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filosofo e politico italiano (1927-2017) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Armando Plebe (Alessandria, 12 settembre 1927 – Roma, 17 marzo 2017) è stato un filosofo e politico italiano.
«Seguo il verso di Orazio “Odio la massa e me ne tengo lontano”. Solo in questo sono uomo di destra»
Armando Plebe | |
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Senatore della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 1972 – 1979 |
Legislatura | VI, VII |
Gruppo parlamentare | MSI-DN (fino al 31 gennaio 1976), DN-CD (dal 1º febbraio 1977) |
Circoscrizione | Piemonte |
Incarichi parlamentari | |
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Dati generali | |
Partito politico | Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale poi Democrazia Nazionale - Costituente di Destra |
Titolo di studio | Laurea in filosofia |
Professione | Docente universitario |
Si laureò all'Università di Torino in Filosofia, poi in Filologia classica nello stesso ateneo e infine di nuovo in Filosofia all'Università di Innsbruck[2]. Testimone di nozze dell'editore Vito Laterza[3], grazie alla sua intercessione conobbe Benedetto Croce che lo convinse a pubblicare i suoi scritti e ne appoggiò l'opera[2][3].
Nel 1959 cominciò la sua carriera universitaria: dopo aver iniziato all'Università di Perugia come professore incaricato di Storia della Filosofia, nel 1961 passò a quella di Palermo dove fu docente ordinario di storia della filosofia[4] e direttore dell'Istituto alla Facoltà di Lettere e Filosofia. Tra il 1970 e il 1973 insegnò anche all'Istituto ticinese di alti studi a Lugano.
Storico della filosofia, si occupò in particolare del pensiero greco e di Aristotele[5].
Filosofo inizialmente marxista, nei primi anni 1970 ebbe una clamorosa rottura con il pensiero di Karl Marx (dovuta anche alla sua contestazione del Sessantotto[3]) e viene annoverato fra i sostenitori dell'anticomunismo politico-culturale di quel periodo; dopo una militanza di due anni con i socialdemocratici di Giuseppe Saragat, aderì al Movimento Sociale Italiano[3].
Giorgio Almirante lo nominò prima presidente del Fronte universitario d'azione nazionale e poi responsabile del settore cultura dell'MSI-DN[6]. Successivamente fu eletto senatore della Repubblica nelle elezioni del 1972 nelle file del MSI-DN in Piemonte[7] e rieletto nel 1976; in quell'anno Almirante lo incluse nella rappresentanza italiana al Parlamento europeo.
Nel gennaio 1977 ruppe anche con il MSI, aderendo al gruppo parlamentare scissionista Democrazia Nazionale, senza però entrare nel nuovo partito DN[8]. Non rieletto con DN nel 1979, lasciò la politica attiva.
Nel 1977 aveva chiesto anche l'iscrizione al Partito Radicale, ma dopo un'accesa votazione il partito gli negò la tessera[9].
Terminata l'esperienza parlamentare tornò a insegnare all'Università di Palermo.
Riavvicinatosi negli anni Novanta al marxismo[senza fonte], negli anni 2000 Plebe fu editorialista del quotidiano Libero[10]. In un'intervista concessa a Giampaolo Pansa dichiarò d'aver avuto esperienze omosessuali negli anni Settanta[1][3], circostanza confermata dalla giornalista Annalisa Terranova, che ricorda come nel 1977 fosse stato fotografato con un ragazzo nei bagni della Stazione Termini[11].
Si definiva come un illuminista scettico sostenitore d'un anarchismo intellettuale[2].
Fra gli studiosi con cui collaborò, riconosceva come propri allievi Gianni Puglisi, Pietro Emanuele e Piero De Giovanni [3].
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