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farmaco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'amsacrina (o m-AMSA) è un farmaco antineoplastico impiegato nel trattamento di alcune leucemie, in particolare nella leucemia linfoblastica acuta.
Amsacrina | |
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Nome IUPAC | |
N-(4-(acridin-9-ilammino)-3-metossifenil)metansulfonammide | |
Nomi alternativi | |
m-AMSA | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C21H19N3O3S |
Massa molecolare (u) | 393,46 |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 257-094-3 |
Codice ATC | L01 |
PubChem | 2179 |
DrugBank | DBDB00276 |
SMILES | COC1=C(C=CC(=C1)NS(=O)(=O)C)NC2=C3C=CC=CC3=NC4=CC=CC=C42 |
Dati farmacocinetici | |
Legame proteico | dal 96% al 98%[1] |
Emivita | 8-9 ore |
Indicazioni di sicurezza | |
È un agente intercalante correlato alle antracicline[2]. Il suo nucleo planare acridinico si intercala tra i solchi della doppia elica del DNA, alterando il rapporto dimensionale tra solco maggiore e minore. Questa alterazione conformazione indotta comporta l'inibizione della trascrizione e della duplicazione del DNA come risultato di una minore affinità nei confronti di DNA polimerasi, RNA polimerasi e fattori di trascrizione.[3]. L'amsacrina mostra anche attività inibitoria intrinseca della topoisomerasi II, simile a quella dell'etoposide. La strutturalmente simile o-AMSA, che differisce per la sola posizione del metossile, in orto al posto che in meta sull'anelloanilinico non ha alcun effetto inibitorio nei confronti delle topoisomerasi, sebbene sia in grado di intercalare il DNA, suggerendo che la sola intercalazione non è sufficiente per creare un complesso covalente DNA-topoisomerasi.[4][5] Conseguentemente al meccanismo d'azione l'm-AMSA è più attiva sulle cellule in attiva proliferazione, ovvero si comporta da antitumorale ciclo cellulare specifico.[6]
Nonostante la stretta analogia con le antracicline non sempre si verifica resistenza crociata con i farmaci di questa classe[7]. Esercita anche un’azione sulle membrane cellulari modificando la loro funzionalità[senza fonte].
L'amsacrina è scarsamente assorbita dopo somministrazione orale. Se somministrata per via endovenosa, segue una cinetica di secondo ordine con un'emivita totale di 7 ore circa. Viene metabolizzata nel fegato[8] ed eliminata prevalentemente nelle feci (80%).
La dose letale 50 (DL50) nel topo è di 810 mg/m² (maschio) e 729 mg/m² (femmina).
È indicata nell'induzione e nel mantenimento della remissione in casi di leucemia acuta nell'adulto, in particolare nella leucemia linfoblastica acuta.[6] Non mostra pressoché alcuna attività nei confronti dei tumori solidi[9].
L'amsacrina causa generalmente un deficit più o meno prolungato e dose-dipendente della funzione ematopoietica del midollo osseo. La massima leucocitopenia si ha dopo circa 12 giorni dall'assunzione del farmaco, ed il recupero avviene dopo circa 25 giorni. Può dare pancitopenia. Può provocare epatotossicità, anche fatale. L'amsacrina è irritante, può causare flebite e necrosi tissutale nel sito d'iniezione per somministrazione di alte dosi per via endovenosa. Altri effetti collaterali sono: stomatite, nausea, vomito e diarrea, convulsioni, alopecia, complicazioni conseguenti alla mielosoppressione (come infezioni ed emorragie), raramente fibrillazione e tachicardia sopraventricolare, specialmente in pazienti con ipokaliemia preesistente.
È controindicata in gravidanza e nei soggetti con ipokaliemia. In corso di trattamento con amsacrina, bisogna effettuare controlli periodici della funzione ematopoietica, della funzionalità epatica e renale.
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