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cortigiana e modella artistica italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Anna Bianchini (nota anche come Annuccia per la bassa statura; Roma, 1579 circa – 1604) è stata una modella e cortigiana italiana. Figlia dei senesi Giuseppe, vaccaro, ricettatore ed amico di malviventi [1], e di Sibilla, fu meretrice e modella di Michelangelo Merisi da Caravaggio nella Maddalena pentita (o Cortigiana frustata) e nel Riposo durante la fuga in Egitto[2]. Sembra di poterla riconoscere anche in altri due dipinti dell'artista lombardo: Marta e Maria Maddalena e la Deposizione nel sepolcro[3].
Anna ebbe un fratello di nome Matteo, di circa dieci anni più giovane di lei, e una sorella di nome Alessandra, nata nel 1590 e molto probabilmente morta in tenera età[4]. Condivise con la cortigiana senese Fillide Melandroni le prime esperienze nella professione e i primi problemi con la giustizia[5]. Le loro vite presero poi strade diverse: mentre Fillide ebbe una carriera in costante ascesa, lei continuò a condurre un'esistenza indecorosa e marginale che la portò a subire l'infamante pena della pubblica frusta[6]. Spesso protagonista di risse con le colleghe, di burle e sbeffeggi verso donne anziane e dabbene, Annuccia fu sempre legata a uomini di bassa condizione sociale ed ebbe per bertoni (ossia protettori) gli osti presso i quali si appoggiava per avvicinare i clienti[7]. Fu anche amica di pittori come Marco Tullio Onofri, Giovanni de Braus, un non meglio identificato «giovane pittore fiamengo», Andrea e Napoleone[8] e di Baldassarre Baderno. Quest’ultimo probabilmente la ritrasse in una Maddalena, forse copia di quella Maddalena pentita (o Cortigiana frustata) del Caravaggio in cui Anna aveva fatto da modella.[9]. La Bianchini frequentò assiduamente anche Prospero Orsi, detto Prosperino delle Grottesche e noto come turcimanno del Caravaggio che, con ogni probabilità, la conobbe proprio attraverso il suo più anziano amico[10]. Per anni visse nelle strade più povere e malfamate del bordello – prima all'Armata e poi nei pressi dell'osteria del Turchetto non lontano dalla Trinità dei Monti –, finché ai primi anni del Seicento si trasferì in un “basso” all'angolo fra via Paolina e il vicolo del Babuino che conduceva a Margutta[11]. Fu allora che il Caravaggio la chiamò per posare accanto a Maddalena Antognetti in due dipinti: a Deposizione nel sepolcro in veste di Maria di Cleofa[12] e in Marta e Maria Maddalena come Marta[13].
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