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politico e militare romano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Aulo Atilio Calatino[1] (latino: Aulus Atilius Calatinus) (Calatia, ... – ...; fl. III secolo a.C.) è stato un politico e militare romano che combatté durante la prima guerra punica.
Fu eletto console per la prima volta nel 258 a.C. ed ebbe come collega Gaio Sulpicio Patercolo; secondo Polibio gli fu affidato il compito di proseguire le operazioni militari in Sicilia assieme all'altro console[2], mentre secondo altri autori lui solo ebbe il comando. Come prima operazione tentò di attaccare Panormus, dove si erano acquartierate le truppe cartaginesi per l'inverno; il console romano offrì più volte battaglia al nemico con l'intero esercito, ma i cartaginesi preferirono rimanere asserragliati in città. Per tale motivo Calatino diresse il suo esercito verso altri obiettivi: riuscì prima ad occupare la città di Hippana e successivamente, dopo essersi congiunto con le forze del proconsole Gaio Aquilio Floro, anche la fortezza di Mytistratum, che venne completamente distrutta e data alle fiamme.
L'anno successivo celebrò un trionfo come pretore.
Eletto di nuovo console nel 254 a.C., insieme a Gneo Cornelio Scipione Asina, espugnò Palermo insieme al collega, ma solo Asina ottenne il trionfo.
Dopo il disastro della battaglia di Trapani fu eletto dittatore e guidò un esercito in Sicilia. Nel 247 a.C. fu eletto censore.
Eresse un tempio alla Speranza nel Foro Olitorio e uno alla Fede sul Campidoglio. Parte del suo epitaffio viene citato da Cicerone nel suo Cato maior de senectute, come anche nel de finibus bonorum et malorum.[3]
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