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supercentenaria spagnola Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Ana María Vela Rubio (Puente Genil, 29 ottobre 1901 – Barcellona, 15 dicembre 2017) è stata una supercentenaria spagnola vissuta 116 anni e 47 giorni. Detenne il titolo di donna più anziana di Spagna dal 2014 alla propria morte e quello di Decana d'Europa dal 15 aprile 2017 al proprio decesso.
Attualmente si trova all'ottavo posto nella classifica degli europei più longevi di sempre, e occupa la 28ª posizione nella classifica delle persone più longeve di tutti i tempi, tra quelle documentate con certezza[1].
Ana Marìa nacque il 29 ottobre 1901 a Puente Genil, in Andalusia, figlia di Pedro Vela Carrasco, cappellaio 29enne, e di Carmen Rubio Becerra, 26enne[2]. Crebbe in un contesto di estrema povertà e di elevatissima mortalità, soprattutto infantile: quattro dei suoi sei fratelli morirono prima dei 6 anni[2]. Sin dall'infanzia dovette assumersi importanti responsabilità familiari, e nei registri di battesimo di due suoi fratelli è indicata come madrina, nonostante non avesse che 11 e 14 anni[2]. Nel 1917, quando morì la madre, la situazione si aggravò, anche a causa della cecità del padre[2].
A causa di ciò, nei primi anni venti, si trasferì a Malaga alla ricerca di occupazione, riuscendo a farsi assumere come sarta presso alcuni dei negozi locali e nelle residenze dei ricchi cittadini[2]; qui fece conoscenza del suo futuro compagno Antonio Padrón Valderrama. I due non convolarono mai a nozze perché Antonio aveva in realtà un'altra consorte, con la quale però non aveva più relazioni. Poiché i due non risultavano sposati né con una cerimonia religiosa né con una civica, i loro quattro figli assunsero solo il cognome della madre, come previsto dalla legge spagnola in questi casi. Ufficialmente Ana María risultava dunque una «madre single» con quattro figli: Antonio (1923-2005), Ana (1927), Juan (1930), e Carmen, morta negli anni quaranta in età infantile[2]. Avrebbe abbandonato Malaga molti anni dopo, quando i figli raggiunsero tutti la maggiore età[2].
Nel 1950 suo figlio maggiore, Antonio, si trasferì a Barcellona, nel più ampio contesto di migrazione interna alla Spagna, dal sud verso il nord; più tardi Ana María ne seguì l'esempio. Nella metropoli catalana si recò a vivere inizialmente in periferia, dove lavorò come sarta all'ospedale di Terrassa, l'Hospital del Tórax. Al suo pensionamento, avvenuto negli anni 1970, si trasferì con sua figlia nel quartiere La Verneda i la Pau, dove acquistarono anche una proprietà[2]. Solo trent'anni dopo, nel 2005, all'età di 104 anni, Ana María è entrata in una casa di cura, denominata anch'essa "La Vernada"[3]. Inizialmente qui ha frequentato solo il centro diurno, facendo ritorno alla propria abitazione nelle ore notturne; a 106 anni, il 18 aprile 2008, stabilì di recarsi a vivere totalmente nella casa di riposo[2]. Qui avrebbe trascorso il resto della sua vita. Era inizialmente molto attiva, e poteva camminare con il solo ausilio di un bastone; più tardi una frattura femorale causata da una caduta ne ridusse la mobilità, costringendola alla sedia a rotelle. A 110 anni, per quanto non assumesse particolari farmaci e non avesse malattie, presentava un avanzato stadio di demenza. Rispondeva infatti a pochissimi stimoli, tra i quali la musica e le parole della figlia omonima[2].
Fu la persona vivente più anziana di Spagna dopo la morte di Francisca Garcia Torres, avvenuta il 25 febbraio 2014, nonché la persona più longeva di tutti i tempi della Spagna dal 6 giugno 2016, quando ha superato il record di María Antonia Castro, morta nel 1996 all'età di 114 anni[3]. Dalla morte di Emma Morano (il 15 aprile 2017) fino alla propria morte detenne il titolo di Decana d'Europa[4].
È morta il 15 dicembre 2017, alle 3:30 del mattino, cedendo il titolo di Decana d'Europa a Giuseppina Projetto. Al momento della sua morte era la terza persona vivente più anziana del mondo, dietro Nabi Tajima e Chiyo Miyako[2].
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