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giornalista e saggista statunitense Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Anne Elizabeth Applebaum (Washington, 25 luglio 1964) è una giornalista e saggista statunitense naturalizzata polacca.
Applebaum è nata nella capitale statunitense da una famiglia ebraica. Laureata all'Università Yale, dove imparò il russo e studiò la Russia, conseguì un master in Relazioni Internazionali alla London School of Economics. Studiò poi al St Antony's College di Oxford, prima di trasferirsi a Varsavia come corrispondente del settimanale The Economist nel 1988. I suoi servizi giornalistici seguiranno le transizioni politiche e sociali nell'Europa centrale e orientale, intervenute con la fine del dominio sovietico sull'area europea.
Sposata dal 1992 col politico polacco Radosław Sikorski, ha avuto due figli dal marito: Aleksander e Tadeusz. Ha scritto per molte altre testate giornalistiche: Slate Magazine, The Daily Telegraph e The Sunday Telegraph, The Independent, The Evening Standard. Negli anni novanta ha vissuto dividendosi tra Londra e Varsavia. Dal 2002 al 2006 è membro del comitato editoriale del The Washington Post, del quale è tuttora editorialista.
Il suo primo libro è un diario di viaggio. Nel 2004 vinse il Premio Pulitzer per la saggistica col libro Gulag: storia dei campi di concentramento sovietici, una ricerca durata sei anni sul sistema dei gulag sovietici. A proposito di questo saggio, si è così espressa: «Walter Duranty, famoso corrispondente da Mosca per il The New York Times, vinse un Pulitzer per una serie di articoli che descrivevano i grandi successi dello stalinismo. Il mio premio sembra quasi una forma di giustizia storica»[1].
Il terzo libro, The Iron Curtain, è incentrato sul processo totalitario subito da 8 stati europei, avvenuto alla fine del conflitto mondiale con l'occupazione militare, parziale o totale, delle armate sovietiche. I popoli di Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Germania Est, Romania, Bulgaria, Albania e Jugoslavia si videro privare delle libertà, delle libere associazioni, dei partiti politici, delle Chiese, dei massmedia indipendenti, una volta imposto il controllo da parte dei comunisti. I Regimi comunisti aspirarono al controllo totale della vita degli individui, e la coercizione fu il mezzo praticato, tramite l'organizzazione di potenti apparati di polizie segrete, per praticare il terrore, il monopolio delle informazioni e l'economia pianificata. La dominazione dello Stato prevedeva il bando degli altri partiti politici, delle società private, delle scuole private e delle associazioni giovanili. Molti individui furono costretti con la forza a collaborare, alcuni cercarono di resistere.
Nel 2006 si trasferisce a Varsavia, mentre nel 2013 acquisisce la cittadinanza polacca. Ha ottenuto due Duff Cooper Prize: nel 2003 con Gulag e nel 2017 con La Grande Carestia[2].
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