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specie di animali della famiglia Gelechiidae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La tignola del pesco (Anarsia lineatella (Zeller, 1839)) è un lepidottero appartenente alla famiglia Gelechiidae, diffuso in Eurasia, Nordafrica e Oceania, ma introdotto anche in California.[1][2]
[3]
È parassita del pesco e di altre Drupacee (susino, albicocco, mandorlo)[1][2][3]. La sua attività trofica danneggia le gemme, i germogli ed i frutti delle piante ospiti[1].
Nelle coltivazioni di pesco, la sua presenza è quasi sempre associata alla Tignola orientale del pesco (Cydia molesta (Busck, 1916)); entrambi fitofagi, questi due insetti causano gli stessi danni alla pianta ospite, per cui è difficile distinguerli[3].
Tignola del pesco | |
---|---|
Anarsia lineatella | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Superphylum | Protostomia |
Phylum | Arthropoda |
Subphylum | Tracheata |
Superclasse | Hexapoda |
Classe | Insecta |
Sottoclasse | Pterygota |
Coorte | Endopterygota |
Superordine | Oligoneoptera |
Sezione | Panorpoidea |
Ordine | Lepidoptera |
Sottordine | Glossata |
Infraordine | Heteroneura |
Divisione | Ditrysia |
Superfamiglia | Gelechioidea |
Famiglia | Gelechiidae |
Sottofamiglia | Dichomeridinae |
Tribù | Anarsiini |
Genere | Anarsia |
Specie | A. lineatella |
Nomenclatura binomiale | |
Anarsia lineatella (Zeller, 1839) |
L'adulto di A. lineatella ha l'aspetto di una farfalla[2] ed ha un'apertura alare tra i 12 ed i 16 millimetri[1][2][3]. Le sue ali anteriori hanno una colorazione grigia con striature castane, mentre quelle posteriori sono di colore chiaro; quelle posteriori hanno delle frange sui margini[3].
Il capo è di piccole dimensioni. Esso è fornito di due grandi occhi composti e di due ocelli[3]. A. lineatella è inoltre dotato di antenne pluriarticolate, con cui sente gli odori[3].
L'apparato boccale è dotato di grossi palpi labiali e di una spirotromba; quest'ultima è di solito mantenuta arrotolata sotto la testa, per essere srotolata nel momento in cui il lepidottero la usa per succhiare sostanze nutritive[3].
Le zampe sono esili, e vengono utilizzate per afferrare il sostrato su cui l'insetto agisce[3].
L'addome è il carattere distintivo tra i maschi e le femmine: affusolato nei maschi, tozzo nelle femmine, esso presenta, nella sua porzione terminale, gli organi genitali[3].
Di forma ovale, le uova hanno, all'inizio, una colorazione bianca; man mano che si avvicinano alla maturità, vanno ad assumere una tonalità giallo-arancione. La loro dimensione è di 0,3-0,5 millimetri[3].
Ad una osservazione al microscopio elettronico a scansione, il corion (superficie esterna dell'uovo) presenta delle cavità e delle creste, nonché degli aeropili, estroflessioni che permettono gli scambi di ossigeno ed anidride carbonica con l'ambiente esterno; nella sua porzione anteriore, il corion presenta il micropilo, tramite cui lo sperma entra nell'uovo durante la fecondazione; il micropilo si presenta come un'apertura a forma di fiore[3].
Allo stato di larva, A. lineatella ha una colorazione castana; gli spazi intersegmentali, di colore più chiaro, si vedono distintamente, in particolare quando la larva si muove. Il capo, la placca toracica, lo scudo anale e le zampe hanno una colorazione più scura, brunastra.
L'estremità caudale presenta un pettine sopra-anale e quattro processi spinosi.
Raggiunta la maturità, la larva di A. lineatella è lunga tra i 12 ed i 15 millimetri[3].
Allo stato di crisalide, A. lineatella ha una lunghezza che va dai 4 ai 6 millimetri ed è di colore castano tendente al rosso; esso presenta, inoltre, un cremaster dotato di grosse setole uncinate, le quali sono avvolte da un bozzolo bianco[3].
A. lineatella compie, nel corso di un anno, tre generazioni[2][3]
È di rilievo un solo nemico naturale di A. lineatella: si tratta di Paralitomastix variicornis, un imenottero che svolge un'azione parassitoide nei suoi confronti, riuscendo in parte a ridimensionarne la popolazione.
Tutti i danni di A. lineatella sono causati allo stadio larvale. Sono particolarmente gravi i danni in vivaio, in quanto qui le larve si posizionano sugli innesti delle piante, facendoli rinsecchire[3]. I danni estivi sui frutti sono più significativi nel caso delle piante già produttive[1].
Si hanno all'inizio della primavera, quando le larve penetrano nei boccioli e li distruggono.[2]
Particolarmente gravi per le piante in vivaio, sono causati dalle larve, che entrano nei germogli e vi scavano gallerie longitudinali, a fine primavera. A causa di queste gallerie, i germogli appassiscono improvvisamente, e, in seguito, il cimale necrotizza e cade[2][3].
Simili ai danni causati da C. molesta, si verificano in estate, poiché in questa stagione le larve si nutrono a spese dei frutti. Anche qui esse scavano delle gallerie, dapprima superficiali, poi progressivamente più profonde; nei punti toccati dalle larve talora si vede della sostanza gommosa. Le gallerie rendono i frutti vulnerabili ad agenti patogeni secondari, che li fanno cadere o marcire[2][3].
A questo tipo di danno sfuggono le piante che producono i frutti in maniera precoce, ovvero prima di luglio, anticipando le larve estive.
Per la lotta contro le infestazioni di A. lineatella sono utilizzate varie strategie. La lotta chimica con insetticidi è stata a lungo efficace; tuttavia, a causa della resistenza sviluppata dal fitofago, è stata sperimentata la tecnica della confusione sessuale, con discreti risultati[3]. Quest'ultimo metodo è da preferire; se non è possibile impiegarlo, allora si può passare alla lotta chimica[4].
In coltivazioni di modeste dimensioni, è suggeribile la distruzione dei germogli attaccati[1].
Per individuare il momento opportuno per intervenire, ci si basa sulla misurazione dell'entità dell'infestazione, con l'ausilio di due tecniche: il "monitoraggio della popolazione con trappole sessuali"[2] ed il "campionamenti sui germogli e sui getti apicali"[2]. Tali tecniche corrispondono a momenti diversi del ciclo vitale di A. lineatella, e si integrano tra loro.
In alcune situazioni è possibile l'utilizzo, contro A. lineatella, del Bacillus thuringiensis.
Si utilizzano delle trappole con feromone sessuale; esse vengono installate a fine aprile (una o due per ettaro o appezzamento)[2]. La soglia oltre cui bisogna intervenire è di 7-10 adulti catturati in una settimana, per ogni trappola[2].
Per agire sulle larve della prima generazione, l'intervento deve avvenire circa 15 giorni dopo il superamento della soglia; altrimenti bisogna intervenire tra i quattro ed i sei giorni dopo il superamento.
Si controlla il numero di germogli apicali attaccati dal fitofago; l'intervento si esegue se la percentuale di germogli infestati supera il 10%.
Questo tipo di controllo è particolarmente importante per controllare le larve svernanti e le larve della prima generazione.
Sono varie le sostanze utilizzate contro A. lineatella:
Si basa sull'utilizzo di un feromone sintetico, diffuso da erogatori; tale feromone agisce sui maschi inibendo l'accoppiamento[3].
Dato che A. lineatella è quasi sempre in compresenza con Cydia molesta[3], si utilizzano anche degli erogatori contenenti i feromoni di entrambi i fitofagi[3].
Originaria della regione paleartica, è diffusa in Europa (in particolare nell'area mediterranea), Nord Africa, Medio Oriente, Nord America, Australia e Giappone. In Italia vive prevalentemente in zone pedecollinari e vicine al mare, caratterizzate da un clima mite[1][3].
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