Antonino Matranga
mafioso italiano (1905-1970) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Antonino Matranga (Palermo, 25 marzo 1905 – Milano, 30 aprile 1970) è stato un mafioso italiano.
Era un ricco proprietario terriero arricchitosi con i proventi derivatigli dalle speculazioni edilizie e apparteneva alla cosca mafiosa di San Lorenzo Colli.[1]
È stato capo della cosca di Resuttana fino al 1963.[2] Qualche anno prima, assieme ad altri mafiosi, in Sicilia scatenò la prima guerra di mafia. Con Vincenzo Nicoletti e Mariano Troia era uno dei principali esponenti del "gruppo Torretta". Inoltre, sono di rilievo i suoi rapporti con Michele Cavataio ma soprattutto con Francesco Tumminello, il quale divenne capo famiglia della cosca del quartiere Giardino Inglese a Palermo grazie al supporto di Matranga.
Durante il processo dei "54" a Catanzaro fu assolto per mancanza di prove, quindi si trasferì a Milano dopo aver affidato la gestione dei suoi beni al nipote Agostino Matranga, il quale partecipò alla strage di viale Lazio nel dicembre del 1969.
Fu assassinato a Milano il 30 aprile del 1970, in via Boncompagni, da alcuni sicari di cosa nostra. Al suo omicidio parteciparono Lorenzo Tinnirello e Cristofaro Cannella, componenti del gruppo di fuoco di Brancaccio e fedelissimi dei corleonesi di Totò Riina[3] Alla sua morte venne sostituito da Francesco Madonia.
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