Astroides calycularis

specie di corallo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Astroides calycularis

Astroides calycularis (Pallas, 1766) è una madrepora incrostante dal caratteristico colore arancione, diffusa nelle acque del Mediterraneo. È l'unica specie nota del genere Astroides.[1]

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Astroides calycularis
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Astroides calycularis
Stato di conservazione
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Specie non valutata
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumCnidaria
ClasseAnthozoa
SottoclasseHexacorallia
OrdineScleractinia
FamigliaDendrophylliidae
GenereAstroides
Quoy et Gaimard, 1827
SpecieA. calycularis
Nomenclatura binomiale
Astroides calycularis
(Pallas, 1766)
Sinonimi

Madrepora calycularis
(Pallas, 1766)
Astroides luteus
(Quoy & Gaimard, 1827)

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Descrizione

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Colonia di A. calycularis, Linosa

Forma colonie tondeggianti dal caratteristico colore arancione.

La disposizione dei coralliti può essere di tipo cerioide (cioè posti a stretto contatto l'uno con l'altro, con teche parzialmente fuse, di tipo plocoide (cioè con coralliti distanziati) o, a maggiori profondità, di tipo faceloide (cioè con conformazione allungata, a forma di tubo).[2]

I polipi numerosi tentacoli retrattili.

Distribuzione e habitat

È diffuso principalmente nel Mediterraneo centrale e meridionale ma anche nell'Atlantico nelle adiacenze dello stretto di Gibilterra.

Forma colonie incrostanti su rocce e cavità già a partire dalla superficie sino ai 50 metri di profondità.

Biologia

Come tutti gli antozoi, la specie è carnivora e si nutre prevalentemente di plancton. È un corallo anermatipico, privo di zooxantelle.[2]

Nel 2018 uno studio ha dimostrato che i polipi di questo corallo sono in grado di cooperare per la cattura della medusa Pelagia noctiluca: un primo gruppo di polipi corallini afferra la medusa dal suo ombrello mentre un secondo gruppo inizia a divorarne i tentacoli.[3]

Conservazione

Uno studio del 2004 ha evidenziato in alcune aree un tasso di estinzione delle colonie di questa specie fino al 50% annuo[4].

La specie è protetta dalla Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Flora and Fauna (CITES)[5] ma non rientra tra le specie nella lista rossa della IUCN.

Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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