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militare italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Bartolomeo Pico (1235 – 1291) è stato un condottiero italiano.
Bartolomeo Pico | |
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Stemma della casata dei Pico della Mirandola (1311-1432) | |
Nascita | 1235 |
Morte | 1291 |
voci di militari presenti su Wikipedia | |
Era figlio di Prendiparte I Pico, signore di Quarantoli, e di Algarda degli Aleardi, figlia di Niccolò degli Aleardi. La madre, divenuta vedova, si rinchiuse nel monastero di Santa Chiara in Modena, fondato da sua sorella Giovanna.[1]
Insieme ai cugini Giovanni e Niccolò (†1316), figli di Francesco Pico (†1267), possedeva numerosi castelli a Borzano (poi ceduti ai Manfredi in cambi di altre corti), Spilamberto, Castelvetro e Modena.[2]
Il 15 febbraio 1267 i Pico stipularono un contratto di permuta con la famiglia Prendiparte di Bologna, al fine di evitare la perdita di ulteriori beni nel modenese.[3] Poco dopo, Bartolomeo (che aveva sposato Luisa Pallavicino, esponente di una delle famiglie più illustri del ghibellinismo padano)[4] fu costretto a cedere ai guelfi modenesi il castello della Mirandola e la Motta dei Papazzoni a Cividale. Le fortificazioni della Mirandola e della Motta furono in quell'occasione immediatamente distrutte dai modenesi.[1]
Bartolomeo Pico sposò Aledisia Pallavicino (1254-?), figlia di Umberto o Ubertino Pallavicino, marchese di Pellegrino e podestà di Cremona.[5] Ebbe i seguenti figli:[1]
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