papi e la sua famiglia ne avrebbe dati ancora altri.
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