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Ammiraglio Caracciolo (sommergibile)
sommergibile della Regia Marina Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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L'Ammiraglio Caracciolo è stato un sommergibile della Regia Marina.
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Storia
Riepilogo
Prospettiva
Dal giugno al dicembre 1941 il sommergibile fu impegnato nell'addestramento dell'equipaggio[1].
In virtù delle sue grandi dimensioni, fu adibito al trasporto di materiali, nonostante fosse un servizio rischioso e di scarso rendimento.
L'8 dicembre 1941 partì da Taranto per la sua prima missione, al comando del capitano di corvetta Alfredo Musotto, con a bordo 138 (o 180) tonnellate di rifornimenti diretti in Libia (principalmente carburante e munizioni per l'Afrika Korps)[1][2][3][4]. Al largo di Sollum il sommergibile fu mitragliato da un velivolo britannico con una vittima (il guardiamarina Milos Baucer) ma abbatté l'aereo; attaccato poi da unità navali, s'immerse a 80 metri evitando la loro caccia[2]. Il 10 dicembre il Caracciolo raggiunse Bardia, ove effettuò rapidamente la messa a terra del carico per poi ripartire nel corso della stessa giornata, con a bordo oltre all'equipaggio anche militari italiani e tedeschi (principalmente ufficiali dei Bersaglieri e dei Carabinieri) da trasportare a Suda (dove avrebbe caricato altri rifornimenti)[1][2][4].
Nelle prime ore dell'11 dicembre, ad una trentina di miglia da Bardia, il Caracciolo avvistò un convoglio britannico diretto ad Alessandria e alle 2.40 passò all'attacco lanciando due siluri da poppa contro un mercantile, andati a vuoto, e poi altri due, di prua, contro il cacciatorpediniere HMS Farndale, che però li schivò contromanovrando[1][2][3][4]. Il sommergibile s'immerse, ma le unità britanniche iniziarono a bombardarlo con cariche di profondità: il sommergibile s'immerse sino a 160 metri di profondità ma, gravemente danneggiato, dovette emergere; fu subito centrato dal tiro del Farndale che ne falciò i serventi di cannoni e mitragliere e compromise la sopravvivenza dell'unità[1][2][3][4]. Furono avviate le manovre di autoaffondamento e poco dopo – erano circa le tre di notte –, mentre i sopravvissuti lo abbandonavano tuffandosi in un mare molto mosso, il Caracciolo s'inabissò in posizione 32º09' N e 25º19' E[1][2][3][4].
Scomparvero in mare 48 uomini (15 membri dell'equipaggio del Caracciolo – il comandante Musotto, 4 sottufficiali e 10 fra sottocapi e marinai[5] – e 33 passeggeri), mentre i 53 sopravvissuti furono tratti in salvo (e catturati) dal Farndale[1][2][3][4].
Oltre ad un'unica missione di trasporto, il sommergibile aveva svolto cinque missioni di trasferimento, per un totale di 1445 miglia di navigazione in superficie e 72 in immersione[1].
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Note
Bibliografia
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