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ingegnere e cartografo italiano (XVIII secolo) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Angiolo Maria Mascagni (... – dopo il 1772) è stato un ingegnere e cartografo italiano del Granducato di Toscana.
Angiolo Maria Mascagni fu ingegnere granducale della reggenza lorenese, prima come membro della magistratura fiorentina dei Capitani di Parte Guelfa e in seguito dello Scrittoio regio.[1][2] Prolifico cartografo, il primo lavoro documentato è una Pianta di un tratto del corso dell'Arno e della campagna circostante nella Pianura Pisana del 1738.[1]
Dal 1740 fece parte, insieme a Giuliano Anastagi, Bernardo Sansone Sgrilli e Giuseppe Soresina, del gruppo di professionisti dello Scrittoio regio che, sotto la supervisione di Giovanni Maria Veraci, si occupò del rilevamento e della produzione di mappe e planimetrie delle ville e fattorie granducali.[1] Al 1743 risale invece la memoria Considerazioni sopra i mulini e gore di Montevarchi e San Giovanni per conto della famiglia Serristori.[1] Nel 1747 entrò a fare parte della commissione tecnica per la progettazione di un argine sinistro e un canale scolmatore nella piana del Valdarno Inferiore tra l'Arno e l'Usciana.[1] Operò sistemazioni idrauliche anche a Ripafratta (1750), al padule di Fucecchio, con Giovanni Maria Veraci e Antonio Falleri (1751-1752) e ai Bagni di San Giuliano (1754), realizzando un complessivo riordino e ampliamento della zona termale. Nel 1752 fu tra i progettisti della nuova strada Bolognese del Passo della Futa.[1]
Nel 1756 venne incaricato dalla reggenza granducale di assistere Leonardo Ximenes nella bonifica del lago di Bientina e di porre rimedio alle continue esondazioni dell'Arno: ciò portò alla progettazione del nuovo canale imperiale.[1] Tra il 1766 e il 1772 è attestata la sua attività in Valdichiana, dove effettuò la colmata sinistra del canale maestro insieme a Pietro Ferroni.[1][3]
Tra le sue opere cartografiche, si ricordano le tavole acquarellate con la pianta dettagliata e quattro vedute prospettiche delle ferriere di Cecina (1750); e la carta topo-corografica del padule di Fucecchio e della Valdinievole (Pianta dimostrativa della Provincia di Valdinievole), poi incisa e stampata alla fine degli anni cinquanta nella memoria Parere intorno alle acque stagnanti delle colmate per rapporto all’insalubrità della Valdinievole di Pier Antonio Nenci.[1][4]
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