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movimenti spontanei militari che in Italia si opposero ai nazi-fascisti Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Si facevano chiamare Aquile randagie i ragazzi del gruppo di scout di Milano, Monza e Parma che svolgeva attività giovanili clandestine durante il periodo del fascismo.
Aquile randagie | |
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Cartello per la Centralina, base scout intitolata alle Aquile randagie in Val Codera | |
Associazione scout | |
Ambito | Lombardia |
Affiliazioni | Associazione Scautistica Cattolica Italiana (ASCI) |
Data di fondazione | 1927 |
Data di scioglimento | 1945 - ASCI ricostituite |
Scautismo in val Codera Sito web | |
Nel 1912 viene fondata la più antica organizzazione scout italiana tuttora esistente: il Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani (CNGEI), associazione non confessionale. Poco dopo, a Milano, nasce l'Associazione dei ragazzi pionieri italiani (ARPI). Nel 1916 viene fondata l'Associazione Scautistica Cattolica Italiana (ASCI) che sarà la più importante delle associazioni italiane fino al 1974.
Una legge (la n. 5 del 9 gennaio 1927), una delle cosiddette Leggi Fascistissime, aveva decretato lo scioglimento dei Reparti scout nei centri inferiori a 20.000 abitanti, e l'obbligo di inserire l'acronimo ONB (Opera Nazionale Balilla) nelle insegne dei rimanenti. Papa Pio XI fu costretto a dichiarare sciolta l'Associazione Scautistica Cattolica Italiana (ASCI) il 24 gennaio dello stesso anno. Il 9 aprile 1928 tutto lo scautismo fu dichiarato soppresso dal Consiglio dei ministri.
Anche il gruppo scout Milano 2 e il gruppo scout Milano 6 deposero ufficialmente le proprie insegne (fiamme). Ma alcuni di essi si rifiutarono di cessare l'attività. Usando messaggi in codice e cifrati per non venire scoperti, quei ragazzi continuarono a ritrovarsi, tenendo anche regolari campi scout d'estate in Val Codera (provincia di Sondrio), e svolgendo regolari attività scout. Li guidavano Giulio Cesare Uccellini, capo del Milano 2, che prenderà il nome di Kelly durante la resistenza e che ebbe anche il soprannome di Bad Boy, affibbiatogli da J.S. Wilson, all'epoca direttore del Bureau Mondiale dello Scautismo, Virgilio Binelli detto Aquila Rossa, e Andrea Ghetti, del gruppo Milano 11, detto Baden.
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 le Aquile Randagie, insieme ad altri, diedero vita all'OSCAR (Organizzazione Scout, poi sostituito da Soccorso, Collocamento Assistenza Ricercati) che si impegnò in un'opera di salvataggio di perseguitati e ricercati di diversa nazione, razza, religione, con espatri in Svizzera (noto quello di Indro Montanelli) e concludendo il proprio servizio proteggendo la vita, a guerra finita, ai persecutori di ieri.
Altri gruppi scout clandestini rimasero attivi in Italia negli anni del fascismo: uno di essi si riuniva addirittura a Palazzo Venezia, lo stesso dal cui balcone il Duce si affacciava per i suoi discorsi.
Nell'ottobre del 1922 sale al potere il partito fascista che si prefigge uno stato totalitario e dunque un controllo sulle idee della popolazione italiana, per raggiungere questo obiettivo pone subito molta attenzione all'educazione dei giovani, e quindi, il 14 gennaio 1926 nasce l'ONB (Opera Nazionale Balilla) e vengono sciolte tutte le organizzazioni a carattere o inquadramento militare. Alcuni prefetti applicano questa classificazione anche alle organizzazioni scout, nonostante spesso le autorità ecclesiastiche intervengano in loro difesa, e molte camicie nere cominciano a compiere atti di violenza contro appartenenti a gruppi scout, tanto che ad Argenta viene ucciso Don Minzoni, fondatore del gruppo scout locale.
Per poter arginare i comportamenti fascisti nel 1924 l'ASCI confluisce, anche grazie a Pio XI, nell'Azione Cattolica italiana rimanendo comunque totalmente autonoma. Il 3 aprile del 1926 vengono approvate le cosiddette leggi fascistissime che prevedono tra le altre cose anche lo scioglimento dei reparti scout nei centri con meno di 20.000 abitanti. Questa legge, a causa dei fragili rapporti con la Chiesa, viene applicata solo dal gennaio del 1927. È un duro colpo per lo scautismo che vede drasticamente ridotto il numero dei suoi gruppi.
Da questo punto in avanti la vita degli scout si fa sempre più difficile finché due anni più tardi l'ASCI viene ufficialmente chiusa e il 22 aprile del 1928 vengono deposte in Duomo a Milano le fiamme, insegne dei reparti. In quello stesso giorno Ciacio Andrea, un lupetto del gruppo Milano 2, fa la sua promessa entrando nella famiglia scout: è il primo simbolico atto di rivolta. In quell'occasione, nella cripta di San Sepolcro, di fronte alla stessa "casa dei fasci" da cui erano partiti i fascisti milanesi per la marcia su Roma, nasce l'impegno a durare "un giorno in più del fascismo".
La resistenza vera e propria inizia però un mese più tardi, il 27 maggio, quando un gruppo scout guidato da Giulio Cesare Uccellini compie un'uscita ai Corni di Canzo testimoniata da varie fotografie. Su una di queste è scritto: "È l'inizio Scout della Resistenza contro il fascismo", la resistenza durerà 16 anni 10 mesi e 29 giorni, che saranno chiamati, basandosi sul linguaggio di Kipling, il periodo della giungla silente. Questo piccolo nucleo di scout cerca in poco tempo di creare un'organizzazione di facciata per coprire le proprie attività, fondando nel 1929 il Convegno cattolico Pierino Delpiano, ma presto, in seguito a discussioni di natura metodologica col sacerdote della parrocchia ospitante, Uccellini e Binelli creano le Aquile Randagie (AR), un gruppo formato da una ventina di ragazzi tra gli undici e i diciassette anni legato soltanto dai valori dello scautismo. Una delle aquile randagie di maggior rilievo è sicuramente Andrea Ghetti (Baden)[1] il quale, dopo aver avvicinato lo scautismo nel 1927, vi aderisce pienamente e diventa dal 1939 in poi assistente ecclesiastico del gruppo milanese intrattenendo contatti anche con le alte cariche ecclesiali (il card. Schuster è a conoscenza dell'esistenza delle Aquile Randagie e la sostiene anche se non apertamente).
La repressione fascista prosegue sempre più efferata e, per proteggersi, le aquile randagie si coprono con degli pseudonimi: Uccellini è Kelly o Tigre, Binelli è Aquila Rossa, Andrea Ghetti è Baden, Vittorio Ghetti è Cicca,[1] e sfruttano tutte le tecniche apprese nello scautismo per comunicare senza essere capiti, posizionando i propri avvisi scritti con l'ausilio di vari codici (dal codice morse al linguaggio del bosco) in un buco della terza colonna della Loggia dei Mercanti. Questi primi anni sono caratterizzati da violenze ancora limitate e le intimidazioni, pur non mancando, sono comunque relativamente rare (la perquisizione in casa Luppi non è molto severa, e Fracassi di ritorno da un’Uscita, è circondato da alcuni fascisti che lo deridono, lo spintonano e alla fine lo percuotono). Tuttavia la vita clandestina è vissuta con serenità e come parte integrante del gioco.
Ogni domenica si svolge un'uscita nella pianura vicino a Milano o in Brianza; si parte infagottati in doppi vestiti per raggiungere il luogo prefissato dove si rimane in perfetta uniforme a svolgere attività semplici di gioco e tecnica, mentre in settimana l'attrezzatura rimane a casa di don Fusi che la custodisce in un sotterraneo di San Sepolcro, proprio il luogo dove era stato firmato il manifesto dei Fasci di combattimento.
Durante tutto il periodo della giungla silente vengono realizzati campi estivi, settimane passate in cammino o in campi stabili totalmente dedicate allo scautismo, se si fa eccezione per gli anni 1933 e 1937 in cui alcune Aquile Randagie parteciparono ai jamboree mondiali di Ungheria e Paesi Bassi.
Nel 1930 viene fondato il giornale Estote parati (traduzione latina del motto scout "siate pronti"), nel quale vengono descritte le attività svolte e raccolti canti e appunti di tecniche scout. Questo giornale è oggi molto utile in quanto dà anche la possibilità di comprendere i rapporti instaurati con le autorità diocesane e il numero dei membri che compongono le Aquile Randagie, dati che mostrano un continuo sviluppo del movimento. I nuovi membri vengono sempre scelti fra famiglie provatamente antifasciste, anche perché, vivendo lo scautismo, si rischiavano pestaggi da parte delle camicie nere e talvolta addirittura il carcere.
Nonostante il regime cercasse di reprimerli, gli scout italiani non erano isolati nella loro clandestinità, infatti alcuni di essi divennero presto membri onorari di reparti francesi e svizzeri e nel 1933 tre Aquile Randagie, don Violi (Denvi), Kelly e Bertoletti (un operaio scout, il cui pseudonimo è "Tulìn de l'oli", dialetto milanese per “Barattolino dell’olio”, reclutato come dattilografo sebbene non avesse mai visto una macchina da scrivere), parteciparono al Jamboree in Ungheria dove poterono confrontarsi con altri scout di tutto il mondo.
Le repressioni non intaccarono l'umorismo e lo spirito goliardico di Kelly, come mostra una "beffa" operata nel '35 dalle Aquile Randagie nei confronti dei fascisti: alla fine di una messa svoltasi in divisa nella chiesa di San Sepolcro, gli scout si trasferiscono in piazza Cordusio dove stanno sfilando tutte le organizzazioni fasciste e naziste in occasione di una manifestazione della Gioventù hitleriana. Kelly, da alcuni scout sale sul palco d'onore e si posiziona indisturbato a fianco dei grandi gerarchi nazisti e fascisti dileguandosi poco prima della fine della parata.
Due anni più tardi il Jamboree si tiene nei Paesi Bassi, a Vogelenzang: anche in questa occasione una delegazione delle Aquile Randagie partecipa aggregata agli scout della Corsica. Essa è composta da Kelly e i due fratelli Ghetti; il gruppo ha anche l'onore di incontrare Baden-Powell che elogia le Aquile Randagie e le invita a continuare affidando a Uccellini l'incarico di nominare i futuri capi italiani; ciò mostra come le Aquile Randagie e la delicata situazione italiana fossero noti ad alcuni capi scout europei.
L'anno successivo, proprio una settimana dopo l'invasione della Polonia, le Aquile Randagie visitano una valle che definiranno "il paradiso perduto" e con cui intesseranno un forte legame: la Val Codera, situata poco sopra Novate Mezzola. Qui si svolgono i campi estivi del 1941 e del 1942, e grazie alla complicità della guardia di finanza non fascista e dei valligiani si possono svolgere le tipiche attività scout in perfetta uniforme senza troppe preoccupazioni, cosa che non accadeva da alcuni anni a causa del timore di "soffiate" ai fascisti.
Nel 1940 però, a seguito dell'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania, molte delle Aquile sono richiamate nell'esercito. Le attività tuttavia non diminuiscono, grazie anche all'interessamento di monsignor Montini, che invita Baden a continuare nonostante i rischi della vita clandestina aumentino, come dimostra l'attacco a Kelly del 3 ottobre 1942, a causa del quale perderà in parte l'udito e rimarrà vari giorni in ospedale.
Nel 1942 iniziano anche i rapporti con la famiglia Osio, il cui figlio è allievo di Baden, che offre parte della sua tenuta di Montecchio di Colico prima come terreno per il campo del 1943 e, finita la guerra, come campo-scuola intitolato a Kelly (destinazione che rimane tuttora, facendone un posto caro agli scout di tutt'Italia).
Durante l'inverno 1942-1943 gli alleati bombardano Milano causando 171 morti civili e la distruzione di parte della città, fra cui anche le case di alcuni scout. In questo clima drammatico ci si avvia verso il declino e la successiva caduta del fascismo che avviene proprio durante il campo estivo a Colico (25 luglio).
Dopo la firma dell'armistizio (8 settembre 1943) l'invasione tedesca e la formazione della Repubblica Sociale Italiana (RSI), vengono subito promulgate leggi sulla consegna alle autorità nazi-fasciste dei prigionieri di guerra, alcuni dei quali sono rifugiati da don Bigatti che si rivolge a Baden. Si propone subito il dilemma se subire passivamente o diventare partigiani e la risposta viene data seguendo i principi scout: "Noi non spariamo, noi non uccidiamo… noi serviamo!".[2] Viene quindi combattuta una resistenza disarmata e passiva. Baden istituisce già il 12 settembre del 1943 l'O.S.C.A.R. (la sigla starebbe per Organizzazione Scout, sostituito quasi subito con Soccorso, Collocamento Assistenza Ricercati), la cui attività consiste principalmente nell'espatrio di ebrei, renitenti alla leva e ricercati politici in Svizzera.[2] È da sottolineare come questa non sia l'unica rete di aiuto ai profughi presente in Italia ma sicuramente una tra le più attive, organizzate e veloci.
Una fondamentale attività dell'OSCAR è la continua fabbricazione di documenti falsi, ottenuti grazie anche alla collaborazione di timbrifici e amici che lavorano in questura. Il rischio maggiore tuttavia consiste nel varcare il confine, costantemente sorvegliato e recintato con filo spinato; un esempio della pericolosità di questo tipo di azioni può essere l'espatrio di dieci greci, durante il quale, a causa della disattenzione di uno di questi, Kelly e Baden rischiano la vita riuscendo però a non essere visti e a far passare i profughi oltre il confine.
Un altro episodio significativo è il finto rapimento di Gabriele Balcone, bambino di madre ebrea, avvenuto nel dicembre 1943. La famiglia, mentre tenta di varcare il confine, viene catturata e il piccolo è lasciato dalle SS nella Casa San Giuseppe di Varese in attesa di essere deportato a Buchenwald. L'OSCAR si mobilita e fa trasferire il piccolo in ospedale col pretesto di un intervento chirurgico; qui dopo che ne è determinata con esattezza la posizione, Kelly e Baden, l'uno travestito da medico l'altro che lo attende in macchina, rapiscono Gabriele e, dopo averlo nascosto qualche tempo, lo restituiscono al padre col quale emigrerà in Australia. Un altro impegnato nell'attività è Giovanni Barbareschi, all'epoca diacono, al quale la Comunità ebraica di Milano attribuirà nel 1955 un attestato di merito come giusto fra le nazioni.[3][4]
Non sempre però le cose vanno bene: Peppino Candiani, appena diciannovenne, perde la vita sul fiume Tresa mentre cerca di far espatriare un lituano che, preso da vertigini, si mette a urlare richiamando l'attenzione dei nazifascisti che crivellano il giovane.
A causa dell'attività sempre più intensa, la repressione fascista nei confronti dell'OSCAR diviene sempre più aspra e proprio Baden, dopo che il cardinale Ildefonso Schuster gli comunica che le Brigate Nere e le SS lo stanno cercando con l'ordine di sparare a vista, è costretto a nascondersi per un breve periodo, e grazie a un errore di battitura del suo cognome nei rapporti della polizia riesce a sfuggire ai militari. Anche in un periodo travagliato dai rastrellamenti e nonostante le attività con l'OSCAR le Aquile Randagie proseguono, seppur tra mille difficoltà, le loro attività scout comprese uscite e campi: questi si svolgono nel 1943, come già detto, a Montecchio di Colico (Lecco) e nel 1944 Baccanello di Calusco d'Adda (Bergamo).
L'OSCAR non era l'unica attività extra scout: Natale Verri, detto "Nino", dopo aver disertato, diviene partigiano ma per non abbandonare un compagno ferito sul campo viene catturato e, il 16 aprile del 1945, fucilato.
Nel 1944 Teresio Olivelli, Carlo Bianchi (entrambi impegnati nell'OSCAR) insieme a Claudio Sartori fondano il giornale clandestino Il Ribelle, organo di stampa delle Brigate Fiamme Verdi, formazioni partigiane di orientamento cattolico. Collabora al giornale anche Giovanni Barbareschi. Il giornale riporta il sottotitolo "esce quando può e come può".
Olivelli e Bianchi vennero poco dopo catturati per colpa di un delatore e portati nel campo di transito di Fossoli. Bianchi fu fucilato, Olivelli fu deportato a Hersbruck dove fu ucciso da un sorvegliante per aver difeso un altro prigioniero.
Pochi giorni dopo questo fatto arriva l'attesa liberazione. Inizia il periodo della ricostruzione. Non ci sono trionfalismi per le Aquile Randagie o per l'OSCAR il cui bilancio è sicuramente molto interessante: nei 20 mesi di occupazione nazista ci sono stati 2 166 espatri tra i quali anche quello di Indro Montanelli, 3 000 documenti falsi stampati e una spesa complessiva di 10 milioni di lire di allora.
Ma l'attività delle Aquile Randagie continua con gesti di prevenzione contro gli odi e le vendette verso i vinti, per esempio con un presidio "armato" della stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni per lasciare passare un treno sanitario tedesco.
Dal punto di vista prettamente scout invece, nella parte d'Italia liberata dagli Alleati, fremono intanto i preparativi per il rilancio dell'ASCI: numerose sono infatti le riunioni del Commissariato Centrale con relative circolari. Significativa è una di queste in cui si richiede alle Aquile Randagie l'organizzazione della gerarchia dell'ASCI lombarda che si trova sotto l'occupazione tedesca, e significativa è per la risposta: "Per quel che riguarda la regione lombarda, la gerarchia è già praticamente costituita dato che la nostra attività è stata ininterrotta dal 1928. Quindi per noi non è una ripresa, ma la continuazione del lavoro che da venticinque anni stiamo svolgendo". L'ASCI nel 1974 si fuse con la sua associazione femminile corrispondente, l'Associazione Guide Italiane (AGI), creando così l'Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI).
L'apporto metodologico delle Aquile Randagie viene trasmesso mediante la cura della formazione Capi inaugurando il Campo Scuola di Colico con il primo Campo Scuola lombardo per capi clan e il primo per capi esploratori. E non dimentichiamo che l'importante carenza metodologica della branca Rover ferma al 1928 dà l'opportunità a Baden di inventare il Roverismo italiano, sulla base delle esperienze cattoliche dei belgi, francesi, svizzeri, originando il Clan, con le sue giornate dello spirito, il noviziato, la B.A. di Natale, la Carta di Clan, il capitolo, l'inchiesta, l'impresa, il servizio, la spiritualità della strada, il campo di clan, la vita rude, la "strada maestra di vita semplice povera faticosa", la comunità del servizio, la partenza scout.
Nel 2019 è stato prodotto il film Aquile randagie, diretto da Gianni Aureli, che racconta la loro storia.[5]
La lista è parziale, i nominativi incompleti (solo nome, cognome o soprannome) o totalmente sconosciuti non sono stati inseriti.[6]
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