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Le battaglie dei sette giorni furono una serie di 6 importanti battaglie combattute nell'arco di tempo di sette giorni, dal 25 giugno al 1º luglio 1862, presso Richmond, nella guerra di secessione americana nel corso della Campagna peninsulare.
Battaglie dei Sette Giorni parte della guerra di secessione americana | |||
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Data | 25 giugno - 1º luglio 1862 | ||
Luogo | Contea di Henrico, Virginia | ||
Esito | Vittoria confederata, fallimento della Campagna peninsulare | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
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Perdite | |||
Voci di battaglie presenti su Wikipedia | |||
Il generale confederato Robert E. Lee contrastò l'unionista Armata del Potomac condotta dal maggior generale George B. McClellan, sospingendola da Richmond verso la Penisola della Virginia. Tale serie di battaglie è talora erroneamente conosciuta come campagna dei sette giorni, mentre non è una campagna a sé stante, ma piuttosto il culmine della Campagna Peninsulare.
La Campagna peninsulare fu un fallito tentativo di McClellan di conquistare la capitale confederata di Richmond e di metter fine alla guerra. Iniziò nel marzo 1862, quando McClellan sbarcò la sua Armata del Potomac a Fort Monroe all'estremità della Penisola della Virginia.
Spostandosi con lentezza e cautela per la Penisola, McClellan combatté una serie di battaglie minori e assediò il generale Joseph E. Johnston, che fu ugualmente prudente nella difesa della sua capitale, ritirandosi passo dopo passo lungo le sei miglia che lo separavano da Richmond. Lì, la battaglia di Seven Pines (nota anche come "Battaglia di Fair Oaks") ebbe luogo tra il 31 maggio e il 1º giugno 1862.
Si trattò di un pareggio tattico ma ebbe conseguenze di ampia portata per la guerra. Johnston fu ferito e sostituito dall'assai più aggressivo generale Robert E. Lee. Lee trascorse un mese circa ad allungare le sue linee difensive e a organizzare la sua Armata della Virginia Settentrionale; McClellan agevolò tutto ciò, assistendo passivamente a quanto avveniva fino allo scoppio delle battaglie dei Sette Giorni. Lee, che s'era anch'egli guadagnato la fama di persona prudente all'inizio della guerra, sapeva di non avere alcuna superiorità numerica su McClellan, ma pianificò una campagna offensiva che sottolineò la natura aggressiva con cui egli intendeva caratterizzare la sua azione per tutto il resto della guerra.
Più di 200.000 uomini erano presenti fra le due Armate che combatterono le battaglie dei sette giorni, sebbene l'inesperienza o la cautela dei generali coinvolti impedisse spesso un'appropriata concentrazione di forze tale da conseguire una decisiva vittoria tattica.
Da parte confederata, l'Armata della Virginia Settentrionale di Lee era più forte di quella che aveva ricevuto in eredità da Johnston e, con i suoi quasi 90,500 soldati, era più numerosa di ogni esercito che avrebbe mai comandato in futuro e di essa facevano parte:
L'Armata del Potomac di McClellan, forte di circa 105.000 uomini, era in gran parte strutturata come al momento della battaglia dei Sette Pini e risultava così composta:.
Simile al piano di Johnston ai Sette Pini, il piano d'attacco di Lee era complesso e richiedeva un coordinamento ben curato e una perfetta esecuzione da parte dei suoi subordinati. Fu sviluppato in una riunione del 23 giugno. Le forze dell'Unione sul suo fronte consistevano in circa 30.000 uomini al comando di Porter sulla sponda settentrionale del fiume Chickahominy; i restanti 60.000 soldati al fronte erano sparpagliati a sud. Lee indicò a Jackson di aggredire il fianco destro di Porter alle prime luci del giorno 26 giugno e A.P. Hill si sarebbe dovuto muovere da Meadow Bridge al Beaver Dam Creek, che s'immetteva nel Chickahominy, avanzando verso i trinceramenti federali. (Lee si attendeva, alquanto speranzosamente, che Porter avrebbe abbandonato le sue trincee sotto la pressione confederata, aggirando la necessità di un diretto attacco frontale). A seguire, Longstreet e D.H. Hill sarebbero passati attraverso Mechanicsville e si sarebbero uniti alla battaglia. Huger e Magruder avrebbero operato manovre diversive sul loro fronte per distrarre McClellan, secondo la reale intenzione di Lee. Lee sperava che Porter sarebbe stato soverchiato da due parti dalla massa di 65.000 uomini della Confederazione e le due Divisioni di Lee si sarebbero mosse su Cold Harbor e avrebbero tagliato le comunicazioni di McClellan con White House Landing. Sfortunatamente per Lee, l'esecuzione di questo piano fu seriamente compromessa.
Battaglia di Oak Grove (25 giugno 1862)
Battaglia di Beaver Dam Creek (26 giugno 1862)
Sebbene uno scontro importante fosse stato furiosamente combattuto corpo a corpo, Jackson ordinò alle sue truppe di bivaccare per la notte. Contando ora su Longstreet e con D.H. Hill alle sue spalle, A.P. Hill proseguì il suo attacco, a dispetto degli ordini di Lee di tenere il terreno. Il suo assalto fu respinto con gravi perdite confederate. Sebbene fosse stata una vittoria tattica unionista, questo fu l'inizio di una sconfitta strategica. McClellan, ritenendo che le manovre diversive di Huger e Magruder a meridione del fiume significassero che egli era in grave inferiorità numerica, arretrò verso SE e non riacquistò più l'iniziativa.
Battaglia di Gaines' Mill (27 giugno 1862)
Una volta ancora, tuttavia, Jackson tardò. D.H. Hill attaccò il fianco destro federale e fu bloccato da Sykes, cosicché egli dovette arretrare in attesa dell'arrivo di Jackson. A Longstreet era stato ordinato di condurre un attacco diversivo per stabilizzare le linee finché Jackson fosse stato in grado di arrivare e di attaccare da nord. In tale attacco la Brigata di Pickett fu respinta da un severo fuoco avversario che causò pesanti perdite. Jackson infine giunse alle 15,00 e fu completamente disorientato dopo un giorno di inutili marce e contromarce. La linea di Porter fu salvata dalla Divisione di Slocum che prese posizione. Poco dopo il calar delle tenebre, i Confederati eseguirono un altro attacco, scarsamente coordinato, ma che stavolta riuscì a travolgere la linea nordista. La Texas Brigade del brigadier generale John Bell Hood aprì un varco nella linea e la brigata di Pickett effettuò il suo secondo tentativo della giornata. Una volta ancora Magruder fu in grado di proseguire nella sua azione ingannatrice nei confronti di McClellan a sud del fiume, tenendo impegnati 60.000 unionisti mentre l'azione più impegnativa si svolgeva a settentrione di essi. Alle 16:00 del 28 giugno, Porter arretrò attraversando il Chickahominy e bruciando dietro di sé i ponti.
Quella notte McClellan ordinò alla sua intera Armata di retrocedere sulla base sicura di Harrison's Landing, sul James. Le sue azioni hanno sconcertato fino ad oggi gli storici. Era in quel momento in una posizione sicura, avendo resistito a forti attacchi confederati, mentre aveva impegnato solo uno dei suoi Corpi d'Armata in battaglia. Porter s'era comportato bene contro diversi pesanti attacchi. Inoltre, McClellan era stato informato che il Dipartimento della Guerra aveva creato una nuova Armata della Virginia, ordinando che fosse inviata nella Penisola per rinforzarlo. Ma Lee l'aveva innervosito ed egli aveva perduto l'iniziativa. Inviò un telegramma al Ministro della Guerra che includeva la incredibile affermazione: «Se ora salvo l'Armata, vi dico chiaramente che non devo ringraziare voi o nessun'altra persona a Washington—avete fatto del vostro meglio per sacrificare questa Armata». (Il Dipartimento Telegrafico Militare optò per omettere questa frase dalla copia consegnata al Ministro).
McClellan ordinò al IV Corpo di Keyes di muovere e ovest di Glendale e di proteggere la ritirata, e a Porter di muovere verso l'altura di Malvern Hill per organizzare posizioni difensive. Ai carri dei rifornimenti fu ordinato di spostarsi a sud verso il fiume. McClellan stesso partì per Harrison's Landing senza specificare alcuna precisa via di ritirata e senza designare un suo secondo al comando. Per il resto dei Sette Giorni non avrebbe impartito comandi diretti della battaglia.
Battaglia di Garnett's & Golding's Farm (27–28 giugno 1862)
Battaglia di Savage's Station (29 giugno 1862)
Battaglia di White Oak Swamp (30 giugno 1862)
Battaglia di Glendale (30 giugno 1862)
A causa di contrattempi, solo A.P. Hill e Longstreet ebbero l'opportunità di attaccare. Longstreet conseguì scarsi risultati, inviando Brigata dopo brigata in modo frammentario invece di colpire con forze concentrate come avrebbe imparato a fare in futuro. Essi nondimeno colpirono le divisione di George McCall e la obbligarono a retrocedere, ma la loro avanzata fu subito bloccata da rinforzi unionisti. I generali McCall e John F. Reynolds furono entrambi fatti prigionieri nel corso della battaglia; Meade, Sumner, Anderson, Featherston e Pender furono feriti.
Battaglia di Malvern Hill (1º luglio 1862)
Le battaglie dei sette giorni misero fine alla Campagna peninsulare. L'Armata del Potomac s'accampò intorno a Berkeley Plantation, luogo di nascita di William Henry Harrison, restando in tale posizione di relativa sicurezza sul fiume James, protetta dal fuoco delle cannoniere dell'Unione, soffrendo però per il caldo, l'umidità e le malattie. In agosto essa si ritirò su ordine del Presidente Abraham Lincoln per rinforzare l'Armata della Virginia nella Campagna della Virginia settentrionale, partecipando alla seconda Bull Run (seconda Manassas).
Le perdite su entrambi i fronti furono spaventose. L'Armata della Virginia Settentrionale di Lee patì circa 20.000 perdite (3.478 uccisi, 16.621 feriti, 875 catturati o dispersi) su un totale di più di 90.000 soldati impegnati nei Sette Giorni. McClellan riportò perdite di circa 16.000 uomini (1.734 uccisi, 8.062 feriti e 6.053 catturati o dispersi) su un totale di 105.445 soldati. Malgrado la loro vittoria, numerosi Confederati furono colpiti dalle perdite subite.
Gli effetti delle battaglie dei sette giorni furono di vasta portata. Dopo un avvio positivo nella Penisola del Virginia che prometteva di mettere rapidamente fine alla guerra, il morale dei nordisti fu avvilito dalla ritirata di McClellan. Malgrado severe perdite e una cattiva condotta tattica da parte di Lee e dei suoi generali, il morale confederato salì alle stelle e Lee fu incoraggiato a proseguire nella sua strategia offensiva con la Seconda Bull Run/Manassas e la Campagna del Maryland. La precedente posizione di McClellan di generale comandante in capo di tutti gli eserciti dell'Unione, vacante a partire da marzo, fu ripristinata l'11 luglio 1862, con la nomina del maggior generale Henry W. Halleck, sebbene McClellan conservasse il comando dell'Armata del Potomac.
Dal canto suo, Lee avrebbe reagito alla condotta espressa dai suoi subordinati con una riorganizzazione della sua Armata e avrebbe costretto Holmes e Magruder a operare fuori della Virginia.
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