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funzionario romano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Apodemio (latino: Apodemius; ... – 361) è stato un funzionario romano.
Era un agens in rebus,[1][2] una sorta di agente segreto, che operò durante il regno dell'imperatore romano Costanzo II (337—361) e fu coinvolto nella morte del cesare d'Oriente Costanzo Gallo.
Apodemio venne mandato assieme a Barbazione ad arrestare Gallo a Poetovio con l'ordine di portarlo a Pola, dove sarebbe stato processato.[1] Quando Gallo venne condannato a morte da Costanzo, Apodemio, assieme a Sereniano e al notarius Pentadio, eseguì la sentenza.[2] Si recò poi alla corte imperiale, a Mediolanum, dove fu il primo ad informare Costanzo dell'avvenuta esecuzione (che forse l'imperatore aveva tentato di fermare dopo aver cambiato idea).[3]
In occasione della ribellione del prefetto del pretorio Claudio Silvano in Gallia (355), Apodemio venne mandato da Silvano per invitarlo a recarsi a corte, a Mediolanum. Non riuscito nel suo intento, Apodemio diffuse nella provincia la voce che Silvano, sospettato di volersi proclamare imperatore, era stato già condannato da Costanzo.[4]
Nel 361 Costanzo II morì, e salì al trono Giuliano, fratellastro di Gallo. Il nuovo imperatore ordinò la creazione di un tribunale a Calcedonia che avesse lo scopo di giudicare i comportamenti degli ufficiali di Costanzo, in particolare riguardo alla morte di Gallo. Apodemio, che all'epoca si era già ritirato a vita privata, venne giudicato colpevole della morte di Gallo e messo a morte.[5]
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