Anton Giulio Mancino
critico cinematografico e saggista italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Anton Giulio Mancino (Bari, 6 dicembre 1968) è un critico cinematografico e saggista italiano.
Dopo aver conseguito la laurea in lettere nel 1994 presso l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro, in veste di critico cinematografico e di studioso collabora nel tempo con i settimanali Diario e Film Tv e a varie riviste specializzate tra cui Cinecritica, Cineforum, Bianco & Nero, Fata Morgana, Quaderni del CSCI.
Scrive inoltre articoli e recensioni per le pagine culturali di alcuni quotidiani come Il Corriere Adriatico, Paese Sera, Quotidiano di Lecce e La Gazzetta di Mantova. Dal 1994 al 2008 ha collaborato alle pagine della Cultura e degli Spettacoli del quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno.
Ha fatto parte dal 2001 al 2004 e dal 2009 al 2012 della Commissione selezionatrice della Settimana Internazionale della Critica della Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia. Ha inoltre ricoperto il ruolo di giurato anche presso il Festival di Istanbul, il Festival Arsenal di Riga e il Torino Film Festival.
Nell'ambito della didattica e della formazione rivolta all'utenza giovanile e scolastica collabora dal 1996 come consulente, animatore di dibattiti e laboratori di educazione all'immagine e alla legalità e redattore di schede filmiche.
Dal 1999 è socio fondatore e membro del consiglio di amministrazione della cooperativa sociale Il Nuovo Fantarca di Bari, impegnata nella promozione dei diritti umani, della nonviolenza, della giustizia sociale e dello sviluppo della persona attraverso percorsi culturali di media education, media literacy e l'uso sperimentale delle nuove tecnologie multimediali anche in contesti di arti terapie, nell'organizzazione di Rassegne Internazionali di Cinema per la Scuola, una sorta di festival non competitivo che presenta circa 18 film, alcuni in prima nazionale, destinati ad un pubblico fra i 5 e i 18 anni che si arricchisce di stage, seminari, laboratori di produzione video indirizzati soprattutto ai più giovani, corsi di formazione per adulti e ragazzi.[1].
La sua attività di saggista riguarda numerosi autori, tra cui Martin Scorsese e Jonathan Demme nel suo libro d'esordio, Angeli selvaggi del 1995, con la prefazione di Roger Corman, e successivamente, dal 1998, Francesco Rosi, John Wayne, Giancarlo Giannini e Sergio Rubini. Particolare attenzione al film politico-indiziario italiano viene dedicata soprattutto a partire dal suo libro del 2008 Il processo della verità - Le radici del film politico indiziario[2], con cui i rapporti tra cinema, politica e diritto confluiscono in una lettura controcorrente del capolavoro viscontiano La terra trema, in relazione alla strage di Portella della Ginestra. Segue Schermi d'inchiesta - Gli autori del film politico-indiziario, dove emergono nuovi aspetti del modo in cui fu parzialmente censurato e perché, a monte, il film Salvatore Giuliano. Agli inizi degli anni 2000 ha collaborato significativamente all'Enciclopedia del Cinema (è autore di circa 40 voci), dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana, e con un numero altrettanto cospicuo di voci al Dizionario dei registi del cinema mondiale, edito da Einaudi.
Dal 1995 è stato più volte ospite delle trasmissioni di Rai Radio 3 Hollywood Party e Atlantis.
Nel 2005 dirige il lungometraggio documentario Giancarlo Santi: facevo er cinema, presentato fuori concorso al Torino Film Festival, e nel 2007 il cortometraggio All'alba, in concorso al Torino Film Festival.
Dal 2009 è consulente sul rapporto tra audiovisivi, storia e legalità con il Centro di Documentazione per la Legalità e la Nonviolenza "Antonino Caponnetto" del Comune di Bari - III Circoscrizione Picone - Poggiofranco, con il sostegno dell'Agenzia per la lotta non repressiva alla criminalità organizzata del Comune di Bari.[3].
Nel 2012 è tra i conduttori di Wikiradio di Rai Radio 3[4], offrendo le sue analisi su alcuni dei grandi capolavori del cinema, come Il mago di Oz, Casablanca, Salvatore Giuliano e Z - L'orgia del potere o autori come Pier Paolo Pasolini, nel contesto dei misteri e delle logiche stragiste, Federico Fellini e Francesco Rosi, Luigi Comencini, John Wayne.
Dal 2010 è ricercatore e professore aggregato di Semiologia del cinema e degli audiovisivi, Cinematografia digitale e Storia del cinema all'Università degli Studi di Macerata[5].
Nel 2014, con il libro La recita della storia. Il caso Moro nel cinema di Marco Bellocchio, analisi dei film di Bellocchio alla luce del Caso Moro, e viceversa, lavoro che arricchito dalla prefazione del politologo Giorgio Galli indaga sul rapporto tra cinema e politica seguendo piste di ricerca clamorose su tutti e due i fronti[6][7], molto apprezzato dallo stesso autore di Buongiorno, notte[8], vince il Premio Diego Fabbri della Rivista del Cinematografo, con la seguente motivazione: "All'apparenza studio sull'opera del regista piacentino, il volume muove da una prospettiva originale che ne fa un oggetto anomalo all'interno della saggistica cinematografica. Un saggio in cui la critica supera i suoi naturali confini per offrire una chiave di interpretazione della nostra Storia recente"[9].
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