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nonno di Odisseo nella mitologia greca Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Autolico (in greco antico: Aὐτόλυκος?, Autólykos) è un personaggio della mitologia greca, sposo di Anfitea.
Autolico | |
---|---|
Nome orig. | Aὐτόλυκος |
Caratteristiche immaginarie | |
Sesso | Maschio |
Autolico, fratello gemello di Filammone, è figlio del dio Ermes (o di Bedalione)[1] e di Chione figlia di Dedalione[2].
Fu il re di Acarnania.
È il padre di Anticlea, che sposando Laerte partorì Ulisse, il quale erediterà la sua proverbiale astuzia proprio da questi antenati.
Autolico invece, ereditò dal padre Ermes, il dio dei ladri, il dono di riuscire a rubare a chiunque senza mai venire scoperto e soltanto Sisifo, figlio di Eolo (non il dio dei venti, ma il nonno di quest'ultimo), era considerato superiore a lui nell'arte dell'inganno, tanto da irritare lo stesso Zeus, che lo condannò a una dura fatica.
Autolico è citato anche nell'Iliade (libro X) per aver rubato l'elmo di cuoio di Amintore, che fu poi dato al nipote Ulisse.
Nell'Odissea (libro XIX) cura Ulisse ferito alla coscia durante la caccia al cinghiale.
Viene annoverato anche fra i partecipanti della spedizione intrapresa dagli Argonauti.
Tradizioni più tarde affermano che sua moglie fu Mestra figlia di Erisittone.
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