Loading AI tools
militare e partigiano italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Andrea Luigi Paglieri (Verona, 17 novembre 1918 – Bene Vagienna, 9 agosto 1944) è stato un militare e partigiano italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria per il suo operato durante la Resistenza nel corso della seconda guerra mondiale.
Andrea Luigi Paglieri | |
---|---|
Nascita | Bagnatica, 24 gennaio 1908 |
Morte | Ronco Biellese, 31 gennaio 1998 |
Cause della morte | Fucilazione |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Cavalleria |
Reparto | 5º Reggimento "Lancieri di Novara" |
Grado | Tenente |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna italiana di Russia |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959)[1] | |
voci di militari presenti su Wikipedia | |
Nacque a Verona il 17 novembre 1918, figlio di Giuseppe e Maria Casella.[2] Laureatosi in legge e laureando in scienze politiche presso l'Università di Parma, nel giugno 1941 fu arruolato nel Regio Esercito, arma di cavalleria, come sottotenente di complemento nel 5º Reggimento "Lancieri di Novara" allora di stanza nel territorio jugoslavo occupato.[2] Rimpatriato con il suo reparto un mese dopo, parti poi per l'Unione Sovietica dove combatté valorosamente al comando di un plotone del suo reggimento per oltre undici mesi, venendo decorato con una medaglia d'argento al valor militare, con la Croce di Ferro di II classe e la croce di guerra al valor militare[3]. Rimpatriato per aver contratto una malattia venne assegnato al deposito reggimentale a Verona, dove si trovava ancora convalescente alla data della firma dell'armistizio di Cassibile.[2] Accorse subito per partecipare alla difesa della caserma e quando questa cadde in mano tedesca, si rifugiò dapprima sulle Prealpi Veronesi e quindi raggiunse la famiglia a Fossano.[2] Presi contatti con esponenti del Partito d'Azione entrò nelle file della Resistenza e si dedicò all’organizzazione delle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà.[4]
A capo della 20ª Brigata Giustizia e Libertà, guidò i propri compagni in numerose azioni di sabotaggio e in tentativi di liberazione dei carcerati politici reclusi nel carcere di Fossano[3]. Accusato da un delatore, venne fatto prigioniero dalle Brigate Nere il 1º agosto 1944.[3] Fu poi trasferito a Savigliano, e lì venne torturato e seviziato a lungo.[2] Negli stessi giorni fu proposto uno scambio di prigionieri nel tentativo di salvarlo, ma la richiesta non ebbe esito positivo.[4] Da Savigliano fu allora condotto a Bene Vagienna, dove venne fucilato il 9 agosto insieme a Biagio Barbero e Giuseppe Priola[3].
Dopo la sua morte, gli è stata intitolata la 20ª Brigata Giustizia e Libertà, di cui fu comandante. A lui è dedicata la caserma di Codroipo, e due vie a Verona e Fossano.[4] L'Università di Parma gli conferì la laurea ad honorem in scienze politiche alla’ memoria.[2]
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.