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partigiano italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Angelo Ricapito (Giovinazzo, 6 ottobre 1923 – San Polo di Arezzo, 14 luglio 1944) è stato un militare, aviatore e partigiano italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.
Angelo Ricapito | |
---|---|
Nascita | Giovinazzo, 6 ottobre 1923 |
Morte | San Polo di Arezzo, 14 luglio 1944 |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regia Aeronautica |
Anni di servizio | 1943-1944 |
Grado | aviere leva di governo |
Guerre | Seconda guerra mondiale Guerra di liberazione italiana |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare[1] | |
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Nacque a Giovinazzo il 6 ottobre 1923.[1] Mentre studiava presso l'Istituto tecnico commerciale di Zara, nell'aprile 1943 fu arruolato nella Regia Aeronautica per il servizio militare di leva in qualità di aviere governo.[2] Inviato al centro d'istruzione di San Pietro di Gorizia, fu poi mandato nel giugno successivo al battaglione presidiario della 2ª Squadra aerea a Padova e nel mese di agosto trasferito presso l'aeroporto di Zemonico, sito nel territorio della Jugoslavia occupata.[2] Dopo la firma dell'armistizio dell'8 settembre 1943 riuscì a raggiungere la propria famiglia a Zara e poi, raggiunto l'Appennino toscano, si aggregò ad una banda partigiana operante in Casentino, formata da Elio Cini.[2] Alla fine di aprile del 1944 fu inquadrato nel II battaglione, operante nei dintorni del monte Favalto[3] e facente capo alla 23ª Brigata Garibaldi "Pio Borri", della quale brigata divenne poco dopo vicecomandante.[2] Nella seconda metà del mese di giugno era incaricato di sorvegliare i prigionieri tedeschi e fascisti concentrati nel campo di Marzana e di accompagnarli a Cortona, per consegnarli alle truppe alleate già arrivate nella zona.[3] Compiuta la missione, tornò in linea e il 29 giugno, in uno scontro a fuoco a Molino dei Falchi, fu catturato dai tedeschi.[3] Dopo essere stato seviziato, venne ucciso il 14 luglio insieme ad altri 47, tra partigiani e civili, nella cosiddetta strage di San Polo alle porte di Arezzo.[3]
Una via di Fiumicino porta il suo nome.
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