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scrittrice, poetessa e drammaturga inglese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Aphra Behn (Canterbury, 10 luglio 1640 – 16 aprile 1689) è stata una scrittrice, poetessa e drammaturga britannica.
Fu la prima donna della letteratura inglese a guadagnarsi da vivere come scrittrice, producendo opere in versi e in prosa e componendo opere teatrali[1], che ricevettero accuse di oscenità a causa del loro contenuto esplicito, e come traduttrice.
Sebbene le informazioni sui primi anni di vita dell'artista siano imprecise e scarse, per tradizione la sua nascita si fa risalire al 1640. Delle varie versioni, la più accreditata è quella secondo la quale nacque presso Canterbury e crebbe nella famiglia di John Johnson, parente di Francis Johnson, lord Willoughby. Assai probabilmente nel 1663 la famiglia si trasferì nella Guyana Olandese dove risiedette alcuni mesi dopo la morte del capofamiglia. L'esperienza sarebbe stata d'ispirazione ad Aphra per la stesura del suo più celebre romanzo, Oroonoko[1], considerato il punto di partenza per lo sviluppo del romanzo moderno[2].
L'anno successivo Aphra fece ritorno in patria dove sposò un mercante olandese di cognome Behn. Alla morte del marito, che sopravvenne l'anno seguente, la Behn fu arruolata come agente segreto al servizio di re Carlo II e si trasferì ad Anversa. Nel dicembre del 1666 decise di tornare in Inghilterra, ma la Corona si rifiutò di pagarle il viaggio e gli altri emolumenti, così la Behn, una volta in patria, si trovò in condizioni finanziarie assai precarie e nel 1668 fu incarcerata per debiti. Questa situazione fu un incentivo che spinse la donna a cominciare a comporre per mantenersi in vita[1].
Aphra Behn dimostrò subito la sua versatilità. Già prima dell'arresto e della successiva liberazione aveva scritto in versi; al 1670 risale la sua prima commedia, The Forc'd Marriage, composta a Londra e pubblicata l'anno successivo, che le fece guadagnare la notorietà[1], fama accresciuta dall'accusa di oscenità, dalla quale si difese con forza nell'introduzione di Sir Patient Fancy[3]. Nel 1677, per la produzione dell'opera teatrale The Rover, la popolare attrice Nell Gwyn – nonché amante di Carlo II – ritornò sul palcoscenico per impersonare la prostituta Angelica Bianca e l'anno successivo la stessa Gwyn fu la protagonista in Sir Patient Fancy, in cui interpretò Lady Knowell. Le due opere si attirarono l'accusa di libertinaggio, calunnia ingigantita dall'amicizia della Behn con il Conte di Rochester, conosciuto per i comportamenti licenziosi e per le liriche esplicite[4]. Nelle opere della scrittrice si parlò di relazioni sessuali e di prostituzione. Questi argomenti erano già stati affrontati da altri poeti, ma la Behn viveva in una cultura in cui, se per l'uomo tutto ciò era un segnale di conoscenza del mondo, nei riguardi di una poetessa si tendeva ad accostare e sovrapporre le tematiche presentate alla donna che le esprimeva, sicché Aphra Behn dovette convivere con il soprannome dispregiativo che le venne attribuito, "La puttana e poetessa"[5]. Anche l'omosessualità è una presenza costante nelle opere della scrittrice e rispecchia la sua vita in cui, dopo la morte del marito, ebbe amanti di entrambi i sessi[1].
Aphra Behn fu la prima donna della letteratura inglese a guadagnarsi da vivere attraverso il suo lavoro di scrittrice, producendo opere in versi e in prosa e componendo opere teatrali[1], oltre a effettuare traduzioni da opere francesi e latine[2]. Di spirito arguto, strinse amicizia con eminenti personaggi letterari a lei contemporanei come John Dryden, Thomas Otway e Thomas Southerne. Morì nel 1689 e fu sepolta fra i poeti nell'Abbazia di Westminster[3].
La scrittrice riprende l'eredità ideale di un'altra poetessa appartenuta alla generazione precedente, Katherine Philips – rinominata “The Matchless Orinda” (“L'ineguagliabile Orinda”) – e così come la Philips anche Aphra Behn venne soprannominata con l'appellativo arcadico “The Incomparable Astrea” e fu considerata anch'essa l'erede della greca Saffo. Le sue liriche, raffinate, audaci e in parte criptiche relativamente ai destinatari, in larga misura sono contenute in due raccolte – Poems upon Several Occasions: with A Voyage to the Island of Love (1684) e Lycidus: Or The Lover in Fashion (1688) – e rispecchiano la poetica settecentesca, dai caratteri pastorali e classicisti, caratterizzati da un verso riconoscibile che si rifà alla musicalità degli scrittori inglesi cinquecenteschi – Philip Sidney, Edmund Spenser, William Shakespeare – ma scegliendo di preferenza il distico, in affinità con Dryden, e seminando nei versi riferimenti all'amore e alle relazioni sessuali, assieme ad altri spunti anticonvenzionali spesso riguardanti il ruolo marginale della donna nella società del suo tempo[1].
Non meno rilevante fu la produzione di Aphra Behn nel campo della drammaturgia e della prosa. Per le commedie (The Forc'd Marriage, 1671, e The Rover, 1677 le più celebrate), la scrittrice attinse alla commedia dell'arte di matrice italiana, in particolare nella farsa The Emperor of the Moon che viene considerata l'antesignano della moderna pantomima[2]. Ricettiva dei cambiamenti, interpretò le trasformazioni del gusto e la sensibilità politica dell'epoca, introducendo nelle sue opere teatrali trame complesse e sottolineando in particolare le problematiche, presenti nella cultura del suo momento, legate al matrimonio forzato e alla posizione di subalternità femminile[6].
Scrittrice versatile e prolifica (alcune opere vennero pubblicate postume), definita a posteriori “la George Sand della Restaurazione”[3], dopo quasi tre secoli di oblio e di trascuratezza fu riscoperta e rivalutata[5] attirando l'attenzione e l'apprezzamento di scrittrici che la seguirono nel suo percorso letterario e culturale. In particolare, Vita Sackville-West e Virginia Woolf, a fine degli anni venti del secolo scorso, parlano della Behn come del primo modello di femminismo nella letteratura moderna[1].
La vita di Behn è stata adattata per il teatro nell'opera del 2014 Empress of the Moon: The Lives of Aphra Behn di Chris Braak e nell'opera del 2015 [exit Mrs Behn] o The Leo Play di Christopher VanderArk.[7] È uno dei personaggi nell'opera del 2010 Or di Liz Duffy Adams.[8][9] Behn compare come personaggio nei romanzi di fantascienza Il labirinto magico (The Magic Labyrinth, 1980) e il suo seguito Gli dei del Fiume (Gods of Riverworld, 1983) di Phillip Jose Farmer (nei quali s'immagina la reincarnazione dell'umanità in un lontano pianeta), oltre che in Newtons Sleep (2008) di Daniel O'Mahony. A lei si è ispirato Patrick O'Brian per il romanzo L'isola della desolazione (Desolation Island, 1978).
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