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Auguste Bartholdi

patriota e scultore francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Auguste Bartholdi
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Frédéric-Auguste Bartholdi (Colmar, 2 agosto 1834Parigi, 4 ottobre 1904) è stato uno scultore e patriota francese.

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Auguste Bartholdi nel 1880

È famoso per aver realizzato nel 1886 la Statua della Libertà, donata dalla Francia agli Stati Uniti.

Biografia

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Infanzia ed educazione

Frédéric Auguste Bartholdi nacque a Colmar, in Francia, il 2 agosto 1834, in una famiglia di origine protestante alsaziana.[1] I suoi genitori erano Jean Charles Bartholdi (1791–1836), proprietario terriero e consigliere prefettizio, e Augusta Charlotte Bartholdi, nata Beysser (1801–1891). Ultimo di quattro figli, Bartholdi fu uno dei due soli fratelli a sopravvivere all’infanzia, insieme al primogenito Jean-Charles, che intraprese la carriera di avvocato ed editore.

Rimasto orfano di padre all’età di due anni, Bartholdi si trasferì a Parigi con la madre e il fratello maggiore, presso un ramo della famiglia lì residente.[2] Tuttavia, la famiglia mantenne stretti legami con Colmar, dove faceva frequenti soggiorni prolungati e dove manteneva la proprietà della casa natale, divenuta nel 1922 il Musée Bartholdi.

Durante la sua giovinezza a Colmar, Bartholdi ricevette le prime lezioni di disegno da Martin Rossbach. A Parigi, approfondì la formazione artistica studiando scultura con Antoine Étex e architettura con Henri Labrouste e Emmanuel Viollet-le-Duc.[2] Parallelamente, frequentò il prestigioso Lycée Louis-le-Grand, dove conseguì il diploma nel 1852, e proseguì gli studi di pittura nello studio dell'artista Ary Scheffer,[3] in rue Chaptal, oggi sede del Musée de la Vie Romantique. In seguito, Bartholdi orientò definitivamente il proprio impegno artistico verso la scultura, disciplina che avrebbe occupato in modo esclusivo il resto della sua vita.

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Jean Benner, Auguste Bartholdi (1886), Musée Bartholdi, Colmar

Gli inizi della carriera

Nel 1853 Frédéric Auguste Bartholdi esordì al Salon di Parigi presentando un gruppo scultoreo ispirato alla parabola del Buon Samaritano, successivamente riprodotto in bronzo. Due anni più tardi, nel 1855, ricevette dalla città natale di Colmar il suo primo incarico pubblico: la realizzazione di un monumento commemorativo in bronzo dedicato al generale napoleonico Jean Rapp.

Negli anni 1855 e 1856 intraprese un viaggio di esplorazione artistica nello Yemen e in Egitto, accompagnato da artisti come Jean-Léon Gérôme e altri pittori orientalisti. Questo viaggio fu determinante nello sviluppo del suo interesse per la scultura monumentale di grandi dimensioni.

Nel 1869 Bartholdi tornò in Egitto per proporre un progetto ambizioso: la costruzione di un faro monumentale all'ingresso del neonato Canale di Suez. L'opera, intitolata L'Egitto che illumina l'Asia (L'Égypte apportant la lumière à l'Asie), raffigurava una figura femminile drappeggiata con una torcia sollevata, precorritrice concettuale della futura Statua della Libertà. Ciò malgrado, il progetto fu respinto dal khedive d'Egitto e da Ferdinand de Lesseps per motivi economici,[4] e venne invece realizzato il faro di Port Said, costruito su progetto di François Coignet.

La guerra franco-prussiana e gli Stati Uniti

Durante la guerra franco-prussiana del 1870, Bartholdi prestò servizio come comandante di squadrone della Guardia Nazionale e come ufficiale di collegamento sotto la guida di Giuseppe Garibaldi.[5] Partecipò alla difesa della sua città natale, Colmar, esperienza che lo segnò profondamente. Scosso dalla sconfitta e dall’annessione dell’Alsazia-Lorena alla Germania, Bartholdi si dedicò alla creazione di monumenti celebrativi dell’eroismo francese. Tra questi, il più noto è il Leone di Belfort, monumentale scultura in arenaria rossa realizzata tra il 1871 e il 1880, simbolo della resistenza francese durante l’assedio prussiano.

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Bartholdi fotografato mentre lavora con una riproduzione in miniatura della Statua della Libertà a sinistra

Nel 1871 Bartholdi si recò per la prima volta negli Stati Uniti, dove propose la realizzazione di una statua monumentale da donare agli americani in occasione del centenario della loro indipendenza (1776–1876). L’idea, originariamente suggerita nel 1865 dall’intellettuale Édouard René de Laboulaye, trovò nel tempo sostegno politico e popolare, dando avvio a un lungo processo di progettazione e raccolta fondi. Il risultato fu la celebre Statua della Libertà, completata in Francia e inaugurata nel porto di New York nel 1886.

Durante questo periodo, Bartholdi lavorò anche ad altre opere pubbliche negli Stati Uniti, tra cui la Fontana Bartholdi a Washington D.C. completata nel 1878 e oggi situata nel Bartholdi Park, presso il Campidoglio.

Ultimi anni

Nel 1876 Frédéric Auguste Bartholdi fu nominato commissario francese all’Esposizione Centennale di Filadelfia, organizzata per celebrare il centenario dell’indipendenza degli Stati Uniti. In questa occasione espose diverse opere in bronzo, tra cui Il giovane viticoltore, Genio funebre, Pace e Genio nella morsa della miseria, quest’ultima premiata con una medaglia di bronzo.[3]

Nel 1878 la sua statua dedicata al generale Jean-Baptiste Vaquette de Gribeauval fu acquisita dallo Stato francese, confermando il crescente riconoscimento ufficiale del suo lavoro. Artista prolifico, Bartholdi iniziò parallelamente a segnalarsi non solo come scultore di monumenti pubblici e ritratti, ma anche per la sua versatilità in altri mezzi espressivi, tra cui la pittura a olio, l’acquerello, la fotografia e il disegno. Continuò a esporre regolarmente ai Salon di Parigi fino all’anno della sua morte.[3]

Nel 1886, lo stesso anno dell’inaugurazione della Statua della Libertà, Bartholdi fu insignito della Legion d'onore, una delle più alte onorificenze della Repubblica Francese. Frédéric Auguste Bartholdi morì di tubercolosi a Parigi il 4 ottobre 1904, all’età di 70 anni.[6]

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Stile

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Lo stile di Frédéric Auguste Bartholdi si radica saldamente nell’ideale accademico di reminiscenze neoclassiche del XIX secolo, ma viene caricato dallo scultore con una viva tensione verso il monumentale e l’allegorico. Fin dalle prime opere, Bartholdi attinge ai modelli della classicità greco‑romana non tanto per mera citazione formale, quanto per dare una dignità solenne ai soggetti patriottici o simbolici che interpreta.[7]

Significativo, in tal senso, fu il viaggio effettuato in Egitto e nello Yemen tra il 1855 e il 1856, dove Bartholdi - dopo aver studiato i colossi egizi e le antichità locali - consolidò un proprio stile personale, capace di coniugare chiarezza espressiva e monumentalità con una sobrietà formale e un simbolismo eloquente, sempre orientato alla trasmissione di valori morali e civici: ciò è particolarmente evidente sia nelle sue sculture più monumentali, come il Leone di Belfort o la Statua della Libertà, che verso le sue opere di dimensioni più contenute, come i monumenti che oggi adornano la città di Colmar. Di seguito si riporta un giudizio di Jean Ach-Dostal:

«Per lungo tempo, durante la sua vita, il Bartholdi è stato considerato il massimo specialista della scultura monumentale, il solo maestro capace di lavorare in grandi dimensioni e in stile eroico, ingiustificato apprezzamento di un modesto artista che deve il successo soprattutto a ragioni patriottiche, estranee alla scultura»
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Opere

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Statua della Libertà

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Statua della Libertà
Lo stesso argomento in dettaglio: Statua della Libertà.

Offerta dalla Terza Repubblica francese agli Stati Uniti in occasione del centenario della loro indipendenza nel 1876, la Statua della Libertà, opera di Frédéric Auguste Bartholdi, è divenuta una delle icone più riconoscibili della scultura francese del XIX secolo. Concepite come segno tangibile dell'amicizia tra le due nazioni e dei loro valori comuni, le sue forme monumentali nascono dall’iniziativa condivisa di Bartholdi e del giurista e politico Édouard René de Laboulaye, figura di spicco del pensiero repubblicano francese e virulento critico del Secondo Impero.[9]

Bartholdi elaborò un linguaggio visivo ispirato all’antichità greco-romana e al repertorio neoclassico europeo, scegliendo un’imponente figura femminile drappeggiata, simbolo della Libertà, che brandisce una torcia e reca una tavola recante la data dell’indipendenza americana. La statua, pensata per incarnare ideali libertari e repubblicani in un contesto internazionale ancora largamente monarchico, fu realizzata in rame con una struttura interna in ferro progettata da Gustave Eiffel.[9]

Dopo anni di lavoro e una complessa campagna di finanziamento su entrambe le sponde dell’Atlantico, l’opera venne ufficialmente inaugurata il 28 ottobre 1886 nel porto di New York. Da allora, l'opera di Bartholdi si è imposta come simbolo globale della libertà e della democrazia.[9]

Opere a Colmar

La città natale di Frédéric Auguste Bartholdi, Colmar, conserva un ricco patrimonio delle sue opere. Numerose statue e monumenti da lui realizzati adornano gli spazi pubblici della città, testimoniando il profondo legame tra lo scultore e il suo luogo d’origine.

Nel 1922 è stato inaugurato il Musée Bartholdi, allestito nella casa natale dell’artista, al numero 30 di Rue des Marchands. Il museo è interamente dedicato alla vita e all’opera di Bartholdi, e custodisce modelli originali, bozzetti, disegni, fotografie e oggetti personali, offrendo una panoramica completa della sua produzione artistica e del suo contributo alla scultura monumentale del XIX secolo.

Di seguito si riportano le opere dello scultore più rilevanti oggi esposte nella sua città natale:

  • il monumento al generale Rapp (1855);
  • il monumento a Martin Schongauer nel Musée d'Unterlinden (1863); il progetto prevedeva le quattro statue allegoriche in bronzo L'oreficeria, Lo studio, L'incisione e La pittura, ora nel museo Bartholdi di Colmar[10];
  • il monumento all'ammiraglio Bruat (1864);
  • il Genio funebre nel liceo Bartholdi (1866);
  • il Piccolo viticoltore alsaziano nel museo Bartholdi (1869);
  • il monumento funerario delle Guardie nazionali uccise nel 1870 nel cimitero Ladhof (1872);
  • la fontana a Roesselmann (1888);
  • il monumento a Gustave-Adolphe Hirn (1894);
  • I grandi sostegni del mondo al museo Bartholdi (1902);
  • la statua del bottaio alsaziano in cima alla Casa delle teste (1902);

Altre opere di rilievo

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Leone di Belfort
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Monumento a La Fayette a New York

Di seguito sono riportate altre opere di rilievo realizzate dallo scultore:

Opere distrutte:

  • monumento agli aeronauti dell'assedio di Parigi, il modello è stato presentato nel 1879, inaugurato nel 1906 a Neuilly-sur-Seine, destinato alla rifusione nel 1941;[14]
  • fontana Bartholdi a Reims (1885), distrutta nel corso della prima guerra mondiale.

Opere postume:

  • monumento dei tre assedi di Belfort, inaugurato nel 1913 sul modello di Bartholdi;
  • Il Martire moderno, inaugurato nel 2005 nella corte del Castello Reale di Varsavia sul modello di Bartholdi.
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Onorificenze

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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