Fu attivo in Veneto orientale e in Friuli, soprattutto a Udine, dove viene ospitato per più di un ventennio dai conti Leonardo e Giovanni Battista Caiselli, e per i quali realizzò numerosi dipinti.
Secondo la testimonianza di Guarienti fu proprio il padre il suo primo maestro, successivamente però il giovane si sarebbe perfezionato nello studio assiduo dei maestri veneziani del ‘500.
Estimatore dei modelli fiamminghi, dei "tenebrosi" e dei loro accenti naturalistici e delle opere di Bernardo Strozzi e di Luca Giordano, fu apprezzato per il naturale cromatismo delle sue pitture, per la mescolanza di modelli figurativi veristici e di gusti rustici, per la pennellata vorticosa e l'estro fantasioso.[1]
Aldo Rizzi e Rodolfo Pallucchini, Mostra del Bombelli e del Carneo, Udine 1964.
Vittorio Sgarbi, Antonio Carneo tra gli altri maestri del Seicento, in Pittura veneziana dal Quattrocento al Settecento: studi di storia dell'arte in onore di Egidio Martini, a cura di G. M. Pilo, Venezia 1999.
C. Furlan, I dipinti di Antonio Carneo e Sebastiano Bombelli, in Arte in Friuli Venezia Giulia, a cura di G. Fiaccadori, Udine 1999.
AA. VV., Dizionario della pittura e dei pittori, diretto da Michel Laclotte con la collaborazione di Jean-Pierre Cuzin; edizione italiana diretta da Enrico Castelnuovo e Bruno Toscano, con la collaborazione di Liliana Barroero e Giovanna Sapori, vol.1-6, Torino, Einaudi, 1989-1994, ad vocem, SBNIT\ICCU\CFI\0114992..