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critico letterario e insegnante italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Attilio Marinari (Montella, 10 luglio 1923 – Roma, 20 febbraio 2000) è stato un critico letterario italiano.
Frequentò a Montella le classi elementari si spostò poi nel 1934 a Sant'Angelo dei Lombardi per sostenere gli esami di ammissione alle classi del ginnasio inferiore. Classi che frequentò poi in alcuni conventi del napoletano e successivamente sotto la guida di un prete del suo paese, don Vincenzo Nargi. Nel Regio Ginnasio di Sant'Angelo dei Lombardi ritornò nel 1937 insieme al compagno di classe Dante Della Terza per gli esami di passaggio dalla terza alla quarta ginnasiale. L'amicizia con Della Terza, poi, fu significativa, intessuta com'era di profondi interessi culturali e di un gusto per il paradosso che accomunava entrambi. Fu l'amico col quale ebbe rapporti più intensi e frequenti per tutto il tempo in cui frequentò il ginnasio superiore a Sant'Angelo. Un'amicizia affettuosa rafforzata anche dai brevi soggiorni a Montella, dove Della Terza prese a trascorrere qualche giorno d'estate. A Sant'Angelo, così come facevano nel tempo centinaia di studenti, Attilio Marinari viveva a pensione; il primo anno nella locanda di Arcangelo Chiusano, il secondo da Fischetti, nel centro storico. Ultimato il Ginnasio per concludere gli studi superiori approdò al “Colletta” di Avellino.
Gli anni di Avellino furono per Marinari di profonda ed intensa formazione culturale. D'altro canto non poteva essere diversamente quando c'era l'opportunità di rapportars a personaggi come Guido Dorso e Fiorentino Sullo il quale, seppure ancora studente universitario, un preciso punto di riferimento nel panorama politico della provincia. Oppure di frequentare biblioteche fornitissime come quella di casa Maccanico, ricca di testi di Croce, Omodeo, Gobetti, De Ruggiero, Sturzo, Nitti e Salvemini, che aprivano la mente di Marinari e dei suoi amici «a problemi di ordine politico e sociale, alle questioni di libertà, che in quel periodo di guerra e di avvio al declino emergevano con forza crescente».
Conclusi gli studi liceali, nel 1942 Attilio Marinari si iscrisse alla Facoltà di Lettere della “Federico II” di Napoli. I suoi ex compagni di classe, La Penna, Maccanico e Della Terza, stimolati dalla professoressa Patrone, approdarono alla “Normale” di Pisa. Gli studi a Napoli furono pagati con l'incarico d'insegnamento nella scuola media di Montella, gestita dapprima da un ente privato e poi dal Comune. Incarico che conservò negli anni a seguire, passando dalla cattedra di matematica a quella di lettere. La tesi su “Sallustio nella storiografia di Tacito”, che Marinari discusse il 17 luglio del 1947 davanti al latinista Francesco Arnaldi, gli valse il voto massimo.
Marinari si avviò prestissimo all'insegnamento nei licei, passando da Desenzano del Garda (1949-50) a quello di Avellino che l'aveva visto come alunno e dove restò dal 1950-51 al 1960-61. Da professore a preside il passaggio fu poi più che naturale. Cominciò nell'ottobre del 1961 con la nomina da incaricato presso l'Istituto Magistrale di Lacedonia, dove restò cinque anni.
Dopo alcune esperienze consumate tra Dentecane e Nola, Marinari nel 1971 arrivò come preside al “Colletta” di Avellino. Da qui, l'anno successivo, spiccò il salto nella capitale, al “Terenzio Mamiani”, dove per diciassette anni ha partecipato a tutte le vicende di quel Liceo, soprattutto a quelle legate alla contestazione studentesca che catapultarono la scuola di Viale delle Milizie sulla scena nazionale.
Presso l'istituto scolasrico si concluse l'attività di preside di Marinari, svolta in nome dei valori profondi della cultura, ma innanzitutto di quelli nobili e generosi del rapporto umano, mai freddo e formale, che lo studioso volle e seppe intrattenere con gli alunni.[1]
La raccolta, appartenuta al Marinari e a sua moglie Dora Tomasone Marinari (Avellino 1931 - Roma 2013) nota in particolare per le sue traduzioni dell'Iliade (Roma 2010) e dell'Odissea (Roma 2012), quest'ultima Premio per la Cultura Mediterranea 2013, ma anche per studi pascoliani e gozzaniani e per la traduzione de Le bâton d'Euclide di Jean-Pierre Luminet, consiste in poco meno di cinquemila unità bibliografiche ed è stata devoluta nell'estate del 2014 dal figlio Enzo, ordinario di Fisica all'Università La Sapienza di Roma al Centro Bibliotecario di Ateneo dell'Università di Salerno ed è attualmente conservata nella Biblioteca centrale Eduardo Renato Caianiello. Di rilevante valore è senza dubbio il settore italianistico, ricco di saggistica novecentesca, ma ben documentati sono anche i filoni antichistico, storico, filosofico e storico-artistico. Completa il fondo un piccolo nucleo di esemplari di antiquariato e poche serie di periodici.
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