Antonio Lo Muscio
rivoluzionario italiano (1950-1977) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Antonio Lo Muscio (Trinitapoli, 28 marzo 1950 – Roma, 1º luglio 1977) è stato un rivoluzionario italiano degli anni di piombo.

Biografia
Di origini pugliesi, la famiglia si era trasferita nell'hinterland milanese. Aveva cominciato a lavorare in fabbrica, ma, renitente alla leva, era stato condannato a un anno e tre mesi di reclusione.
In prigione comincia a fare attività politica ed entra nel collettivo delle Pantere Rosse fondato a Perugia. Nel 1975 entra a far parte dei Nuclei Armati Proletari.
Il 22 marzo a Roma su un autobus uccide, sparandogli alla schiena, l'agente di Polizia Claudio Graziosi, che fuori servizio aveva riconosciuto tra i passeggeri e bloccato la nappista Maria Pia Vianale, evasa da poco dal carcere di Pozzuoli, ordinando all'autista dell'autobus di dirigersi verso il più vicino posto di Polizia[1].
Muore il 1º luglio 1977 quando, mentre si trovava seduto sulla scalinata della basilica di San Pietro in Vincoli a Roma, in compagnia di Maria Pia Vianale e di Franca Salerno (sua compagna dell'epoca, da cui ebbe anche un figlio), rimase ucciso in seguito ad un conflitto a fuoco che aveva ingaggiato con una pattuglia dei Carabinieri.
Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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